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 2010  luglio 07 Mercoledì calendario

LA SOGLIA D’INVALIDITA’ TORNA AL 74%. IN PENSIONE CON 40 ANNI DI CONTRIBUTI

Giornata frenetica, piena di veleni, polemiche e tensioni. Giornata frenetica, ma non risolutiva per l’iter della manovra in Commissione Bilancio al Senato. I lavori sono andati infatti avanti a singhiozzo fra riunioni improvvise, vertici, consultazioni telefoniche e liti. Nel pomeriggio il ministro Giulio Tremonti, per fronteggiare anche i malumori interni alla stessa maggioranza, è stato addirittura costretto a convocare a via XX settembre il relatore del provvedimento a Palazzo Madama, Antonio Azzollini. E con lui ha messo a punto le ultime correzioni per cercare di chiudere entro stamane l’esame in commissione. Poi la manovra andrà in aula. E’ recepite le ultime indicazioni – il governo presenterà un maxi-emendamento con la fiducia, che dovrebbe andare al voto finale il 14 luglio. Ieri intanto qualche modifica nel testo è stata approvata. Ma per le contestate norme su tredicesime, fiscalità per le imprese e certificati verdi, sono state rinviate a oggi, insieme ad alcuni interventi che potrebbero essere messi a punto nella notte «per venire incontro alle legittime aspettative dei lavoratori della sicurezza e delle forza armate». Ecco comunque le principali novità discusse e approvate prima della sospensione dei lavori della Commissione di ieri sera.
Disabili, annullata la stretta
I requisiti per le pensioni di invalidità tornano come prima della manovra. Con un emendamento del relatore, è stata ripristinata al 74% la soglia di invalidità per ottenere l’assegno. Viene dunque cancellato l’innalzamento all’85% che era stato introdotto dal governo per produrre risparmi su queste delicato ma oneroso capitolo di spesa per le casse pubbliche. Per mantenere invariati i saldi e gli obiettivi di spesa, comunque, «nel massimo rispetto per gli invalidi, si applicherà la massima intransigenza verso i falsi invalidi», ha annunciato il senatore Azzollini. Dunque, per stanare i furbi, viene aumentato il numero delle verifiche annuali che l’Inps effettua: si passa da 200 mila a 250 mila. E secondo le stime dello stesso istituto previdenziale (basate sull’incidenza percentuale dei furbi), quei 50 mila controlli in più all’anno dovrebbero permettere di smascherare almeno 3000 «furbetti», con i conseguenti risparmi di spesa. Le associazioni dei disabili però continuano a chiedere garanzie sulle indennità di accompagnamento, sulle quali si è abbattuta la scure della manovra.
Pensioni, nuova correzione
L’ultimo emendamento approvato ha cancellato quello che il ministro Maurizio Sacconi aveva definito «un refuso». Restano pertanto sufficienti i 40 anni di contributi per accedere alle pensioni di anzianità. Ma secondo i sindacati c’è ugualmente un «cambiamento in peggio» per i lavoratori, come spiegato dalla Cgil in una nota: «Dal 2015, quando comincerà ad attuarsi l’adeguamento dell’età pensionabile alle aspettative di vita, ci vorranno 3 mesi in più per poter andare in pensione». Ed ecco perché: «Dal 2015 secondo la nuova formulazione del testo, i 40 anni di contributi, ai quali dal primo gennaio 2011 si applicherà la finestra mobile per cui diventeranno 41, saranno nuovamente legati alla revisione triennale dell’età pensionabile e dei requisiti di anzianità contributiva». Secondo la Cgil, quindi, anche se nella forma l’emendamento sembra corretto, l’effetto resta invariato. Dal ministero del Welfare, però, osservano che nella nuova stesura, «c’è piena corrispondenza a quanto auspicato dall’Ue». Con lo stesso emendamento del governo, inoltre, viene recepito direttamente nella legge il meccanismo che collega l’età pensionabile all’aumento delle speranze di vita, che completa la blindatura del sistema previdenziale. Finora era previsto da un semplice regolamento che il governo per non correre rischi ha voluto assumesse dignità di legge.
Tagli flessibili agli enti locali
In Commissione Bilancio è stato poi confermato il taglio per 8,5 miliardi di euro alle Regioni, ma è stato introdotto un sistema di flessibilità. Secondo l’emendamento del relatore Azzollini, infatti, sarà la Conferenza Stato-Regioni a decidere, entro tre mesi dall’entrata in vigore della manovra, con quali criteri saranno adottati i tagli «nel rispetto del Patto di stabilità interna» e recepiti in un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri. Una formulazione, secondo il senatore Azzollini, che garantirà un sistema di premialità per le Regioni virtuose, mantenendo comunque invariati i saldi fissato dal ministro Tremonti. Se però la Conferenza Stato-Regioni non stabilirà i criteri entro i tre mesi indicati, allora sarà il governo a fissare le regole per decreto. Lo stesso emendamento ribadisce anche la sforbiciata per Province e Comuni: nel primo caso è di 300 milioni per il 2011 e di 500 milioni a partire dal 2012; per i Comuni sopra i 5 mila abitanti invece il taglio ai trasferimenti è pari a 1,5 miliardi nel 2011 e 2,5 miliardi dal 2012. In questo caso la definizione dei criteri è affidata alla conferenza Stato-Città. Per i Comuni sotto i 30 mila abitanti slitta di un anno, al 31 dicembre del 2011, il termine per cedere o liquidare le società controllate.
Abruzzo, tasse «congelate» fino a Natale
Al termine di una lunga («e molto vivace» racconta chi era presente) discussione in Commissione Bilancio, ieri mattina è stato approvato anche l’emendamento che proroga a tutto dicembre per le popolazioni terremotate il termine per la restituzione delle tasse non pagate. La sospensione dei tributi vale anche per lavoratori autonomie titolari di partite Iva con reddito fino a 200 mila euro. Ed è stata ripristinata la «zona franca» – con le conseguenti agevolazioni fiscali – per l’area urbana della città dell’Aquila. Sono state invece respinte le proposte di emendamento targate Pd per la rateizzazione in 10 anni (e con lo sconto del 40%) delle somme dovute. La copertura di queste misure sarà in parte garantita dall’aumento dell’accisa sui tabacchi per le sigarette «low cost».
Tredicesime, trattative a oltranza
L’atteso chiarimento sulle tredicesime dei lavoratori pubblici (poliziotti, militari, ricercatori e professori universitari, magistrati, diplomatici e avvocati dello Stato) ancora non c’è stato. Il relatore Azzollini ha annunciato che sarà corretta la norma che lui stesso aveva introdotto, e cioè la possibilità dei tagli alle tredicesime per reperire risorse per finanziare alcune deroghe al blocco delle retribuzioni per tutti i dipendenti pubblici, in particolare per quanto riguarda promozioni, arretrati e straordinari. Il governo sta dunque cercando in extremis una soluzione per trovare questi fondi, senza toccare le tredicesime, anche se ieri si è parlato della possibilità di un «contributo di solidarietà» sulle tredicesime per i lavoratori pubblici con redditi superiori a 80 mila euro all’anno. Il rebus sarà risolto oggi. Insieme alla correzione della fiscalità delle imprese e a quella spinosissima dei certificati verdi. Confindustria e Rete Imprese hanno ottenuto garanzie sul ripristino dell’utilizzazione della compensazioni dei debiti fiscali con i crediti: dovrebbero essere cancellate o comunque ammorbidite le restrizioni introdotte con la manovra. Lontana sembra invece la soluzione sui certificati verdi: il governo non vuole fare marcia indietro sulla norma che revoca l’obbligo per il Gestore della rete elettrica di riacquistare dalle imprese i certificati in eccesso (misura che era stata introdotta per favorire gli investimenti in energie rinnovabili).
Paolo Foschi