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 2010  luglio 09 Venerdì calendario

IL TASSISTA DICHIARA GUERRA AI SIGNORI DELL’ORO NERO

Mille euro. Mille euro di caro-gasolio che ora il condu­ce­nte di un’auto a noleggio ri­vuole indietro. Il prezzo del petrolio nei mesi scorsi è sce­so, ma il pieno no. Resta sem­pre inchiodato in alto, ai valo­ri massimi raggiunti dall’oro nero, e non ne vuol sapere di andare giù. Così ora dalla pro­vincia profonda, da San Seve­rino Marche, ecco la dichiara­zione di guerra del proprieta­rio di una Citroen che nella zona tutti conoscono. Fabri­zio Della Mora è un autista molto noto a San Severino. Oggi cambia pelle e si veste da Davide contro il Golia del­le multinazionali petrolifere. In questo caso un colosso co­me Tamoil. Della Mora, dal­l’inizio dell’anno ha fatto cen­to volte il pieno e cento volte si è incavolato perché il prez­zo al litro del carburante non scendeva. Possibile? Dopo mesi di attesa, Della Mora ha deciso di mettere mano alla fionda: nel suo caso il giudice di pace di San Severino Mar­che, in provincia di Macera­ta. La causa civile inizia oggi: in ballo c’è una richiesta di mille euro. Cifra che si ottie­ne calcolando dieci euro di danno al colpo per cento vol­te. «Dal 2 gennaio 2010 - scri­ve nel ricorso l’avvocato Giampaolo Cicconi - il prez­zo del gasolio non è calato e ciò malgrado il costo del greg­gio si sia ridotto sensibilmen­te negli ultimi tre mesi».
Della Mora si aspettava una discesa alla pompa nel­l’ordine del 20 per cento, mentre al massimo c’è stato un modestissimo ritocco al­l’ingiù del 2-3 per cento. Bri­ciole. Insomma, Della Mora, come del resto molti italiani, è deluso e ritiene che la Tamo­il «abbia speculato non prov­vedendo ad adeguare il prez­zo del gasolio alla pompa nel periodo che va dal 2 gennaio al 30 aprile».
La forbice sarebbe scanda­losa: il prezzo del barile è cala­to fino a raggiungere la soglia degli 80 dollari, ma il consu­matore paga sempre troppo per un litro di carburante. Della Mora si sarebbe aspet­tato, in proporzione, meno di 1 euro e 10 centesimi al litro. Ma questi numeri sono rima­sto nel libro dei sogni. Oggi il prezzo è sopra l’euro e venti centesimi.
Così, Della Mora gioca la carta del giudice di pace. La causa dovrebbe essere velo­ce, velocissima, con la senten­za nel giro di pochi mesi. An­che se la coperta dei giudici non togati è troppo corta: do­vrebbero essere sei in un faz­zoletto di terra, corrispon­dente al circondario del tribu­nale di Camerino. La carta prevede quattro giudici a Ca­merino, due a San Severino. In realtà la pattuglia è ridotta ad un solista, Alberto Casadi­dio, che deve fare tutto. E si occuperà quindi anche del costo della benzina. Della Mora chiede mille euro, ma non solo. Già che c’è dà an­che un suggerimento al giudi­ce di pace: «Proprio per lotta­re contro le speculazioni del settore, il giudice ordini al go­verno verifiche e sanzioni che colpiscano la Tamoil che non si è uniformata al prezzo e ha contravvenuto alle rego­le ».
Una causa di pochi euro. Ma anche la classica palla di neve che potrebbe mettere in moto una valanga. «Noi sia­mo convinti delle nostre ra­gioni- spiega Cicconi al Gior­nale - non c’è una giustifica­zione plausibile per la manca­ta discesa dei prezzi del car­burante. E sappiamo benissi­mo che una nostra eventuale vittoria provocherebbe una marea inarrestabile di ricorsi contro le case petrolifere».
Oggi la prima udienza. L’obiettivo è di chiudere la partita entro pochi mesi. In­crociando le dita, perché an­che la giustizia non togata ri­schia di andare avanti ada­gio. Troppo adagio. E Della Mora ogni volta che fa il pie­no aggiorna la tabella della sua guerra personale ai signo­ri del petrolio.