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 2010  luglio 15 Giovedì calendario

SE CARBONI INIZIA A PARLARE...

Quello che già si vede e quello che ancora è nell’ombra. «Se Carboni inizia veramente a dire la verità sono cazzi di troppi, quindi sai... A questo punto, per la prima volta, gli prudono veramente le mani e la bocca... Nonché il ruolo di Martino.. Io e te sappiamo molto di più... Cioè: vadano a vedere le cose vere, mica le cagate, il convegno dei magistrati, ordire delle trame... Possiamo dirglielo noi cosa possono andare a cercare con Martino... Voglio dire, sappiamo che figura è, ma soprattutto di chi è veramente...».
Rapporti inconfessabili, ricatti incrociati, lo spettro della camorra che aleggia sulla P3. questo il filone - in gran parte coperto dal segreto - di cui si stanno occupando i carabinieri del nucleo operativo di Roma, coordinati dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo. La conversazione in questione è datata 14 aprile 2010. una delle ultime trascritte. Riguarda due soci d’affari di Flavio Carboni. Nella richiesta di proroga per le intercettazioni, gli investigatori spiegano: «Si riferiscono non soltanto alle notizie diffuse dai giornali sulla presente indagine, ma anche ad informazioni riservate in possesso di Carboni, a loro note, che potrebbero pregiudicare la posizione di molti». Cosa sa il «pensionato» Carboni? Chi può ricattare?
Ferrovienord e Edilnord
Non soltanto l’eolico. Flavio Carboni stava cercando di entrare nel progetto per la riqualificazione delle stazioni di Ferrovienord, società quotata in borsa, con azionista di riferimento la Regione Lombardia. Carboni lo faceva attraverso una società che si chiama HGP. Ma era molto preoccupato per la leggerezza commessa da un suo collaboratore. Colpa di un fax che non doveva spedire. Un fax in cui si fa esplicito riferimento a 30 mila euro «a riprova degli impegni assunti da HGP, anche nella fase propedeutica alla stipula dell’accordo». Ed ecco Carboni che si sfoga con il socio Riccardo Piana, in quella che sembra quasi una confessione in diretta: «Ma io non l’ho letto, se l’avessi letto non l’avrei... Non sarebbe partito! Se si parla di soldi, di cose così, è un errore grosso. Bisognava rispondere! Ma non minacciando! Si parla anche di cose date?». Piana: «Si parla di tutto». Carboni: «Eh.. Ho capito, quello è un reato, scusami eh...». Piana cerca di rassicurarlo: «Bisogna distruggere tutte le copie, soprattutto non le devi avere neanche tu». Scrivono gli investigatori: «Emerge un quadro indiziario grave, circa l’esistenza di un probabile ulteriore fatto corruttivo...». Sempre Carboni, a proposito di un altro affare, mentre parla al telefono con Arcangelo Martino: «Sto lavorando.. Stiamo chiamando... Piuttosto mi hanno comunicato.. Dice che l’accordo con Edilnord è saltato». L’Edilnord è la società di Paolo Berlusconi.
Ho dato a Denis... Capito?
Il 1° ottobre 2009 un milione di euro passano da un conto acceso in un banca dell’Emilia Romagna a un conto intestato alla moglie di Carboni. Parte di quella somma risulta utilizzata per l’emissione di alcuni assegni circolari a nome di Giuseppe Tommasetti, negoziati presso il Credito Cooperativo Fiorentino di Campi Bisenzio. la banca di Denis Verdini. Quei soldi sono vitali per mandare avanti il progetto, servono per oliare i meccanismi e organizzare convegni. Così Carboni a Tomasetti dopo l’operazione bancaria: «Ho dato cose tue... Ho dato a Denis, capito? Ti ringrazia, ti vuole conoscere, l’onorevole...». Flavio Carboni tiene i rapporti con la politica. Definisce Marcello Dell’Utri: «L’amico nostro Marcello». lui che muove i soldi. Ed è sempre lui che intrattiene rapporti d’affari con Pasquale De Martino. A proposito del quale, gli investigatori scrivono: «Sono emersi indizi consistenti in ordine all’esistenza di interessi comuni fra appartenenti alla criminalità organizzata di origine campana (con particolare riferimento al clan Sarno) e alcuni personaggi romani fra i quali De Martino Pasquale». Si occupa di scommesse on-line. Ed è l’uomo che, in una telefonata, dice: «Dobbiamo far finta che Flavio ha avuto un prestito». E qui la camorra non sembra più soltanto uno spettro.