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 2010  luglio 07 Mercoledì calendario

LA RACCOLTA DIFFRENZIATA NON CHIUDE PER FERIE

La raccolta differenziata dei rifiuti non va in vacanza. Anzi, mentre la canicola estiva mette a dura prova lo Stivale, si moltiplicano i casi dei comuni virtuosi che riescono a separare la spazzatura anche con l’arrivo di turisti che non sono abituati a distinguere fra umido, secco, plastica, vetro, carta e cartone. In realtà, anche in questo frangente i soggetti interessati, siano Comuni o Ambiti territoriali, dimostrano di essere in grado di mettere in campo soluzioni ingegnose e creative. Così, mentre a Palermo si moltiplicano i roghi dei rifiuti che ammorbano da settimane la città, a poca distanza, per la precisione a Castelbuono, un’ottantina di chilometri, nel cuore delle Madonie, la raccolta differenziata funziona a tal punto da diventare un esempio. E viene fatta con un sistema al contempo rivoluzionario e naturale: gli asini che da queste parti si chiamano scecchi. «Abbiamo cominciato con 3 asini più o meno tre anni or sono. Ora sono 35 e e ne utilizziamo 6 al giorno. Rispettiamo tutti i parametri sindacali, a cominciare dall’orario e dalle maternità», spiega a Libero il sindaco di Castelbuono, Mario Cicero. Il problema della raccolta differenziata, in questo borgo abbarbicato a oltre 400 metri sul cocuzzolo del colle Milocca, era quasi insormontabile. Stradine strettissime, pendenze mozzafiato, le abitazioni concentrate in una spazio ristrettissimo. Da qui la scelta dei quadrupedi. «Quando abbiamo cominciato ci prendevano per pazzi», confessa il sindaco, «ora vengono a vedere comefunziona. E le assicuro che funziona, a cominciare dai costi: un asino si paga 1.000 euro anziché i 25mila necessari per un furgone attrezzato per la raccolta differenziata. E lo può condurre chiunque, non servono patenti speciali. Anzi, in molti casi abbiamo impiegato giovani che venivano da situazioni di profondo disagio sociale, alcol e droga, recuperandoli completamente e dando loro un lavoro vero. Senza contare che mentre dopo tre anni il furgone lo devi cambiare, gli asini se vengono trattati bene, vivono a lungo, anche per un quarto di secolo». I risultati sono più che lusinghieri. Da una percentuale di differenziata meno che trascurabile Castelbuono è arrivato ora al 50%. E si propone di crescere ancora. Oltre ai chiuchi, entreranno presto in organico anche alcuni muli per potenziare ulteriormente il servizio. «Abbiamo fatto incrociare gli asini con alcune cavalle e appena saranno in grado di lavorare - anche in questo caso rispetteremo tutte le norme ”sindacali” - li faremo entrare in servizio». Un altro caso di un comune particolarmente vituoso è quello di Senigallia, in provincia di Ancona, 45mila abitanti, che però nel periodo estivo si moltiplicano per tre. Grazie ai turisti. Una manna dal cielo di questi tempi, ma anche un grande problema da affrontare per lo smaltimento dei rifiuti. Qui la differenziazione fra umido, secco, plastica, vetro e carta ha raggiunto livelli particolarmente alti, attorno al 60%. E rappresenta uno dei migliori esempi per sfatare il mito che spesso diventa una giustificazione per non fare nulla: ”Tanto qui, nel nostro comune, la differenziata non funzionerà mai perché non la vogliono fare i cittadini e men che meno i turisti che vengono da fuori”. Nulla di più sbagliato, come dimostra proprio il caso-Senigallia. In appena otto mesi la cittadina marchigiana è passata dal 17 al 52 per cento di differenziata. Eora è salita al60. Comespiegaa Libero l’assessore alla Città sostenibile, Gennaro Campanile. «In pochi mesi siamo riusciti a far comprendere a tutti l’importan - za di avere un ciclo integrato dei rifiuti. Dopo aver informato capillarmente tutti gli abitanti abbiamo tolto i cassonetti dalle strade nel giro di pochi giorni. E ha funzionato. Ora facciamo la raccolta porta a porta e riusciamo a differenziare il 60%. Certo, forse ci ha aiutati anche l’emer - genza Napoli, divenuta un fenomeno mediatico capace di toccare le coscienze di tutti». In realtà la rivoluzione dell’igiene urbana è stata rapida solo nell’attuazione ma ha richiesto un analisi attenta e dettagliata. «Prima di partire abbiamo studiato altre esperienze, casi virtuosi come quello di Bolzano », racconta Campanile, «poi abbiamo lanciato una campagna di informazione capillare verso tutti i cittadini. A distanza di cinque anni possiamo dire che ha funzionato. Siamo riusciti a risolvere anche un problema in apparenza insormontabile, quello dei condomini, sprovvisti di punti di raccolta dove collocare i recipienti per dividere la spazzatura». Il meccanismo impiegato a Senigallia è quello largamente sperimentato: ogni giorno della settimana viene ritirato un determinato tipo di rifiuto. Il prelievo è effettuato al domicilio di ogni singolo abitante. Ma la città in provincia di Ancona ha vinto pure un’altra sfida: quella della differenziata nel periodo estivo. Quando i 45mila abitanti diventano oltre 120mila. «Alle strutture ricettive, i bar, i ristoranti e gli alberghi», spiega l’assessore alla Città sostenibile, «abbiamo consegnato numerosi cassonetti per la differenziata supplementari. Poi abbiamo potenziato la raccolta sul lungomare e nel centro storico, con 5 passaggi la settimana. Infine abbiamo istituito delle isole ecologiche gestite dai titolari delle attività: qualora avessero un esubero di rifiuti possono portarli in questi ”grot - toni” attrezzati. La risposta è andata ben al di la delle migliori aspettative. Di fatto tutti gli operatori turistici hanno compreso l’importanza dell’operazione e così riusciamo a confermare pure d’estate il 60% di raccolta differenziata. Così possiamo puntare ai prossimi obiettivi. I risultati conseguiti finora ci hanno permesso di risparmiare parecchio. Fra poco passeremo dalla tassa alla tariffa: non si pagherà più in base ai metri quadrati della propria abitazione, ma per la quantità di rifiuti gettati nel cassonetto grigio, quello per gli scarti indifferenziati. Più si differenzia e meno si pagherà. Un passaggio importante che tutti attendono perché nonostante gli sforzi compiuti finora i i cittadini non hanno avuto alcun vantaggio economico». Altro caso virtuoso in cui ci siamo imbattuti e che sfata il mito del ”tanto la differenziata non la faremo mai”, è quello dell’Ato di Trapani 1, Terra dei Fenici. L’acronimo sta per Ambito territoriale ottimale e aggrega un territorio di pertinenza di diversi comuni, ottimizzando alcuni servizi,comequelli per l’acqua o la spazzatura. Ebbene l’Ato Terra dei Fenici, raggruppa 11 comuni e fa registrare un tasso di raccolta differenziata che va da un minimo del 40% (il caso peggiore) al 50-60% di Alcamo, Marsala, Erice, Castallammare e San Vito Lo Capo. Tutti in provincia di Trapani. In questo caso la separazione dei rifiuti è partita da pochissimo tempo. «Tutto è cominciato il primo settembre 2009», conferma l’ingegner Salvatore Alestra che dell’Ato Terra dei Fenici è l’amministratore delegato. Prima di partire la media dei comuni interessati era bassissima, attorno al 3,5%. «Quel poco che si raccoglieva», puntualizza, «era separato e organizzato dalle grandi attività commerciali, comesuper e ipermercati. Per il resto nulla». Poi, nel giro di pochi giorni il miracolo: «Fra gli undici comuni che compongono l’Ato i meno organizzati separano i rifiuti per il 40%. Gli altri fanno molto di più. E tutto questo è avvenuto nel volgere di pochi giorni. Non mesi o anni. A dimostrazione che i cittadini, quando vengono adeguatamente informati sui vantaggi ambientali ed economici della differenziata, aderiscono in massa. L’ambito in cui dobbiamo invece compiere ancora qualche sforzo supplementare è quello della raccolta nei mesi estivi. Abbiamo verificato che da maggio, con l’arrivo dei primi turisti, la percentuale scende. Da noi però arrivano persone che si trattengono anche solo pochi giorni, in abitazioni private. Enonè facile raggiungerli tutti. In realtà abbiamo già fatto qualcosa, per esempio inviando casa per casa un depliant. Ma evidentemente non basta. E sarà questa la nostra prossima sfida: mantenere anche d’estate lo stesso tasso di differenziata raggiunto nei mesi invernali. In modo che non ci siano scompensi. E contiamo di riuscirci».