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 2010  luglio 04 Domenica calendario

STORIA D’ITALIA IN 150 DATE

5 luglio 1904
Gabri e Lenor
«Ti chiedo di non scrivermi più parole dolci». La frase, vergata su carta da lettera con grafia femminile, mette fine a un amore che aveva raggiunto il suo apice letterario quattro anni prima…
Nella campagna funestata di statue, una carrozza va tra le ville abbandonate o cadenti nell’entroterra di Venezia. A bordo due amanti celebri: il più grande poeta e la più grande attrice del tempo. Arrivano alla villa di Stra, s’infilano nel labirinto di bosso, si chiamano, si invocano nella luce d’autunno che comincia a spegnersi. Sì, sono personaggi di un romanzo attesissimo, «Il Fuoco», ma senza dubbio corrispondono ai loro originali: Gabriele D’Annunzio, che è davvero il massimo poeta vivente, e Eleonora Duse, che è davvero la più grande attrice di quell’epoca. Il loro amore è naturalmente tutto passione, tormento, furore, languore. Già si conoscevano e si ammiravano a vicenda, ma la leggenda vuole che l’incontro fatale sia avvenuto a Venezia, di notte, per caso, tra i due insonni. La Duse è amante di Arrigo Boito, librettista di Verdi, ma poco produttivo in proprio. D’Annunzio è sposato con una donna non equilibratissima e gli si attribuiscono, con ragione, innumerevoli conquiste. Lui ha trentun anni, la Duse trentasette. L’amore che divampa ha però forti connotazioni letterarie. La Duse è stanca del solito repertorio fra Dumas e Sardou e vede nel giovane artista l’uomo che potrebbe scrivere per lei testi di altissima poesia drammatica. D’Annunzio ha già una certa fama e la sfida propostagli dall’attrice lo affascina. Mentre lei è già un culto in tutto il mondo, esaltata da Bernard Shaw e Charlie Chaplin, accolta da ovazioni ovunque si sposti nelle sue tournée internazionali, perennemente sull’orlo del crollo, perennemente risuscitata. Recita in italiano e il pubblico segue le prodigiose interpretazioni con un breve riassunto tra le mani. Tempesta D’Annunzio con un numero inverosimile di lettere e soprattutto telegrammi, cui il poeta risponde a malapena, ma scrive le dispendiose tragedie che lei gli ha chiesto e la grande attrice, di tasca sua, riesce più o meno a fare accettare al pubblico quel linguaggio tanto sopra le righe. Ma D’Annunzio è già stanco della relazione, le scrive che sta componendo un romanzo su loro due, sulla decadenza e vecchiaia di lei. In nome non solo dell’amore ma dell’arte, la Duse glielo lascia scrivere, lo incoraggia e quando è finito accetta di sentirselo leggere dalla viva voce del suo Gabri. Sarà un libro scandaloso, un bestseller internazionale, subito tradotto in francese e in inglese. Di questo gossip scottante ci restano non poche belle pagine, di Lenor ci restano le mani ignude sotto la pioggia nel pineto.