Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  luglio 10 Sabato calendario

Boom dell’export di latte e derivati made in italy in nuova Zelanda. Tra il 2008 e il 2009 le importazioni dall’Italia sono cresciute del 253% in un solo anno (secondo i dati Istat 2008/2009)

Boom dell’export di latte e derivati made in italy in nuova Zelanda. Tra il 2008 e il 2009 le importazioni dall’Italia sono cresciute del 253% in un solo anno (secondo i dati Istat 2008/2009). Nonostante l’arcipelago neozelandese sia il più grande produttore di latte bovino al mondo le importazioni dal nostro paese sono costanti, sottolineando l’efficacia delle normative e dei controlli italiani che si prefiggono l’obiettivo di conseguire un elevato livello di protezione della vita e della salute dell’uomo. Analizzando dunque tale fenomeno dal punto di vista strettamente commerciale, in teoria non si rileverebbe nulla di particolare, dal momento che rappresenta meno dell’1% del totale delle esportazioni italiane (l’esportazione rappresenta il 15,7% del pil nazionale, con un valore complessivo di 240miliardi di euro), se non fosse che la Nuova Zelanda rappresenti appunto il leader mondiale per la produzione di latte in polvere e derivati. Altra peculiarità che caratterizza questa terra, e che aumenta quindi l’importanza del risultato ottenuto dall’Italia, è la vocazione all’export, dovuta all’eccedenza di produzione di prodotti lattiero caseari in rapporto alla produzione. Altre due voci degne di nota sono quelle relative all’esportazione di carne (+86% rispetto al 2008) e di cereali (+137% rispetto al 2008). Per quanto concerne le altre voci relative all’export del made in Italy nel mondo, invece, c’è da osservare che il disavanzo della bilancia commerciale tra import ed export rimane sempre in rosso: importiamo il doppio di quanto riusciamo ad esportare per il latte e derivati, il triplo per quanto concerne carni e cereali, mentre siamo in sostanziale pareggio per quanto riguarda gli ortaggi. Contestualizzando questi dati nel periodo di crisi economica che stiamo attraversando, si evince che l’export agroalimentare italiano sta tenendo duro, superando ogni tipo di aspettativa: stiamo infatti assistendo ad un crollo dell’import nazionale (-12% per i lattiero caseari e -26 per i cereali), mentre la richiesta dei nostri prodotti all’estero è in forte crescita.