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 2010  luglio 07 Mercoledì calendario

L’AUTO DIVENTA UN SALOTTO E AUMENTANO GLI INCIDENTI

(+intervista) -
Signora, dica la verità: mentre guida, qualche volta si ritocca il rossetto? E lei, giovanotto, si sofferma a guardare le donne che passano? Bene: in entrambi i casi, questa distrazione calcolata in 2 secondi su una velocità da traffico cittadino, di 40 chilometri all’ora, richiederà uno spazio di frenata di 20 metri, quanto basta per investire un pedone o tamponare un’auto.
Ieri la Fondazione Ania, costituita dalle compagnie di assicurazione con l’obbiettivo di studiare la mobilità su strada, ha fatto il punto sull’incidentalità in Italia, presentando una ricerca condotta da Ipsos su 800 automobilisti - di tutte le età e condizioni - in quattro città italiane: Milano, Roma, Napoli e Bologna. E poi lanciando la campagna-choc - «Pensa a guidare» - ideata dall’agenzia McCann-Erickson.
Il dato di sintesi è che due terzi dei 3 milioni e 400 mila incidenti è riconducibile ad «errati comportamenti alla guida», i cosiddetti errori di distrazione, che si commettono soprattutto in città e con assoluta leggerezza. Il 51% degli intervistati ammette di aver avuto almeno un incidente determinato da una fuga della mente, e il 76% concorda nel ritenere che la distrazione sia il pericolo maggiore sulla strada. Da questo, tuttavia - rileva la ricerca - non discende alcuna conseguenza operativa e neppure un buon proposito: non si cambiano i comportamenti, si spera unicamente nella buona sorte.
Il maggior fattore di distrazione - dice la ricerca - è costituito dalle tecnologie: cellulari, navigatori, autoradio, lettore di Cd o Mp3. Se l’utilizzo del Pc è pericolosissimo (90% di incidentalità) è anche marginale (quanti lo fanno?) mentre l’azzardo è costituito dal telefonino: il parlare al cellulare abbassa del 50% la soglia di attenzione. Mandare o leggere un sms è un fattore di incidentalità riconosciuto dal 76% degli intervistati, e il comporre un numero dal 54%. Il parlare al telefono poi, senza auricolare o vivavoce, è una sfida alla sorte: «Il rischio di incidenti aumenta di quattro volte».
Ma ci sono anche altri comportamenti frequenti e rischiosi: mangiare e bere comporta una esposizione al rischio simile a quella indotta dall’utilizzo delle tecnologie. Il 60% del campione riconosce come pericolose anche le azioni connesse col fumare: cercare una sigaretta, prendere l’accendino.
E poi ci sono i comportamenti di cui dicevamo. Per le donne, la cura di sé affidata - specie al mattino - al tragitto in auto, è la principale fonte di distrazione: il rossetto, e i trucchi, ma anche il solo specchietto. Così come, per l’uomo, il distogliere lo sguardo verso le passanti, ma anche verso il bambino seduto dietro.
Riguardo all’età, generalmente sono i più giovani, tra i 18 e i 24 anni, a scrivere alla guida sms o inserire un cd, mentre cambiare i canali della radio o telefonare è un tipico comportamento delle persone tra i 25 e i 44 anni. Al contrario, interagire con il navigatore e leggere il giornale è un abitudine degli autisti over 45. Sono in molti - dice Fondazione Ania - a ignorare che i tempi di reazione di chi guida e contemporaneamente utilizza un dispositivo elettronico si riducono del 50% e che la soglia di attenzione si abbassa notevolmente e diventa simile a quella di chi guida con alcol nel sangue: distrarsi è come essere un po’ ubriachi.
RAFFAELLO MASCI

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Sandro Salvati, presidente della Fondazione Ania. Di che cosa si occupa il suo istituto?
«E’ una fondazione voluta dalle compagnie di assicurazione e ha come scopo principale quello di ridurre numero e gravità degli incidenti stradali, che sono tre milioni e 400 mila l’anno e, oltre a infiniti dolori e lutti, costano anche 30 miliardi l’anno alla comunità, più della manovra economica che è di 25, tanto per intenderci, e come 2 punti e mezzo di Pil».
Perché avete deciso di affidare a Ipsos questa ricerca sulla distrazione alla guida?
«Secondo i nostri studi gli incidenti sono generati soprattutto da alcol, velocità e distrazione. Dei primi due fenomeni ci eravamo già occupati, e questa volta abbiamo voluto approfondire i comportamenti alla guida e le distrazioni che sono in forte incremento».
Come mai?
«Perché le automobili stanno diventando sempre di più dei salotti e degli uffici su quattro ruote, con una quantità crescente di accessori elettronici, che vanno bene se utilizzati adeguatamente, ma che possono altrimenti distogliere l’automobilista dall’unica occupazione che dovrebbe avere al volante: guidare».
Che cosa farete ora?
«Da domani partirà una campagna di sensibilizzazione su stampa, radio e tv, molto dura, perfino choccante, che vuole richiamare l’attenzione di chi guida sul rischio distrazione».
Qual è l’obiettivo?
«Meno incidenti e meno morti. Vorrei ricordare che soltanto nel 2008 gli incidenti stradali hanno fatto 4.731 vittime, diciotto volte più del terremoto dell’Aquila. E tra tutte queste i giovani, sotto i trenta anni, sono circa un terzo. A loro soprattutto vorrei lanciare uno slogan-messaggio: ”la strada è una playstation che non ha il rewind”. Ci siamo capiti?».