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 2010  luglio 15 Giovedì calendario

PAGO MA CON LA SIM - «A

ttento: con quest’ultimo acquisto il tuo conto è finito in rosso e tra dieci giorni arriverà l’addebito della bolletta telefonica ». Così ci avvisa un messaggio automatico che arriva sul cellulare dopo averlo usato per comprare qualcosa. Adesso è solo un ipotetico futuro, ma toccherà presto abituarci all’idea. Le pedine tecnologiche e commerciali si stanno muovendo in fretta e all’unisono perché il cellulare si trasformi in una carta di credito 2.0. Non un semplice borsellino elettronico, beninteso, ma uno strumento a due vie: interattivo e personalizzato, in grado di informare e consigliare. I big della telefonia, dopo anni di indugi, stanno guardando ora con molta attenzione a questi sviluppi. «L’Nfc (Near field communication) è una tecnologia che supportiamo attivamente. A partire dal 2011, il nostro portfolio globale di smartphone symbian comincerà a includere Nfc», ha detto a metà giugno Anssi Vanjoki, nuovo responsabile del reparto Mobile solutions di Nokia. Nfc è la frontiera più evoluta dei pagamenti mobili (tramite onde radio e contactless). Nokia così si dimostra decisa a rompere il ghiaccio: finora ha usato solo in sperimentazioni il suo modello con Nfc, il 6216. Stesso utilizzo per il Samsung Star, che però «lanceremo a breve. Poi venderemo un altro modello Nfc nella seconda metà del 2010 e un altro ancora a inizi 2011», dice Antonio Bosio, product manager della divisione tlc di Samsung Italia. Pare che anche Apple abbia fiutato il nuovo vento. Ha depositato alcuni brevetti sull’Nfc, tanto che ci si aspettava questa funzione già nel nuovo modello iPhone 4G. Così non è stato, però, e ora l’ipotesi più accreditata è che arriverà in una futura versione, l’anno prossimo.
I produttori accelerano anche perché ormai non dipende più solo da loro la presenza dell’Nfc nei cellulari. Adesso il chip per pagare contactless può essere messo anche nelle memory card o nelle sim, grazie all’impegno quindi di altri attori: « una delle novità più interessanti nel settore », dice Carlo Maria Medaglia, direttore di RfidLab alla Sapienza di Roma. Il chip Nfc può essere legato alla sim grazie alla tecnologia di Single wire protocol (il cui standard è a un passo dal varo) e comunicare con essa tramite il wifi del cellulare. La sim è al centro di altre due tecnologie emergenti, Cat Ip e Smart card web server. Permettono di integrarvi, rispettivamente, applicazioni o pagine web. Così l’utente può accedere agli strumenti di pagamento direttamente dalla sim, senza bisogno di installare software né di connettersi a internet. La connessione serve solo nella fase finale d’acquisto. A differenza dell’Nfc, queste soluzioni sono già usate in Europa (in Italia, da Noverca e da Poste Mobile), anche se ancora in un modo incompleto. Al momento Noverca permette così solo di ricaricare il cellulare, ma entro l’anno dovrebbe aprire l’acquisto di beni e servizi (come i biglietti di spettacoli). Ci lavora anche Poste. Sono in corso vari tentativi, anche rudimentali, per sposare cellulari e pagamenti: negli Stati Uniti si diffondono mini lettori pos che si collegano all’auricolare. Grazie a un software da installare sul cellulare, consentono anche di controllare lo storico degli importi, geolocalizzati, e di mandare fattura via mail.
Ma se diventa più intelligente lo strumento con cui usare il denaro, forse cambierà anche il modo con cui lo si gestisce. I rapporti stessi tra utenti e soldi potrebbero maturare, diventando più meditati: è uno scenario in cui crede Nokia, che sta spingendo i servizi di pagamenti mobili nei Paesi in via di sviluppo (prossimamente, anche da noi). «Il cellulare ci permetterà di controllare meglio le nostre spese perché ci dirà in ogni momento quanti soldi abbiamo in banca e ci avviserà quando sta per scadere una bolletta ”,dice a Nòva24 Gerhard Romen, direttore servizi mobili finanziari di Nokia ”. I pagamenti mobili ci faranno anche risparmiare tempo e aumenteranno la nostra sicurezza. Elimineranno infatti il bisogno di contanti, sostituiti dal denaro elettronico anche per i piccoli acquisti».
«Questo servizio avrà successo: portafoglio e cellulare sono due elementi vicini e molto personali ”, dice Monica Fabris, sociologa e presidente dell’Istituto di ricerca Gpf (fondata da Gian Paolo Fabris) ”. I pagamenti mobili sono utili e comodi, anche se all’inizio affronteranno le resistenze culturale delle persone». La sfida dei pagamenti mobili è stata in fondo sempre questa: superare le resistenze di molti attori. Tra i quali fino a ieri si annoveravano anche gli stessi big del settore telefonico. Alessandro Longo • UN MERCATO CON UNA CRESCITA A DUE CIFRE - I servizi di pagamento su cellula-re sembrano intrappolati tra le tecnologie del passato, affermate ma di corto respiro, e quelle del futuro, che tardano ad andare oltre le sperimentazioni. « così in Italia come nel resto d’Europa. Prevediamo però che quest’anno si riuscirà a partire davvero: il mercato dei pagamenti via cellulare crescerà a due cifre, rispetto al 2009», dice Filippo Renga, ricercatore di School of Management-Politecnico di Milano, che ha un osservatorio dedicato a questi servizi. Nel 2009 il fatturato dei pagamenti mobili era briciole, tanto che il Politecnico non aveva neanche scritto una cifra nell’ultimo rapporto. «Stiamo parlando di qualcosa compreso tra i 50 e i 100 milioni. Troppo piccola per poter essere bene inquadrata» dice Renga. Nel 2009 erano 80 i servizi di mobile payment. Il grosso di questi si appoggiava ancora ai tradizionali sms.L’utente,mandandoli a un numero apposito, può già pagare parcheggi ( in una trentina di città), biglietti di alcuni mezzi pubblici e spettacoli (in pochi cinema).
La novità 2010 è che si stanno diffondendo le piattaforme mobile commerce tramite internet. «Per esempio, per comprare biglietti Trenitalia. I cui servizi digitali, a quanto pare, funzionano meglio di quelli fisici», dice con ironia Renga. «Una soluzione innovativa, che si sta affermando in Europa, è associare mobile advertising con mobile commerce. qualcosa a cui, da noi, sta lavorando Poste», aggiunge. Funziona così: l’utente riceve una pubblicità personalizzata (via sms o web) con un link per comprare subito, con lo stesso cellulare, il prodotto o il servizio reclamizzati. Poste e Noverca, inoltre, hanno fatto in modo che l’utente potesse usare il mobile commerce con particolare immediatezza, perché l’hanno integrato nella sim (con appositi menu). Poste è anche uno dei principali responsabili del fenomeno del money transfer mobile, che sta decollando anche in Italia: invio di denaro tramite il cellulare a utenti che perlopiù risiedono all’estero.Tipicamente, avviene dagli immigrati verso le proprie famiglie. Farlo via cellulare è più economico e più comodo rispetto ai metodi tradizionali (basati su sportelli fisici).
Servizi più innovativi sono basati su Nfc (Near field communications, con chip Rfid e onde radio): per pagare avvicinando il cellulare a speciali pos (gli stessi che ora accettano pagamenti contactless). Nfc Forum adesso conta circa 100 sperimentazioni nel mondo, ma solo in Giappone ci sono servizi commerciali avviati. In Italia, il progetto più importante è del Credito Valtellinese e di Visa, che sperimentano l’Nfc nelle città di Sondrio, Chiavenna, Morbegno, Tirano e Bormio, con 180 esercenti abilitati. Telecom Italia inoltre permette di pagare con il cellulare Nfc Nokia, in via sperimentale, i trasporti pubblici milanesi. Novità sono attese da Vodafone, Poste, Wind e dalla stessa Telecom nei prossimi mesi, se riusciranno a stringere accordi con esercenti e trasporti pubblici, per abilitare i pagamenti Nfc. Sono alla finestra: «al momento, nessun operatore italiano ha sfruttato le nuove possibilità offerte dalla normativa, che da novembre 2009 consentirebbe loro di offrire servizi di pagamento senza la mediazione delle banche », dice Renga.