Lea Mattarella, La Repubblica 5/6/2010, 5 giugno 2010
GEORGIA O’KEEFFE
ROMA - «Tutti noi abbiamo a che fare con i fiori. Allunghiamo le mani per toccarli, ci chiniamo per odorarli o li doniamo a qualcuno per fargli piacere. Ma di rado ci concediamo il tempo di osservarli davvero. Ho dipinto ciascun fiore come appare a me, e l’ho dipinto grande in modo che anche gli altri vedessero ciò che vedo io». Sono parole di Georgia O’ Keeffe, la leggendaria pittrice americana, nata nel 1887 e scomparsa nel 1986. I suoi fiori così allusivamente erotici che hanno fatto scrivere a Murdock Pemberton: «Gli psichiatri mandano i loro pazienti a vedere le tele di O’ Keeffe... Quelli zoppicano fino al tempio di Santa Georgia e poi volano via sulle ali della libido», le hanno dato una fama mondiale (il suo record in asta: 6,2 milioni di dollari, la cifra più alta pagata per l’ opera di una donna). La corposa biografia scritta da Hunter Drohojowska-Philp, appena stampata da Johan&Levi (pp. 541, euro 33,00) ne ricostruisce le tappe dell’ arte e della vita: dall’ infanzia disagiata al matrimonio con il suo gallerista, il fotografo Alfred Stieglitz di vent’ anni più vecchio di lei, fino alla scelta di passare gli ultimi 20 anni in un ranch nel New Mexico, a contatto con la verità della terra.