Andrea Balzanetti, Corriere della Sera 16/07/2010, 16 luglio 2010
LA LUNGA MARCIA DEL MINISTRO VERSO LA RIVOLUZIONE DELLA SCUOLA
L’ultima iniziativa è di ieri: si tratta del Piano nazionale qualità e merito per migliorare il nostro sistema educativo utilizzando criteri oggettivi grazie alla progressiva estensione in tutte le scuole delle prove Invalsi (quelle predisposte dall’Istituto nazionale di valutazione).
Prosegue la «rivoluzione» del ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, una «rivoluzione» annunciata due anni fa, il giorno dell’insediamento a viale Trastevere, e che va avanti nonostante le forti resistenze del mondo della scuola e dell’università e, in alcune fasi, sotto il «fuoco amico» del collega Giulio Tremonti, con le forbici sempre in mano pronto a tagliare tutto il tagliabile.
La prossima tappa ci sarà giovedì prossimo, quando nell’aula di Palazzo Madama inizierà l’esame del disegno di legge di riforma dell’università, forse il provvedimento più importante ed ambizioso della Gelmini. Taglio dei corsi inutili, nuova governance, limite del mandato dei rettori, regole più trasparenti per i concorsi, sono i punti di forza del provvedimento che ha ricevuto apprezzamenti anche dall’opposizione.
Per dare il voto finale sull’operato complessivo della Gelmini probabilmente bisognerà attendere qualche anno, quando tutte le riforme andranno a regime, ma intanto non si può non sottolineare un notevole svecchiamento dell’intero pianeta istruzione. Lungo è l’elenco delle novità già introdotte: dalla riforma organica delle scuole superiori al ritorno del rigore soprattutto nella valutazione della condotta; dall’introduzione di nuovi criteri di finanziamento delle università legati alla qualità della didattica e della ricerca all’obbligo del 6 in tutte le materie per essere ammessi alla maturità.
E proprio dal regolare svolgimento dell’ultimo esame di maturità il ministro ha ricevuto il complimento più inatteso quando il sito Scuola.Zoo (uno dei più trasgressivi e seguiti dagli studenti) ha ammesso: «Il ministero ha vinto la battaglia, nessuna traccia è trapelata prima del tempo». Un’ammissione che suona come una promozione, almeno per questi primi due anni.
Andrea Balzanetti