GINA KOLATA, la Repubblica 15/7/2010, 15 luglio 2010
LA SPERANZA DEI MEDICI PREVENIRE L´ALZHEIMER
Per la prima volta in venticinque anni, gli esperti di medicina stanno proponendo di cambiare radicalmente i criteri diagnostici che portano a individuare l´Alzheimer, nell´ambito di nuove ricerche finalizzate a riconoscere ed eventualmente curare la malattia in fase precoce. Con tali nuove linee guida si potrebbe identificare la malattia prima ancora che si presentino le sue avvisaglie più evidenti come la perdita di memoria.Se si deciderà di adottare queste linee guida, presentate martedì scorso a un importante meeting internazionale sull´Alzheimer tenutosi alle Hawaii, secondo alcuni esperti ci sarà un aumento di due-tre volte nel numero dei soggetti colpiti dall´Alzheimer (oggi negli Stati Uniti circa 5,3 milioni), e molte più persone conosceranno con grande anticipo questa loro prognosi.
Tali cambiamenti non indifferenti potranno altresì aiutare le società farmaceutiche che, per la prima volta, stanno lavorando a farmaci mirati per aggredire la malattia nei suoi primi stadi, anche se finora nessun farmaco si è dimostrato in grado di alterare il decorso della malattia. La messa a punto di queste nuove linee guida, a opera di esperti coordinati dall´Istituto nazionale per l´invecchiamento e dall´Associazione Alzheimer, è iniziata un anno fa, una volta compreso una volta per tutte - grazie alle sempre più approfondite conoscenze sulla malattia e ai nuovi metodi per diagnosticarla precocemente - che le prassi diagnostiche dell´Alzheimer erano assolutamente obsolete.
Tra gli attuali criteri formali per la diagnosi di questa patologia vi sono una graduale e costante demenza - perdita di memoria, incapacità a espletare le incombenze quotidiane, come vestirsi o lavarsi - unitamente alla presenza di placche constatata dai patologi e altre anomalie, note come "grovigli", che si presentano di norma nel cervello dopo la morte.
I ricercatori, invece, adesso sono convinti che la malattia sia presente già dieci anni o più prima che la demenza si manifesti. Il dottor Paul Aisen, ricercatore dell´università della California a San Diego che si occupa di Alzheimer e ha fatto parte del gruppo di esperti convocati per tracciare le nuove linee guida, ha detto che "le nostre opinioni sono radicalmente mutate. Ormai consideriamo la demenza come una fase già molto avanzata della malattia". Tra le nuove linee guida vi sono i parametri necessari a individuare i tre stadi della malattia: la malattia pre-clinica, un leggero deterioramento delle facoltà cognitive dovuto all´Alzheimer, e infine la demenza dovuta all´Alzheimer conclamato. Queste linee guida dovrebbero rendere definitiva, nelle persone che hanno la sola demenza, la diagnosi di stadio avanzato della malattia. In relazione alle nuove linee guida, tuttavia, è anche vero che quanto prima è effettuata la diagnosi tanto meno sicura essa è. In pratica, il nuovo tentativo di diagnosticare la malattia con grande anticipo potrebbe, almeno inizialmente, portare a maggiori diagnosi sbagliate.
In ogni caso, le diagnosi effettuate con le nuove linee guida mirano a individuare la malattia a mano a mano che si sviluppa tramite i risultati dei cosiddetti test sui biomarker, per esempio tramite tomografie, risonanze magnetiche e prelievi del midollo spinale che mettono in luce segni rivelatori dei cambiamenti cerebrali. I biomarker sono stati messi a punto e sperimentati soltanto di recente, e nessuno è stato formalmente approvato ai fini della diagnosi dell´Alzheimer. Una delle tecniche più innovative, la Pet, è in grado di mettere in evidenza la placca nel cervello, un segno indiscutibile della presenza della patologia. Gli altri biomarker forniscono forti indicazioni della presenza dell´Alzheimer, perfino quando i pazienti non danno ancora segno di demenza o neppure di perdita di memoria. Secondo Aisen, in futuro i cinquantenni potranno sottoporsi a test sui biomarker per l´Alzheimer e se l´esito dovesse confermare che la malattia sta per insorgere, potranno assumere farmaci per bloccarla. Certo, non si parla di un futuro prossimo, ma quanto meno "questa è la direzione nella quale stiamo procedendo".
c.2010 New York Times News Service
Traduzione di Anna Bissanti