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 2010  luglio 07 Mercoledì calendario

TROPPI SMARTPHONE LA RETE DEI TELEFONINI RISCHIA IL COLLASSO" - MILANO

«Con il tasso attuale di smartphone la nostra rete mobile rischia il collasso». A lanciare il grido di allarme è stato Corrado Calabrò, il presidente dell´Agcom, l´autorità garante delle comunicazione. Già oggi, infatti, ci sono nel Bel Paese circa 15 milioni di cellulari in grado di collegarsi alla rete. Un numero destinato a crescere in futuro anche grazie al boom degli iPad di Apple e degli altri tablet in grado di connettersi ad Internet.
Secondo l´ad di Telecom Italia Franco Bernabè, però, «in Italia non c´è alcun rischio». Dice: «Noi e altri operatori stiamo facendo grandi investimenti per la connessione in fibra ottica delle stazioni radiomobili per aumentare la potenza e la capacità della rete». Mentre per Paolo Bertoluzzo, numero uno di Vodafone Italia «Calabrò fa un´osservazione vera». Quindi precisa: «Il traffico sta crescendo e ogni operatore deve trovare le soluzioni commerciali e tecniche perché i consumatori abbiano il servizio per il quale hanno pagato».
Insomma, non tutti sono convinti che l´Internet mobile made in Italy sia ad un passo dal crollo. Eppure Maurizio Decina, Professore Ordinario di Telecomunicazioni al Politecnico di Milano, considerato uno dei guru della banda larga non ha dubbi. Afferma: «Sono tre anni che lo vado dicendo: la rete mobile italiana rischia il collasso». Il ragionamento di Decina è molto pacato. E parte dalle previsioni di traffico per i prossimi cinque anni condizionate dal boom degli smartphone e delle «chiavette» che si collegano ad Internet. Spiega il professore: «Assisteremo ogni anno ad un raddoppio del traffico telefonico. Questo vuol dire che nel 2015 il traffico stesso sarà 40 volte superiore a quello attuale». Senza contare che già oggi i consumatori lamentano i rallentamenti dell´Internet mobile e la velocità dei cellulari collegati alla rete risulta inferiore alle promesse degli operatori. Insomma, troppo spesso navigare fino a 7 o a 14 megabit al secondo è solo una speranza. E allora?
L´unica possibilità per uscirà dall´impasse è quella d´investire una montagna di quattrini per potenziare le «dorsali» che collegano fra loro le stazioni radio-base che punteggiano il Bel Paese. Prima si inizia e meglio è. Anche perché gli italiani hanno una voglia matta di collegarsi alla rete con il loro cellulare. Soprattutto se hanno uno abbonamento flat che consente di scaricare senza limiti dalla rete tutto quello che si vuole. Ed è proprio per questo motivo che alcuni operatori come Paolo Bertoluzzo di Vodafone sostengono «che le tariffe flat, illimitate per quantità di traffico, non sono sostenibili e ne pagano le conseguenze i clienti».
Tuttavia il potenziamento della dorsale che è una condizione indispensabile perché l´Internet mobile funzioni in modo accettabile non basta. Per scongiurare se non il collasso il progressivo rallentamento della rete occorre che il governo si sbrighi a liberare nuove frequenze. Lo stesso Calabrò ha sottolineato come l´Agcom si stia impegnando in tal senso: «Contiamo di rendere disponibili prima del 2015 circa 300 Mhz da mettere all´asta per la banda larga». Un riferimento alle frequenze tv liberate in seguito al passaggio al digitale terrestre di cui ha parlato recentemente il viceministro Romani.
Tutto bene, dunque? Mica tanto. Maurizio Decina, infatti, sottolinea che occorre fare presto distribuendo lo spettro compreso attualmente fra gli otto canali tv da 61 a 69. Spiega: «Auspico che la gara sia conclusa con l´assegnazione delle frequenze entro il 2012. In questo modo la Stato potrebbe incassare 4 miliardi dagli operatori mobili. E soprattutto potremmo evitare il collasso del sistema. Altrimenti, se si dovesse rimandare tutto al 2015, il crollo sarebbe inevitabile».