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 2010  luglio 09 Venerdì calendario

MORATTI JR SI FA LA MEGA DIMORA MA NON VUOLE SALDARE IL CONTO

«Il modello sembrava che fosse la caverna di Batman», dice- scherzando ma non troppo- uno dei tecnici che ha parteci­pato ai lavori. Parcheggi a scomparsa, pi­scina, poligono di tiro: tutto in uno stabile destinato a laboratorio,e trasformato-sen­za variante d’uso- nella residenza avveniri­stica di un giovanotto che non badava a spese. Budget quasi illimitato, al momen­to del progetto. Ma a lavori pressoché ulti­mati, al momento di pagare il conto, il gio­vanotto ha iniziato a recalcitrare. A soste­nere che i lavori erano malfatti. La faccen­da è finita in mano ai giudici, i quali hanno ordinato al giovane di pagare. E questa sto­ria rischia ora di creare qualche grattaca­po, se non altro in termini di immagine, al­la illustre famiglia di cui il giovanotto fa par­te. Un cognome importante, a Milano. Mol­to importante.
E sì: perché il giovanotto in questione si chiama Gabriele Moratti, ed è il figlio tren­taduenne del sindaco Letizia Moratti e di suo marito Gianmarco.Per un po’,il padre ha provveduto a saldare i conti. Poi ha smesso. Il tribunale ha ordinato il seque­stro di un quinto dello stipendio mensile che Moratti senior passa a Moratti junior. dalle carte della vicenda processuale, in corso davanti al tribunale milanese, che si evincono i dettagli della vicenda. Sono queste carte a raccontare con una certa do­vizi­a di particolari la storia che si può sinte­tizzare così: il figlio del sindaco di Milano ha trasformato senza autorizzazione uno stabile artigianale in una megacasa da mol­te centinaia di metri quadri. E poi non ha pagato il conto.
La vertenza giudiziaria vede contrapposti Gabriele Moratti e una azienda milanese di alta tecnologia applicata alle abitazioni (ovvero di domotica, nel linguaggio degli addetti ai lavori), la Hilite. la Hilite, da­vanti alla ostinazione di Moratti figlio a non saldare il conto, a rivolgersi alla magi­stratura. Il 16 marzo di quest’anno,il tribu­nale emette un decreto ingiuntivo imme­diatamente esecutivo a carico di Gabriele Moratti per l’importo di 127mila euro. Il 5 maggio Hilite cerca nuovamente, senza successo, di farsi pagare. Il 25 maggio scor­so, la società fa scattare il pignoramento dei beni di Gabriele Moratti presso il Mon­te dei Paschi di Siena. Il 27 maggio la banca risponde di avere bloccato, a disposizione del creditore, un conto corrente dal saldo decisamente modesto (poco più di duemi­la euro) e un dossier titoli per circa seimila euro. Hilite fa scattare anche il blocco del quinto dello stipendio di oltre seimila euro mensili che Saras,l’azienda paterna,versa a Gabriele Moratti per il suo lavoro di am­ministratore: 1.242 euro. Moratti junior fa ricorso, l’udienza viene fissata per la pros­sima settimana. Fin qui la vicenda giudiziaria. Ma nelle car­te spunta anche il tema, potenzialmente più delicato, del rispetto delle norme urba­nistiche. Tutto ruota intorno a un indiriz­zo: via Cesare Ajraghi, strada decisamente periferica (è una traversa di viale Certosa) ma tranquilla e residenziale. Nel fascicolo sono infatti comprese le visure catastali sulle tre porzioni in cui è diviso lo stabile di via Ajraghi acquistato dal giovane Moratti. Tutte le porzioni risultano accatastate sot­to la voce C3, ovvero «laboratori per arti e mestieri». Ma dai contratti per i lavori di ristrutturazione, anch’essi inseriti nel fa­scicolo della causa, compaiono indicazio­ni esplicite che il «laboratorio per arti e me­stieri » è stato trasformato in una residenza di superlusso: si parla di camere da letto padronali e degli ospiti, di giardino, di area party con poligono di tiro, piscina, pale­stra.