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 2010  luglio 07 Mercoledì calendario

L’AFFARE DI QUELLI CHE NON SCIOPERANO: VENDONO IL 50% IN PI

Avanti verso lo sciopero, senza cambi di programma. Ieri dalla Fnsi l’hanno ribadito: giovedì gran parte dei quotidiani non uscirà, e tanti tra tg e giornali radio non andranno in onda. Lo sciopero contro la legge bavaglio è confermato, perché per il sindacato dei giornalisti rimane il modo migliore per richiamare l’attenzione dei cittadini. Nelle redazioni il dibattito sull’opportunità o meno dell’agitazione continua. Non stupisce il no del direttore di Mediaset News, Mario Giordano: ”Scioperare contro una legge che si definisce bavaglio è una contraddizione, e comunque il ddl non è liberticida, soprattutto ora che sono stati tolti gli eccessi della prima normativa”. Mentre il dg dell’informazione di Mediaset, Mario Crippa, precisa: ”Riguardo allo sciopero, ogni giornalista del gruppo sarà libero di decidere come crede”.
La7 si mette
in corta
Sciopererà compatta la redazione del tg de La 7, dove i giornalisti hanno paghe fortemente diminuite dai contratti di solidarietà. Per questo, il neo direttore Enrico Mentana, ha invitato i redattori a utilizzare per il 9 luglio il giorno di riposo settimanale (la cosiddetta ”corta”). ”Ci saranno delle finestre informative, la prima volta per il nostro tg” precisa Stefano Ferrante, del cdr. In vista dello sciopero c’è anche chi fa i conti. Ovvero, gli editori dei giornali che giovedì usciranno regolarmente, e che per l’occasione prevedono un corposo aumento delle tirature. Cifre alla mano, essere in edicola quando gran parte dei concorrenti è ferma portaparecchiecopieinpiù.’Ilvantaggio in termini di copie vendute è innegabile” conferma un dirigente di una società di rilevamento dati. Che spiega: ”Chi esce nel giorno di sciopero in certi casi vende il 50% in più della media abituale. Molti lettori in edicola passano comunque, perché si sono dimenticati dello sciopero o perché, semplicemente, non possono fare a meno del giornale”.
La scelta
degli altri
E allora ”dirottano” su un altro quotidiano. ”La scelta - continua l’esperto - ricade quasi sempre su un giornale affine. Chi legge un quotidiano di Roma comprerà un altro giornale con la cronaca capitolina. Mentre tanti lettori del Corriere della Sera potrebbero optare per un quotidiano generalista come Il Giornale”. Fenomeni comunque episodici, sottolinea il dirigente: ”Guadagnare lettori stabili grazie allo sciopero è difficile, perché in Italia le persone acquistano giornali con le loro stesse idee politiche, o in base a tradizioni familiari radicate da anni. Convincerle a cambiare è complicato”.
Gli editori
non ci perdono
Maigiornalicheaderirannoallaprotesta, quanto ci rimetteranno? L’esperto è categorico: ”Per molti editori lo sciopero rappresenta quasi un favore. Nel rapporto tra costo del lavoro e incassi dalla pubblicità, in parecchi ci guadagneranno”. Un altro effetto perverso della crisi dell’editoria, che negli ultimi anni ha subìto il crollo dei ricavi pubblicitari. Ma per aderire alla protesta del 9 luglio c’è anche chi farà sacrifici, come il Manifesto. Una cooperativa, per cui un giorno senza edicole rappresenta un salasso. Ma la redazione ha ugualmente detto sì allo sciopero