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 2010  luglio 07 Mercoledì calendario

CASE VIAGGI E FESTE: TUTTI I REGALI DELLA CRICCA

«Dallo spillo all’elefante», il ce­lebre motto dei grandi magazzini inglesi Harrod’s,usato per dire che nel noto store di Londra si trova di tutto, Diego Anemone & C l’hanno fatto proprio. Anzi, la cricca dei grandi appalti del G8 l’ha sublima­to. Sì, perché accanto agli affari im­mobiliari che hanno fatto arrabbia­re non poco gli italiani - per tutti la casa con vista Colosseo dell’ex mi­nistro Claudio Scajola - quello del­l­a cricca era un vero e proprio siste­ma del do ut des che comprendeva di tutto: regalini a funzionari e im­prenditori da oliare, roba da alme­no otto, diecimila euro a cadeau tra orologi di lusso, vestiti, preziosi oggetti d’argento;escort per allieta­re i soggiorni fuori casa, anche quelli, naturalmente, pagati dalla cricca; assunzioni di favore a van­taggio di parenti e amici; viaggi a Cortina e all’Argentario; feste pan­tagrueliche in ristoranti di lusso, come quella per festeggiare la no­mina di Fabio De Santis, uno dei funzionari indagati, a provvedito­re delle Opere pubbliche della To­scana, che costò la bellezza di qua­si 22mila euro; e anche piccole co­se, come i tendaggi, pagati da Ane­mone, destinati alla casa del figlio del dominus dei lavori pubblici, An­gelo Balducci. Insomma, di tutto e di più. Un pozzo senza fondo di re­galoni e regalini che man mano che le inchieste procedono si arric­chisce di nuovi cadeaux e capitoli. Il Ros ha cercato di fare un po’ di conti,di quantificare l’ammontare del settore regalìe della cricca. Ma il risultato, pur ragguardevole, è stato per difetto: un milione di eu­ro, in due anni. La cifra comprende gli orologi di lusso - uno Chopard d’acciaio da 4mila e 63 euro piùIva e un Audemars Piguet lievemente più costoso, 4mila e 270 euro più Iva - comprati come regalini di Na­tale, nel 2008, dall’imprenditore Francesco Piscicelli (quello, per ca­pirci, diventato celebre per le risa­te al telefono, più o meno smenti­te, la notte del 6 aprile 2009, duran­te il terremoto a L’Aquila) e dal co­struttore fiorentino Riccardo Fusi per ringraziare i funzionari che li avevano aiutati nella «conquista» dell’appalto della Scuola dei mare­scialli di Firenze, Maria Pia Forleo e Fabio De Santis. Sempre del setto­re regalìe fanno parte anche, per re­stare in ambito orologi, i Rolex e Pa­tek Philippe in oro da 16mila euro, acquistati come regali, non si sa a chi, sempre da Piscicelli. O la Bmw da 71mila euro, un pensierino di Anemone destinato al figlio di Bal­ducci. Nello stesso calderone an­che i soggiorni in suite a Port’Erco­le, sull’Argentario, pagati dallo stesso Piscicelli all’ex segretario di Romano Prodi, Carlo Malinconi­co, che però smentisce e sostiene di aver pagato di tasca sua. E pure, chiamiamolo così, il conforto escort, vedi le prostitute reclutate per allietare i soggiorni a Venezia di Fabio De Santis. Compresa pu­re, nel milione di euro la cenetta ro­mana al ristorante «Il Bolognese» di piazza del Popolo. Prenota Pisci­celli, per Balducci: 15 coperti, rac­conta la fattura, per un totale di 1870 euro, 124 eurocirca a com­mensale.
Ma lo zoccolo duro dei favori del­la cricca per conquistare il mono­polio degli appalti è il settore im­mobiliare. Che in quel milione di euro per difetto conteggiato dal Ros non è compreso. Di casa Scajo­la si sa più o meno tutto.L’apparta­mento con vista Colosseo che al­l’esponente Pdl è costato la poltro­na di ministro e che sembra sia sta­to acquistato con un aiutino di 900mila euro fornito in assegni cir­colari dall’architetto Angelo Zam­polini, braccio destro di Anemone, sarebbe stato pure ristrutturato dalle imprese della cricca. Nean­che a dirlo gratuitamente. Come gratuitamente sarebbe stata ri­strutturata un’altra casa finita nel mirino dei giudici di Perugia: la pa­lazzina di quattro piani e 42 vani di via dei Prefetti, a Roma, comprata a prezzo a dir poco stracciato (2,8 milioni di euro, a fronte dei 6, 7 di valore stimato) dall’ex ministro Pietro Lunardi. Qui, nel mirino de­gli inquirenti, non è il denaro servi­to per l’acquisto - come nel caso Scajola - ma il maxi-sconto sul prezzo di mercato di quell’immobi­le, concesso all’ex ministro da Pro­paganda Fide, all’epoca guidata dall’arcivescovo di Napoli, cardi­nale Crescenzio Sepe. Il sospetto di chi indaga si concentra su due fronti: il prezzo irrisorio pattuito; e la coincidenza dell’inserimento della sede di Propaganda Fide di piazza di Spagna 42 in un piano di ristrutturazione da 2,5 milioni di euro. Nello stesso quadro anche l’affitto,al capo della Protezione ci­vile Guido Bertolaso, della casa di via Giulia, sempre a Roma.
Una ragnatela enorme, il siste­ma del do ut des della cricca. Una ragnatela su cui, oltre ai giudici di Perugia, adesso tornerà a indagare anche Roma. Il tribunale di Firen­ze, ieri, ha dichiarato la propria in­competenza territoriale per quan­to riguarda l’inchiesta sull’appalto per la Scuola dei Marescialli, quel­la che tra gli indagati vede anche l’onorevole Pdl Denis Verdini. Gli atti saranno trasferiti a Roma. Delu­si i Pm fiorentini, che comunque hanno annunciato che continue­ranno a seguire gli altri filoni. Inda­gine finita invece per l’avvocato Guido Cerruti, che era malato da tempo e che proprio ieri è morto.