ALESSANDRA COMAZZI, La Stampa 8/7/2010, pagina 37, 8 luglio 2010
CLAUDIA MORI
Mirabile cortocircuito tv, al RomaFictionFest: da una parte i Tele-visionari Anni ’70, quelli delle reti allora dette «libere» e subito avvinghiate dalle catene del «sistema», raccontati da un documentario di History Channel. Dall’altra la dichiarazione sorridente ma battagliera di Claudia Mori: «Se non mi fanno girare, io mi incateno. Ma non ai cancelli della Rai, quella del cavallo. Vado proprio sotto casa del direttore di Raiuno e del dg». Nel suo ruolo di produttrice di fiction, è premiata qui per la qualità: e le storie di De Gasperi, Einstein, Basaglia sono buoni esempi narrativi. Adesso ha in progetto quattro storie di violenza sulle donne, «e mi aveva dato una bella mano Fabrizio Del Noce. Allora i progetti erano sei, affidati a Liliana Cavani, Margarethe von Trotta e Gillo Pontecorvo, strada facendo si sono persi la pedofilia e la tratta delle nigeriane, valutati troppo crudi per il sonnolento pubblico di Raiuno. «Pubblico che invece - sostiene Mori - è perfettamente in grado di capire. Gli argomenti sopravvissuti sono: stalking, web, violenza in famiglia, prostituzione. A giorni dovremmo cominciare a girare. Lo dico da gennaio. E se stavolta non s’inizia, mi incateno».
Non è male immaginarsi questa bella signora bruna, combattiva e non pentita nemmeno di X factor, incatenata sotto casa di Mazza & Masi. Parlerebbe di censura? «Censura ce n’è tanta, in Italia, talvolta la chiamano linea editoriale. Il guaio è che ci stiamo abituando. Chi me lo fa fare, ogni tanto mi chiedo. Ci sono troppe difficoltà, per quella che dovrebbe essere una tv di Stato. Non è soltanto la necessità di combattere sempre. E’ l’umiliazione di dover parlare con dirigenti cui non importa nulla di quel che dici. E’ questo che in futuro potrebbe farmi desistere. O forse no». In programma anche la storia di Fred Buscaglione «e quella di Enzo Tortora. Ma la vorrei fare con Sky». Signori di Sky, che ne dite? «Si può fare». Ma intanto Sky Italia collabora con la BBC per un affresco dei Medici che cominci da Cosimo. In programma pure un seguito di Romanzo criminale e la vicenda di Felice Maniero, il capo della mala del Brenta che, dice Andrea Porporati, uno degli sceneggiatori, «considerava il crimine inevitabile per l’arricchimento, ed era convinto di poterlo gestire». Tra i prodotti d’acquisto, da vedere uno splendido Al Pacino Dr. Morte, e la storia di Temple Grandin, una visionaria di intelligenza superiore ma autistica: riuscirà a forzare la sua gabbia studiando le mucche. E certo, era un genio. Beata la cura che non ha bisogno di genialità.