Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  luglio 08 Giovedì calendario

UN GUANTO ANTI-GERMI SUL BUS DEGLI IMMIGRATI

Metterlo non è un obbligo. Chi vuole lo infila e paga niente, chi non è interessato può lasciarlo nel distributore vicino alla macchina obliteratrice. Un po’ come fanno i giapponesi quando vengono da noi, che si incollano la mascherina sulla bocca per non ammalarsi. Del resto, gli anticorpi made in Europa sono diversi da quelli made in Japan. Meglio tutelarsi. Però a nessuno, che ci risulti, è mai venuto in mente di additare il giapponese in mascherina come razzista, nei confronti dell’italiano potenzialmente appestato. Invece noi italiani, sani, diamo dei razzisti al Comune di Brescia e alla sua Azienda dei trasporti pubblici, perché insieme hanno osato distribuire sui bus un guanto in lattice, per difendere il passeggero dai bacilli quando si attacca alle maniglie. Così al posto dello scomodo biglietto timbrato per aggrapparsi senza toccare il corrimano, ora si può infilare ”Ufo”, il guanto in lattice monouso, che non inquina e, volendo, può essere usato come veicolo pubblicitario. Per chi (negozi, enti, aziende, privati) volesse stamparci su qualcosa: il design di ”Ufo” è dei docenti di Machina Institute e dell’Accademia delle Belle Arti di Santa Giulia. Ma nemmeno il tempo di annunciare il progetto sperimentale (un mese la durata), da inaugurare sulla Linea 3 (utilizzata da molti extracomunitari), e la guerra al profilattico palmare è scoppiata. Più virulenta dei virus che si vorrebbero annientare. La prima a scendere in campo contro l’iniziativa è la Cgil: «La Linea 3 è frequentata da cittadini stranieri, non vorremmo che questo progetto unico in tutta Europa, non venisse male interpretato e annoverato fra le iniziative di intolleranza che regolarmente scaraventano la nostra provincia su tutte le prime pagine dei quotidiani». Eppure il presidente di Brescia Trasporti, Andrea Gervasi, lo dice chiaro: «Cominciamo con un periodo di prova e, a seconda del gradimento della gente, si deciderà se estendere il progetto a tutti i mezzi di trasporto, sui quali viaggiano ogni giorno circa 117 mila persone». Niente da fare il sindacato rosso e il Pd locale gridano allo scandalo e additano l’assessorato (ai Trasporti) di Nicola Orto, come l’ente della paranoia. Quasi si trattasse di una battaglia contro lo straniero e non della lotta al bacillo e alle malattie che ne derivano. E allora giù di retorica: «La parola d’ordine è dunque protezione. Ovvero timore, paura del contatto con lo straniero, con l’altro, con l’umanità in genere, soprattutto se dolente», è il grido di dolore della Cgil, «più che epidemie da contatto, a Brescia serpeggia il virus ideologico di stampo razzista che cerca le vie più perfide per insinuarsi, camuffandosi anche dietro giustificazioni grottesche». Antonio Pacchioni, consigliere mantovano della Lega (e medico condotto), spiega: «La linea è quella della scienza e non del razzismo. Profilassi e igiene delle mani sono importanti. Basti pensare che mesi fa, quando il virus influenzale cosiddetto H1 N1 aveva diffuso l’incubo fra la popolazione, la prima regola da seguire era lavarsi le mani. Benvenga il guanto sugli autobus e su tutte le linee, non solo su quelle frequentate dagli stranieri». Pier Domenico Solano, primario della Pediatria di Mantova, aggiunge che «la prevenzione delle malattie infettive da contatto, passa anche attraverso iniziative come questa ideata a Brescia. Strumentalizzare la cosa politicamente non è affare che riguarda il medico, ma resta un fatto deprecabile. E pericoloso per la salute».