VALERIA FRASCHETTI, la Repubblica 14/7/2010, 14 luglio 2010
BIRRA LA BIONDA PERFETTA SARA SCELTA DALLE DONNE
Niente di più maschio di una bionda? Non più: binomio superato, quello tra uomini e birra. Dietro al successo di molte etichette della bevanda alcolica più bevuta al mondo oggi ci sono sempre più donne. Non quelle che hanno sempre fatto da metafora dell´oggetto del desiderio nelle pubblicità, bellezze svenevoli a inizio Novecento, avvenenti alla Filippa Lagerback più di recente. Ma degustatrici, donne in carne ed ossa che in quanto ad acume di olfatto e palato sbaragliano i colleghi di sesso maschile e per questo stanno acquisendo un ruolo sempre più importante nei birrifici.
Tra le società che stanno contribuendo ad abbassare l´esondante tasso testosteronico del settore c´è SabMiller, il colosso britannico che, tra le altre, spilla Peroni, Grolsch e Pilsner Urquell. Nel tentativo di trovare nuovi degustatori per esaminare le sue miscele, qualche anno fa l´azienda invitò gli impiegati, dalle segretarie agli esperti di marketing, a farsi avanti. I test non lasciarono dubbi: «Abbiamo scoperto che le persone di sesso femminile sono spesso più sensibili nell´individuare i livelli di sapore delle birre», ha raccontato al Wall Street Journal Barry Axcell, mastro birraio alla SabMiller. Il risultato è che oggi tra i loro 1000 assaggiatori professionisti il 30 per cento sono donne: quattro volte in più di dieci anni fa.
Anche in Italia i panel di degustazione delle industrie birraie somigliano sempre meno a sale d´attesa di un reparto di urologia. Tra gli assaggiatori della Carslberg due su 12 sono donne, di cui una è anche responsabile del controllo qualità. A Comun Nuovo, provincia di Bergamo, dove sorge uno degli stabilimenti dell´Heineken, sono addirittura cinque su 15. Mentre della Forst di Bolzano Margherita Fuchs von Mannstein non è solo mastro birraio, ne è anche amministratrice delegato.
L´abilità delle degustatrici di bionde potrebbe apparire una beffa al buon senso. A voler giudicare dalla quantità di boccali bevuti, infatti, non ci sarebbero dubbi: gli uomini sembrerebbero dei provetti degustatori di birra: nel mondo sette consumatori su dieci restano maschi, stando ai sondaggi della Datamonitor Group. Solo che la pratica non sempre rende perfetti e quando la birra va assaggiata, e non tracannata, le donne hanno la meglio. Questione di fiuto, principalmente. «Sanno percepire meglio gli odori a concentrazione più bassa», spiega Carlo Odello, del Centro Studi Assaggiatori, specializzato in ricerche di analisi sensoriali sui prodotti alimentari. A detta del direttore di AssoBirra, Filippo Terzaghi, «le donne tendono a percepire con più facilità alcuni difetti della bevanda». Come il cosiddetto «sentore di banana» che si può creare nel processo di fermentazione, o quello di «puzzola» causato dall´esposizione al sole delle bottiglie.
In realtà, vari studi scientifici hanno da tempo dimostrato che per ragioni fisiologiche il sesso femminile è superiore in quanto a raffinatezza dell´olfatto: un senso essenziale quando il panel di assaggiatori di un´azienda deve giudicare se le caratteristiche di una birra, sia quella che zampilla dai fusti degli stabilimenti che quella già imbottigliata, corrispondono esattamente a quelle prescritte nella ricetta.
Dunque, perché il bastione maschio della produzione birraia ha impiegato tanto a schiudere le sue porte al gentil sesso? I pregiudizi, si sa, sono lenti a morire. Ma per il direttore di Assobirra il ritardo è anche conseguenza dei preconcetti delle donne verso la bevanda: «A lungo hanno creduto che gonfiasse. Ora con l´aumento delle consumatrici, che sono il 42% del totale in Italia, stanno crescendo anche le degustatrici». Insomma, la curiosità vien bevendo.
Eppure, l´ascesa delle assaggiatrici è quasi un ritorno alle origini. All´epoca dei sumeri, il primo popolo birraio, la produzione della bevanda al malto era attività per sole donne.