Mario Pirani, la Repubblica 12/7/2010, 12 luglio 2010
TREMONTI HA CAPITO DOVE SPIRA IL VENTO
Ogni giorno trova conferma la verità del vecchio detto secondo cui il Maligno si nasconde nei dettagli. Così, mentre i temi generali sulla manovra finanziaria vengono largamente dibattuti e saranno, alla fine, risolti da un maxi emendamento su cui il governo porrà la fiducia, le lotte intestine per spostare preventivamente singole poste di pochi o molti milioni di euro, dall´uno all´altro articolo della legge, si svolgono nella disattenzione dei cittadini, che non sono neppure al corrente delle faide in corso, del frenetico attivismo delle lobbies, degli scambi inverecondi tra politica e affari. Un caso tipico è quello dell´art. 45, introdotto da Tremonti per porre un freno alla speculazione sugli incentivi - i più alti al mondo - che il nostro paese destina agli impianti eolici. Non è per vantare dei meriti ma nella nostra rubrica ci eravamo più volte rivolti al ministro dell´Economia proprio perché tra i risparmi possibili non trascurasse qualche sano taglio in un settore che, non per caso, è diventato un pascolo frequentatissimo dalla criminalità organizzata. Tra tante critiche a Tremonti va ascritto a suo merito aver abolito l´obbligo all´autorità pubblica del settore, il Gestore del Mercato elettrico, di acquistare i «certificati verdi» che risultassero invenduti, con un risparmio sulle bollette di almeno 600 milioni nel solo primo anno.Tenterò di chiarire ai lettori di che si tratta, in termini elementari: i certificati verdi sono dei bond che vengono rilasciati come incentivo a chi produce energie alternative al petrolio. Questi bond avevano finora un prezzo pressoché fisso che si aggirava tra gli 80 e i 100 euro. Li acquistavano le industrie inquinanti, a cominciare da alcuni petrolieri, che in tal modo «ripagavano» le multe che altrimenti avrebbero dovuto sborsare per non aver ancora ottemperato all´obbligo di risanare le produzioni, figurando virtualmente come produttori di energia verde senza in realtà procedere alla svolta ecologica reale. Gli accordi internazionali obbligano infatti l´Italia a raggiungere la quota del 25% di produzione energetica da fonti rinnovabili, salvo pagamento di salate sanzioni. In definitiva i «palazzinari del vento» avevano convenienza a costruire torri eoliche anche dove non spira un alito di brezza e gli inquinatori trovavano una facile scappatoia per continuare ad avvelenare l´ambiente. Il tutto scaricato sulle bollette. La posta in gioco è così alta che i partiti si sono divisi ed anche le organizzazioni ambientaliste.Al Senato ben 18 emendamenti per sopprimere l´art. 45 sono stati presentati da parlamentari di quasi tutti i gruppi. Come ha detto Emma Bonino «qualcuno li ha presentai dietro pressioni varie, senza capire cosa stava presentando. E allora - ha aggiunto - è il caso di essere chiari: l´attuale obbligo di riacquisto dei CV ha trasformato questi titoli in bond garantiti non dallo Stato ma dalle bollette degli italiani. Invece di essere contrattati sul mercato e quindi avere un prezzo variabile, sono a prezzo fisso, tanto poi ci sono i fessi che pagano. Tremonti abolendo il prezzo fisso (e l´obbligo pubblico di riacquisto ndr) ha cancellato una ingiustificata rendita di posizione e uno stimolo alla speculazione sulle rinnovabili. Per una volta: bravo Tremonti!» Ma il solitario e giusto plauso della Bonino non si era ancora spento che si scatenava nel sottobosco di palazzo Madama, l´armeggio etero diretto per ricondurre i padri coscritti a più accorti consigli, ottenendo qualche primo successo. Primo fra i quali lo spostamento di un anno, dal 2010 al 2011, dell´esecutività della misura. E in Italia come è noto l´arte del rinvio non conosce limiti. Sarà bene che i consumatori, i politici onesti e gli industriali veri aprano bene gli occhi su come andrà a finire la vicenda. Qualunque sia il giudizio complessivo sulla manovra sostenuta da Tremonti, bisogna, quindi, riconoscere che l´articolo 45, pur con tutti i suoi limiti, rappresenta finalmente una virtuosa inversione di tendenza.Auguriamoci che la potente lobby dell´eolico non riesca a cancellarlo.