Ferruccio Sansa, il Fatto Quotidiano 7/7/2010;, 7 luglio 2010
LA VIA LIGURE DEI RIFIUTI ARRIVA AI PARADISI FISCALI
Una società mista pubblico-privata. Succede in tutta Italia. Ecosavona, però, è speciale: i comuni di Savona e Vado sono partner di una società che alla fine di una lunga catena di partecipazioni porta a un paradiso fiscale, le Isole Vergini. Ed è solo l’inizio: l’articolo 37 della Finanziaria 2010 fa divieto agli operatori con sedi in paradisi fiscali di contrattare con la Pubblica Amministrazione, a meno che non vi sia una speciale autorizzazione del Ministero dell’Economia, e comunque solo dopo aver dimostrato ”chi siano gli effettivi titolari delle partecipazioni societarie, anche per il tramite di società controllanti e per il tramite di società fiduciarie”. Così in Liguria – dopo l’inchiesta di Mario Molinari su www.savonanews.it  , uno di quei siti di informazione locale che meritano di essere tenuti d’occhio – è scoppiato un caso. Tutto comincia quando qualcuno (non un sindaco o un membro dell’amministrazione) a Savona si prende la briga di spulciare le visure camerali della Ecosavona, la società che dal 1992 gestisce l’enorme discarica di Vado, dove confluiscono i rifiuti di Savona, Vado, ma anche di mezzo Ponente (proprio ieri presso la Regione Liguria è stata firmata una convenzione per ricevere 45 mila tonnellate da Imperia). Ed ecco le prime sorprese: le azioni di Ecosavona sono in mano per il 5 per cento al Comune di Savona, mentre quello di Vado detiene il 25. Il 70 per cento, però, è proprietà della Geotea spa con sede a Vado Ligure. Ma qualcuno ha fatto un passo oltre: stando alle visure la Geotea è controllata al 59,107 per cento dalla Geotea International, società anonima con sede in Lussemburgo al numero 7 di Route D’Esch. Secondo una visura effettuata in Lussemburgo la Geotea Spa risulterebbe a sua volta controllata – 99,99 per cento – dalla Geotea holding Ltd, società anonima con sede nelle Isole Vergini (24 di De Castro Street, Akara Building, a Wickhams Cay Island). Queste le informazioni comparse il 23 giugno sul sito Savona News e mai smentite dagli interessati. A parte il sindaco di Vado, tutti hanno mantenuto il più rigoroso riserbo: ha taciuto finora il sindaco di Savona, Federico Berruti (centrosinistra). Nulla hanno avuto da chiarire soci e amministratori della Geotea e delle società che la controllano. E sarebbe stato molto interessante, perché ripercorrendo a ritroso gli intrecci della Geotea si propongono altre domande: la sede legale della Geotea è a Milano, presso lo studio di commercialisti che fa capo a Umberto e Mario Tracanella. Umberto, sottilineano a Savona, non è un nome qualunque: ”Già consigliere d’amministrazione di Finsider (nei ruggenti anni Ottanta), è stato custode giudiziario delle azioni Rizzoli sequestrate a Tassan Din e di quelle Ferruzzi, sequestrate ad Arturo Ferruzzi. Lo stesso Tracanella che era consigliere del gruppo Risanamento (Zunino), vice-presidente della Edison e stimato consigliere di Enrico Bondi per Parmalat. Ma il fratello Mario non è da meno: è stato, per dire, tra i sindaci di Publitalia 80 (concessionaria pubblicitaria di Mediaset). Il ruolo della famiglia Tracanella nella Geotea è di primo piano: Mario è sindaco della Geotea Spa, mentre il figlio Luca è sindaco supplente. Ed è soltanto l’inizio: il 25 per cento della Geotea è controllato dalla Soreprofa, società che vede tra i soci Mario, Luca, Cristina e Nicola Tracanella. Il Fatto ha ripetutamente cercato di parlare con i titolari dello studio Tracanella. Umberto non ha rilasciato dichiarazioni (’E’ assente”), ma i suoi collaboratori dicono: ”Il nostro studio segue la Geotea, ma il dottor Umberto non se ne occupa”. Ma si tratta di quell’Umberto Tracanella nominato consigliere della Corte dei Conti su indicazione della Camera dei Deputati (voto a maggioranza assoluta del 22 aprile 2009)? ”Non possiamo rispondere”. Il cronista ha inutilmente cercato di parlare anche con Mario Tracanella che ha fatto sapere: ”Non me la sento di rispondere, attendo di conoscere la situazione”. Il figlio Luca risulta ”fuori ufficio”. Il sindaco di Savona, Berruti, invece ”è in ferie”. Il Fatto avrebbe voluto chiedergli se lui, noto commercialista con laurea alla Bocconi, fosse a conoscenza dell’intreccio societario che ruota intorno alla società pubblico-privata Ecosavona. Intanto il caso è approdato sulla scrivania del procuratore di Savona, Francantonio Granero. La Casa della Legalità ha presentato un esposto chiedendo se Ecosavona, avendo soci con sede alle Isole Vergini, possa operare secondo quanto disposto dalla Finanziaria 2010. Parla invece Attilio Caviglia, sindaco di Vado. E pare piuttosto contrariato: ”Noi non ne sapevamo nulla, abbiamo fatto le verifiche e scoperto che effettivamente il fondo lussemburghese ha sede alla isole Vergini. Ora pretendiamo di avere documenti che provino la legalità e trasparenza di tutte le operazioni. Comunque una società con sede in un paradiso fiscale non rientra tra i partner che desideriamo”. I cittadini di Savona, di Vado e di mezza Liguria anche attraverso i blog locali chiedono maggiore chiarezza negli appalti sui rifiuti in un momento in cui tante procure indagano su infiltrazioni della criminalità organizzata in questo settore (indagini, va chiarito, che non riguardano Ecosavona e Geotea). Ma soprattutto si chiedono se i soldi delle loro tasse sui rifiuti finiscano in un paradiso fiscale.