Giuliana Ferraino, Corriere della Sera 15/07/2010, 15 luglio 2010
TRENI E BENZINA, CORSA AGLI AUMENTI. DIECI VOLTE PIU’ DEL CAROVITA MEDIO
L’inflazione rallenta e a giugno scende all’1,3% rispetto all’1,4% di maggio; a livello mensile invece resta ferma. A raffreddare i prezzi, spiega l’Istat, è stato soprattutto il settore dell’energia, a cominciare dalla benzina, che ha dimezzato la corsa a due cifre dei mesi scorsi, ma è anche merito del carrello della spesa, con i cartellini dei prodotti alimentari e delle bevande in flessione dello 0,3% rispetto al giugno 2009.
Eppure, scorrendo il paniere dei beni che contribuiscono all’indice nazionale dei prezzi al consumo, fa impressione confrontare il dato tutto sommato contenuto del carovita con gli aumenti (tendenziali) più vistosi. A giugno, ad esempio, il prezzo del gasolio per autotrazione è cresciuto del 13,3%, quello della benzina del 6,9%. Volano dell’11,2% le tariffe dei servizi postali. Rincara l’acqua potabile (+6,3). Lievitano i costi dei trasporti (+3,7%), spinti soprattutto dai forti rincari dei biglietti dei treni (+9,6%) e dalle assicurazioni sui veicoli (+7,7%). Costa di più studiare, dalla scuola primaria (+5,3%) a quella d’infanzia (+ 4,2%), ma aumenta anche l’istruzione secondaria e universitaria.
Certo, poi ci sono i segni meno. Come quelli del capitolo alimentare. Il prezzo della frutta fresca, per esempio è scesa del 6,6%, quello della verdura del 2,2%. Ma anche latte e pasta sono in flessione. E poiché la spesa quotidiana è fatta soprattutto di cibo e carburanti, ecco che il conto scende visto che i rincari dei prodotti acquistati con maggior frequenza si sono fermati nel complesso all’1,6% annuo, calcola l’Istat, cinque punti percentuali in meno di maggio.
Le città più care? Aosta, Trieste e Napoli, mentre Milano emerge tra i capoluoghi con variazioni più moderate, con Bologna e Bari.
Anche in Europa si conferma una tendenza al ribasso del carovita in giugno. Il tasso di inflazione dell’Eurozona, diffuso ieri da Eurostat, è infatti diminuito all’1,4% dall’1,6% di maggio; nell’Europa allargata a 27 il tasso scende invece dal 2 all’1,9%. Se l’indice italiano armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca), usato a livello continentale, è passato dall’1,6 all’1,5%, spiccano i dati agli antipodi di alcuni Paesi. Così in Irlanda il tasso d’inflazione è negativo del 2%, mentre in Grecia sale al 5,2%. E la Germania locomotiva continentale è allo 0,8%.
Giuliana Ferraino