ALBERTO ARBASINO, la Repubblica 15/7/2010, 15 luglio 2010
L´IRRESTIBILE FASCINO DEL SUPPLIZIO
Ah, la flagellazione. Come piace sempre: ai ricchi sofisticati come ai poveri più disgraziati, e sia alle massime divinità sia al grande pubblico. Che successo costante, ad ogni livello, per chi fustiga e scudiscia e staffila non solo i costumi per cliché giornalistico, ma i veri corpi con autentico sangue e tremendi dolori che dànno piacere ai sommi numi come ai volgari spettatori e agli squisiti esteti, nelle arti e negli spettacoli e in ogni sorta di fiction o internet. Perfino nelle fattispecie più intimistiche di «do-it-yourself» come il cilicio, gli aghi, gli spilli, le spine, i chiodi. (Meglio che niente, sostengono le anime più belle).
Tutto un trovarobato sferzante e intrigante, per il connaisseur come per il dilettante voyeur: nerbi, verghe, bacchette, "ferulae" latine, "knut" russi, gatti medioevali a nove o più code, flagelli anche di Dio... E che soddisfazione, "live" o in differita: schiene e natiche e cosce striate da cicatrici e cilici! Carnefici in calzoncini spietati accaniti su corpi sanguinolenti e purulenti! E chissà che parolacce! Castighi e martirii orrendissimi in affreschi, dipinti, polaroid, sculture, filmini da pornoshop, autopunizioni e penitenze nella più stretta privacy con o senza specchi o sound... Anche fra vecchietti bruttissimi, in siti e portali sempre più deplorevoli.
«Che macello!» ridacchiano i ragazzini. «Che via crucis e che calvario!» si arrabbiano i turisti del weekend. Ma già nella Turandot di Puccini, i gran dignitari Ping e Pong: «Ha inizio la cerimonia! Andiamo a goderci l´ennesimo supplizio!»... Come piacciono le torture e le sciagure e i carnai. Le disgrazie attirano. Quali elevazioni, ed erezioni, e magari deiezioni, ad ogni rappresentazione di un qualunque macello! Evidentemente, una costante caratteriale dell´animo umano.
Fin troppo umano: con transfert delle proprie pulsioni a qualche supposto ente sovrumano che dovrebbe provare - ma perché? - lo stesso piacere degli spettatori malvagi amanti delle rappresentazioni di sciagure e massacri, fans anche a pagamento di stragi grandi e piccole, antiche e moderne, etniche o storiche o geografiche o geologiche o ideologiche o politiche. Crolli, naufragi, incendi, eruzioni, inondazioni, polluzioni, eccidi e carneficine abbondanti, al sangue.
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Ma qui chez nous, intanto, se un credente o un laico o un fedele musulmano o luterano o confuciano o ebreo o indù si malmena e maltratta e sferza - o se giornalisti e politici si bacchettano in tv - a chi farebbe piacere sul serio? A Giove e Giunone, ad Abramo e Isacco, a Buddha, a Bacco, a Gambrinus, a qualche Santo o Martire o Papa? O alle Tre Grazie?