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 2010  luglio 04 Domenica calendario

I CONTI D’ORO DELLE CASALINGHE

Venticinque nomi. I primi di una ristrettissima lista di cento su gli oltre cinquemila contenuti nell’elenco di presunti evasori della cosiddetta lista Falciani. Venticinque «contribuenti» italiani che in questi anni hanno tenuto imboscati i loro averi nella filiale ginevrina della banca inglese Hsbc e che ora sono sotto la lente di ingrandimento della Guardia di Finanza, del fisco italiano e di varie procure. Per ora in cima alla classifica dei contribuenti ci sono tre nomi: l’ambasciatore Giuseppe Maria Borga, Donatella Marchini e Alessandro Scarpaccini. Tutti e tre hanno un identico importo di deposito: 1 milione e trentancinquemila dollari a testa. Ora le posizioni saranno vagliate al fine di far scattare eventuali contestazioni da parte del fisco. Ma è chiaro che questi primi nomi sono solo un assaggio del grande pacchetto di contribuenti contenuti nell’elenco di Hervé Falciani, l’informatico che ha trafugato l’intero dossier oggi all’attenzione degli investigatori.
Certo, anche in questa ridottissima lista le sorprese non mancano. C’è perfino chi, come Consuelo Palmerini, in quella banca custodiva solo poco meno di 22 mila dollari, o l’ottantasettenne Ida di Nola che, invece, nella filiale ginevrina della Hsbc si teneva ben stretti i suoi 450 mila dollari e passa.
Numeri, cifre e contribuenti che secondo chi indaga potrebbero in molti casi celare anche interessi e conti non riconducibili direttamente agli stessi intestatari. Prestanomi? Chissà. Un dato è certo, che se nell’elenco dei depositari all’estero di conti il 51% è riconducile a imprenditori, un curioso 15%, invece, è intestato a casalinghe. Un dato sul quale sin dall’inizio del clamore provocato dal dossier della lista Falciani si è appuntata l’attenzione degli uomini della Guardia di Finanza che in queste ore stanno vagliando le posizioni dei contribuenti.
Non solo quelli romani, di cui fanno parte questi primi 25 contribuenti, ma anche quelli lombardi (altri 25), emiliani, toscani, campani e via dicendo. A tutti sono stati inviati avvisi di contestazione. Insomma, dovranno presentarsi e fornire giustificazioni e riscontri per il trasferimento all’estero dei loro «risparmi» e chiarire, comunque, come ha già fatto l’ambasciatore Borgia («Tutto in regola grazie allo scudo»), se si sono avvalsi o meno dello scudo fiscale sul rientro dei capitali all’estero varato dal Parlamento lo scorso anno. chiaro che per coloro che non hanno provveduto a «sanare» la propria situazione fiscale scatterà una sanzione con multa che va dal 20 per cento al 50 per cento della cifra occultata, oltre alla tassa sul reddito maggiorata fino al 400 per cento. Insomma, per chi sarà colto in flagranza non sarà certo un passeggiata.