Angelo Foletto, la Repubblica 8/7/2010, 8 luglio 2010
I GIOVANI MUSICISTI DI SPIRA MIRABILIS: "SUONIAMO IN LIBERT MA NON SIAMO RIBELLI" - [2
art. Sotto intervista a Abbado]
Pare "Prova d´orchestra" ma il finale è diverso. Nessun ribellione, nessuna metafora sociale. Si suona senza direttore per capire l´effetto che fa, per divertirsi e migliorarsi, per creare ognuno per sé il proprio "direttore ideale". Così dicono a Spira mirabilis, l´associazione di musicisti autogestita che oggi (ore 14) suona al Passo di Lavazé, Val di Fiemme, in uno degli appuntamenti più ghiotti dell´annuale pellegrinaggio musical-alpino dei "Suoni delle Dolomiti´.
Spira mirabilis è un gruppo cosmopolita di amalgama ma nato in Italia. «L´idea ci venne dopo una lunga notte di ragionamenti», racconta la violinista 27enne Lorenza Borrani, una delle spalle della Mozart (ballò il valzer con Roberto Benigni in Pierino e il lupo). Con lei nel settembre 2007 c´erano Miriam Caldarini, Timoti Fregni e Tommaso Tesini, cofondatori del gruppo. Nell´entusiasmo della Borrani, c´è l´eco degli esempi di quella palestra unica di musica vissuta che è la Scuola di Fiesole, esperienza comune a molti componenti del gruppo.
Di Spira mirabilis, «orchestra nata per studiare, non per esibirsi», fanno parte giovani strumentisti europei che suonano alla Mozart, alla Mahler Chamber Orchestra - entrambe battezzate da Claudio Abbado - e in altri complessi di primo piano: prime parti, professionisti attivi e gratificati. «Proprio per questo, non per frustrazione o polemica nei confronti del lavoro che amiamo e volendo schivare il pericolo di pigrizie e automatismi, abbiamo cercato un modo diverso di vivere nella musica: nato per pura soddisfazione, per noi è diventato il far musica più importante». E non c´è problema nell´ammettere che sono consapevoli dell´importanza del direttore d´orchestra: «non ci interessa dimostrare che possiamo fare a meno di un musicista che ci coordini». Tant´è che tra loro non ci sono gerarchie: «chi ha cose interessanti da dire o indicare, lo fa in piena libertà ma il momento più bello è quando si parla poco. Si suona e ci si ”spia´ uno con l´altro, fino a trovare e condividere l´idea musicale comune».
L´organico è instabile - alle "Dolomiti" sono in 44, e suoneranno la meravigliosa Serenata n.1 di Brahms. «La prima volta che ci siamo trovati, nella mia casa di mare a Quercianella, eravamo giusti per la Sinfonia n.2 di Beethoven», ricorda Lorenza. Poi è venuta l´ospitalità nel teatrino di Vicchio, e ora la sede di prova è una palestra a Formigine, nel modenese, dove la Serenata brahmsiana sarà replicata venerdì, e dove le prove (tutte aperte) si susseguono da giorni. In carniere Spira mirabilis ha già una decina di progetti: Terza, Settima e Ottava di Beethoven, Terza e Quinta di Schubert, "Primavera" di Schumann e "Scozzese" di Mendelssohn... e un paio di sinfonie di Mozart e Haydn con strumenti originali: «L´anno scorso ci siamo presi il tempo, in una trentina, di andare a lezione sul repertorio classico ai corsi di Lorenzo Coppola e Malcol Bilson a Barcellona: è stato come scoprire un altro mondo. Il nostro è un progetto lento; non ci interessa trovare un pubblico nuovo ma capire noi stessi, e imparare a leggere bene la musica».
Nel tempo in cui un complesso dall´occhio e dall´arco veloce prepara più d´un programma completo, c´è la settimana di lavoro insieme - da tre a cinque, ogni anno: discussioni e confronti «senza un leader, ma con disciplina individuale». Per costruire «stile, gusto e un pensiero musicale collettivo naturale. Il nostro non è un progetto cool o semplicemente giovanilistico ma un regalo che ci facciamo». E per il quale investono anche dei soldi propri. Spira mirabilis conta 16 soci effettivi, e vive alla giornata. I componenti danno lezioni nelle scuole dei paesini come Formigine e Vignola che ospitano le prove, esecuzioni per sdebitarsi con i sostenitori privati, ha attivato un sistema di Amici-sostenitori (informazioni su www.spiramirabilis.com), fa cassa comune dei compensi (in ottobre saranno a Brema e Amburgo). Importante è coprire le spese (ma nella settimana di prove-progetto dormono in camerata, come allegri commilitoni) e rendere compatibile la volontaria licenza artistica con i bilanci personali. In modo che "la Spira", come la chiamano tra loro, sia una scelta consapevole. Libera e fertile, come l´aria dolomitica.
ROBERTO ABBADO: "SENZA BACCHETTA CHI INTERPRETA L´AUTORE?"
« un´idea fantastica», dice Roberto Abbado da Parigi dove dirige la nuova produzione della rossiniana Donna del lago con Joyce DiDonato, Juan Diego Florez e Daniela Barcellona che sarà anche alla Scala nel novembre 2011. «Suonare senza direttore è un´esperienza bellissima per chi la vive».
L´idea è inedita, almeno per l´Italia.
«Il principio di studiare la musica con la mentalità dei complessi da camera che non hanno direttori ma allargandola all´orchestra vera e propria oggi è meno rara, e ha una radice storica: la tradizione cameristica diffusa nei paesi tedeschi».
Da direttore d´orchestra non vede il ”pericolo´ che si possa fare a meno di una bacchetta?
«No. Il suo ruolo è altro. Al direttore spetta cercare un´idea comune "con" i musicisti: proporre un percorso interpretativo».
I musicisti dicono "con" è più sicuro, ma "senza" ci si diverte di più. C´è del vero?
«La bacchetta semplifica la vita ai professori d´orchestra facilitando la risoluzione dei problemi esecutivi. E non impedisce di divertirsi».
Senza direttore si afferrano meglio i dettagli della partitura?
«Uno studio collettivo ma individualmente responsabilizzato consente di ottenere suono, colori e fraseggi condivisi, ma il senso interpretativo per forza di cose deriva da un compromesso tra i componenti. Può essere eccitante. Ma io penso che un direttore dia una chanche in più: esprimersi liberamente nel fraseggio e nei respiri e aizzare la fantasia interpretativa». (a.fo.)