GianMaria De Francesco, il Giornale 7/7/2010, pagina 4, 7 luglio 2010
MARRAZZO HA BUTTATO 5 MILIONI PER FILM MAI VISTI
Ciak, si finanzia! Non ci sono solo i doppioni delle ambasciate all’estero, in alcuni casi le Regioni italiane riescono a spendere anche per competenze che dovrebbero restare allo Stato, come i fondi per il cinema.
il caso del Lazio. La vecchia giunta Marrazzo non creò una Film Commission come hanno fatto la Puglia e il Piemonte, ma affidò all’allora assessore Giulia Rodano la guida di un nucleo di valutazione per erogare finanziamenti alle opere cinematografiche.
In tre anni, dall’inizio del 2007 allo scorso marzo sono stati deliberati finanziamenti per 8,09 milioni di euro. Della cifra impegnata sono stati erogati 4,9 milioni.
I beneficiari? Ci sono i 600mila euro per Colpo d’occhio di Sergio Rubini con Riccardo Scamarcio. La stessa cifra è andata a Milano Palermo il ritorno , mentre 500mila euro sono stati deliberati lo scorso marzo per Habemus papam , l’ultima fatica di Nanni Moretti. Non male anche i 300mila euro assegnati a Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio , tragicommedia ambientata nella Roma multietnica dell’Esquilino. Il finanziamento è stato pari a 15 volte l’incasso del primo weekend di programmazione. Insomma, si sa, il cinema italiano è politicamente orientato. E la vecchia giunta laziale era di centrosinistra.
In fondo, Roma è il fulcro dell’attività cinematografica italiana e anche la Regione ha voluto dare un contributo. Peccato che film come La polvere del tempo
(300mila euro), Zenzano (300mila) e La voce (200mila) non siano stati distribuiti. O nel caso de Il prossimo tuo di Anne Riitta Ciccone non abbiano rispettato i tempi previsti per i termini distributivi. Altre opere come Ti ho cercato in tutti i necrologi ( 400mila euro) e Venti sigarette a Nassirya (300mila euro) hanno sommato ai fondi della Pisana anche il contributo del ministero dei Beni culturali.
«La politica del fondo rotativo dell’ex ministro Veltroni ha bruciato oltre 500 milioni dal 1996 al 2003 e oggi non ci sono più risorse», spiega Michele Lo Foco, avvocato esperto di diritto della cinematografia, e così «considerato che produzione e distribuzione in Italia sono state destrutturate, le case cinematografiche chiedono soldi pure alle Regioni».
Servirebbe, insomma, comprendere quali siano le competenze delle Regioni e «mettere mano a tutta la legislazione del settore a partire dal tax credit (credito di imposta; ndr ) che quest’anno si esaurir
sce». Il quadro non è dei migliori e, secondo Lo Foco, occorrerebbe ritornare a quegli stringenti criteri di assegnazione dei contributi fissati dall’ex ministro Urbani e poi via via smontati dai funzionari del ministero negli anni successivi».
Le Regioni si lamentano per i tagli della manovra, ma ci sono spese che si potrebbero contenere e questo ne è un esempio. «E poi a che servono a Roma due festival per il cinema e per la fiction che costano 20 milioni mentre in Italia il mercato dell’audiovisivo non c’è più?», conclude.