Antonio Massari, il Fatto Quotidiano 8/7/2010;, 8 luglio 2010
APPALTI E TRENI: INDAGINI DAL VATICANO ALL’ERITREA
Per la ”cricca” delle rotaie, che nel ramo rottamazioni avrebbe incassato 10 milioni euro in cambio di tangenti, ogni occasione era buona, pur d’agganciare il potente di turno. Soprattutto le occasioni legate al Vaticano. il 3 febbraio scorso quando gli investigatori ascoltano questa telefonata: ”Sono appena stata alla cerimonia di Angelini”, dice Anna De Luca, madre di Antonio e Giovanni, arrestati due giorni fa nell’inchiesta napoletana sugli appalti truccati in Trenitalia. La signora De Luca - che non è indagata - sta parlando del cardinale Fiorenzo Angelini: ”Ha fatto 70 anni di sacerdozio – continua – ci stavano tutti i cardinali e sulla panca stavamo seduti Andreotti, Brogi, io e (...) Brogi ha detto, vienimi a trovare (...) ho detto: io vengo, però dobbiamo cogliere qualcosa”. ”Glielo hai detto!”, esulta suo figlio Antonio. probabile che Anna De Luca stia millantando. L’unico fatto certo è che, la panca, è di quelle che contano: Emilio Brogi è un fedelissimo del ministro per le Infrastrutture Altero Matteoli, capo della sua segreteria oggi come cinque anni fa, quando Matteoli guidava il dicastero dell’Ambiente. Angelini, invece, sembra in pessimi rapporti con il cardinale Crescenzio Sepe, il cardinale indagato a Perugia, nell’indagine sull’altra ”cricca”, quella che razziava appalti con la Protezione civile. Parliamo del cardinale Sepe che Giovanni De Luca, imprenditore arrestato due giorni fa dai pm di Napoli, Francesco Curcio ed Henry John Woodcock, vuole contattare, attraverso Anna De Luca. Entrambi sono convinti che il cardinale ”ha aiutato moltissimo a Bertolaso”. Ma è proprio Anna a scoraggiarlo, quando Giovanni dice: ”Fammi un appuntamento con Sepe”. ”Quelli si odiano, si odiano a morte (…) i due Cardinali si odiano”, risponde Anna, e l’altro porporato, secondo l’accusa, è monsignor Angelini. Lo stesso Angelini che poi - sempre a sentire Anna De Luca - le rifiuta, come scrive l’accusa, ”l’incontro” che ha ”chiesto di organizzare con Mauro Moretti (amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato)”. La De Luca – annotano gli inquirenti – dice poi d’aver saputo da Emilio Brogi ”che Moretti di lì a poco avrebbe lasciato l’incarico di amministratore delegato”. Si pensa così di fissare un appuntamento con tale ”Lupi”, che secondo l’accusa sarebbe il parlamentare Maurizio Lupi, vice presidente della Camera dei Deputati. Infine, dalle conversazioni telefoniche, emerge un ulteriore passaggio: ”Anna De Luca rappresenta (…) di aver incontrato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, nel corso di una non meglio precisata cena”. Anche in questo caso Anna De Luca potrebbe millantare. Quel che è certo è il suo proposito: vuole ”incontrare il citato esponente del governo”, si legge negli atti, ”per sensibilizzarlo in ordine all’esito di una richiesta, presentata dai De Luca a Trenitalia”. Tentavano ogni strada, quindi i De Luca, inclusa la via che portava all’Africa. Un storia che gli inquirenti paragonano agli episodi di ”Totò truffa”. Si riferiscono ”a un affare dai contorni anomli, che sembra non andare in porto (…) gestito con l’ambasciata eritrea”. Dalle intercettazioni - scrivono - ”Si evince come, negli ultimi mesi, stiano approntando un affare milionario riferito alla fornitura di carri e di locomotive, al Governo eritreo”. C’è persino uno stratagemma: ”i committenti eritrei” sarebbero stati ”portati, in un contesto” alla ”Totò Truffa”, in una ”fabbrica fantasma di materiale rotabile e ferroviario”. E anche in questo caso, gli uomini potenti coinvolti, non mancano: ”L’operazione”, concludono gli inquirenti, è caratterizzata dall’inquietante coinvolgimento del fratello dell’attuale Ambasciatore Eritreo a Roma, che assume il ruolo d’intermediario (…) direttamente interessato all’affare anche dal punto di vista economico”.