GIACOMO GALEAZZI, La Stampa 16/7/2010, pagina 12, 16 luglio 2010
PRETI PEDOFILI IL GIRO DI VITE DEL VATICANO
«Purificazione dall’interno» contro il «marciume» nella Chiesa: la «tolleranza zero» di Benedetto XVI diventa legge in ogni diocesi del mondo. Per combattere la pedofilia nel clero e le complicità in Curia e negli episcopati nazionali, entra nei tribunali del Papa il reato di «pedopornografia», la prescrizione passa da 10 a 20 anni, gli abusi sessuali sugli handicappati psichici vengono equiparati a quelli sui minori e anche i cardinali potranno finire alla sbarra per insabbiamenti e coperture.
A nove anni dalle norme di Karol Wojtyla sui «delitti più gravi» (20% del totale), Benedetto XVI inasprisce le misure anti-abusi e cancella le inveterate omertà, la tradizionale «zona grigia» in settori delle gerarchie ecclesiastiche stabilendo che si potrà procedere «per decreto extragiudiziale» o per decisione papale in modo che il prete colpevole venga punito immediatamente. Anche i laici (e non più solo i sacerdoti) faranno parte dei tribunali ecclesiastici incaricati di pronunciarsi sul «clero indegno». Nei delitti contro la fede, i costumi e la morale (inclusa la pedofilia), l’ex Sant’Uffizio «ha il diritto» di giudicare anche i cardinali, inclusi i maggiorenti del Sacro Collegio coinvolti negli sconcertanti casi dei Legionari di Cristo e dell’arcivescovo pedofilo di Vienna, Groer, rimasto nei dicasteri vaticani malgrado le dimissioni in Austria.
Il «segreto pontificio» (cioè la confidenzialità nei processi per abusi) non dovrà più impedire la denuncia alle autorità. Anzi, «bisogna obbedire alle leggi civili senza aspettare l’esito del processo canonico», con obbligo di denuncia alla giustizia ordinaria come previsto dalle normative nazionali. Ora toccherà alle conferenze episcopali stabilire in ciascun paese le forme di cooperazione con la magistratura. «Va dato seguito alle disposizioni della legge civile», spiega il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. Il tentativo di ordinare le donne prete è «un delitto gravissimo contro la fede», e per tale motivo, se ne occuperà, in appello, l’ex Sant’Uffizio, ma non può essere equiparato agli abusi su minori (che riguardano la dimensione morale). Don Fortunato Di Noto, leader dell’associazionismo anti-orchi, sottolinea che «adesso nessuno potrà dire di non sapere o far finta di niente dentro e fuori la Chiesa». Oltre ai delitti di pedofilia, l’ex Sant’Uffizio diviene competente dei delitti contro la fede (eresia, apostasia e scisma) e, dopo i ripetuti scandali sessuali scoppiati negli Stati Uniti e in Europa in istituti per disabili gestiti da religiosi, è stata introdotta l’equiparazione dell’abuso su persone con limitato uso di ragione a quello sui minori. «Le nuove norme vanno nella direzione di una maggiore trasparenza», precisa il pm della Santa Sede, Charles Scicluna. Per questo sarà sanzionata «l’acquisizione, la detenzione o la divulgazione» compiuta da un membro del clero «in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo, di immagini pornografiche di minori di quattordici anni». Dagli Usa, attraverso il sito del New York Times, piovono critiche al Vaticano per reato di ordinazione femminile, il mancato obbligo di denuncia universale e l’eliminazione non totale della prescrizione, però in Curia ribattono che Benedetto XVI ha più volte esortato i vescovi a denunciare i colpevoli alle autorità civili. «Le nuove norme le ha fatte il Papa. - precisa Scicluna -. Non ha fatto un passo indietro, ha rispettato le sue competenze, ma non è compito del Papa dare indicazioni sul diritto civile. Il precetto di obbedire alle leggi dello Stato viene già da San Paolo. Non c’era bisogno di richiamare tutti i principi del buon vivere in un testo tecnico come questo: è un limite imposto già dalla natura del documento». La pubblicazione delle norme, puntualizza Lombardi, «offre un grande contributo alla certezza del diritto in un campo in cui la Chiesa procede con assoluto rigore». La priorità della «riforma» di Ratzinger è «rispondere alle giuste attese di tutela della coerenza morale e della santità evangelica che i fedeli e l’opinione pubblica nutrono verso la Chiesa».