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 2010  luglio 08 Giovedì calendario

ARREMBAGGIO ANTI GRANO ESTERO I COLTIVATORI COME GREENPEACE – I

coltivatori pugliesi come Greenpeace. A bordo della loro Goletta gialla sono salpati dal porto di Bari all’arrembaggio di due navi cariche di grano extracomunitario. Gli «agro pirati» presi di mira sono la Federal Danube, proveniente dal Quebec e battente bandiera cipriota con 23 mila tonnellate di cereali a bordo e la Pyrgos proveniente da Antigua-Barbados con 4 mila tonnellate. Le due navi hanno assistito all’insolita manifestazione per difendere il made in Italy e impedire che il grano dalle origini più strane finisca poi per lievitare sulle tavole del mondo col marchio italiano.
Nella prima giornata nazionale anticontraffazione, la protesta pugliese è quella che ha assunto maggiore spettacolarità anche per segnalare un fenomeno in continua e pericolosa crescita. Ormai, secondo la denuncia della Coldiretti, ammonta a oltre un miliardo di chili il peso della pasta italiana prodotta con grano extracomunitario, senza etichetta e con prezzi spesso inferiori della metà di quello nazionale. Il danno creato dalla pirateria agroalimentare con i finti prodotti italiani è enorme: il fatturato complessivo ammonta a 60 miliardi di euro e 3 sono quelli che danneggiano in modo diretto l’agricoltura italiana. Il caso del Parmigiano Reggiano o del Prosciutto di Parma realizzati in Cina o Argentina e spacciati come originali italiani sono sempre più diffusi.
Ma non c’è solo l’alimentare – clamoroso il caso delle mozzarelle blu provenienti dalla Germania – il grido di rabbia contro il falso arriva da tutta Italia e da tutti i settori. Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha quantificato il peso economico della contraffazione in 18 miliardi di euro l’anno con circa 5 miliardi di euro sottratti al fisco. «Quasi una manovra», commenta la Marcegaglia, «una battaglia a tappeto contro il falso potrebbe creare 130 mila posti di lavoro in più».
C’è un aspetto regolatorio e uno legato al rispetto delle leggi entrambi da affinare possibilmente a livello comunitario ma occorre di più. Il ministro delle Politiche europee Andrea Ronchi fa un appello «a una presa di responsabilità e di coscienza da parte di tutti i cittadini, perché chi acquista un prodotto contraffatto fa un favore alla criminalità, ala camorra, alla mafia alla ”ndrangheta». Che fare? Ronchi si è mostrato preoccupato: «Il fenomeno è in continua ascesa, l’Europa se ne deve occupare come una vera e propria emergenza».
Un altro settore esposto a ogni tipo di contraffazione è quello dei prodotto informatici la cui diffusione via Internet ormai è a livelli enormi. «Per le aziende è un fenomeno molto grave - spiega l’amministratore delegato di Microsoft Italia Pietro Scott Jovane - in Italia il 49% del software è pirata contro una media europea del 35%, in Cina la quota di irregolare arriva addirittura al 97%». Così l’allarme arriva da un altro settore sensibile per la nostra salute. Quello dei farmaci dove – secondo le cifre diffuse da Federfarma – 7 medicinali su 10 acquistati su Internet sono contraffatti». Per l’agenzia italiana del farmaco (Aifa) a rischio ci sono prodotti come il viagra, gli anoressizzanti, i salvavita, un volume crescente tra l’1 e il 10% del mercato farmaceutico globale è esposto a questa pirateria la cui origine’ in questo caso’ è quasi tuta tra i Paesi asiatici.
Roberto Bagnoli