Varie, 7 luglio 2010
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DePiaz Camillo
• Tirano (Sondrio) 24 febbraio 1918, Tirano (Sondrio) 31 gennaio 2010. Frate • «[...] frate servita che molti ricorderanno, con il suo passo indietro da suggeritore, accanto alla figura imponente del suo sodale padre David Maria Turoldo [...] Premio Curiel per la Resistenza, protagonista di quel crogiuolo operoso e fecondo di incontri milanesi tra cattolici e comunisti durante la Resistenza [...] cattocomunista come è stato sempre segnato, dava interpretazioni sottili di quell’incontro tra le due culture del ”900 che cambiava e mutava la sua Milano. Ne faceva testimonianza anche, con gli incontri tra la Corsia dei Servi, l’associazione culturale da lui animata, e la Casa della Cultura allora diretta da Rossana Rossanda. Erano tempi di sperimentazioni che avrebbero portato poi a elaborazioni politiche alte, fino al compromesso storico tra Aldo Moro e Enrico Berlinguer. Si era ritirato a Tirano in Valtellina, dove è morto, nel convento di fronte alla Basilica dopo gli anni 50, quando lui e Turoldo erano stati allontanati da Milano come frati scomodi, vivendo da pendolare tra il locale, un borgo alpino di confine e il globale, si direbbe oggi, di una Milano plasmata e cambiata dal boom economico e dalla rinascita postbellica. Con cui aveva mantenuto reti lunghe ed alte di frequentazione. Con quella borghesia ambrosiana dei Pirelli, più con Giovanni che con Leopoldo, dei Cederna, l’amica Camilla e il Vittorini del Politecnico. Borghesia e intellighentia che faceva fabbriche e si poneva l’interrogativo forte dell’intreccio tra economia, cultura e coesione sociale [...] aveva attenzione anche ai dannati della terra. Attraverso le reti della teologia della liberazione faceva racconto dei territori lontani, l’Algeria, l’America Latina... La Corsia non era solo racconto degli ultimi, era snodo di quel cattolicesimo postconciliare animato da Camillo e Mario Cuminetti a Milano, e da padre David, emblematicamente collocato a Sotto il Monte, la piccola Gerusalemme di Giovanni XXIII. Dialogando tenacemente con il farsi e il mutare della società. Con il suo sviluppo. Discutendone con Giuseppe De Rita. Per dirla con il cardinale Martini, quella di padre Camillo è una storia di vita da cristianesimo di minoranza che si fa nella relazione e nella contaminazione convinto, come è sempre stato e come [...] insegnava citando Levinàs che ”l’identità non sta nel soggetto ma nella relazione”. la sintesi del suo romanzo di formazione che molti hanno letto e vissuto con lui [...] scendendo da Carona, il piccolo comune dove aveva avuto origine la sua famiglia [...] stupiva con il suo poetico entusiasmo per i tronchi delle betulle illuminate nella notte dai fari dell’automobile. Non per nulla era amico e gli piaceva scoprire poeti, pittori e scrittori. [...]» (Aldo Bonomi, ”Corriere della Sera” 1/2/2010) • «[...] De Piaz non era un cognome da nobili e Camillo ci teneva a dirlo: significa ”di Piazzo”, un villaggio non lontano da dove è nato, figlio di un falegname-contadino morto quando lui aveva otto anni. In collegio aveva conosciuto un ragazzo della sua età che sarebbe diventato padre Davide Turoldo, amico di tutta una vita, scomparso molto prima di lui, e insieme essi furono i protagonisti di una grande stagione del cattolicesimo italiano, o meglio, della minoranza più autenticamente cristiana all’interno della Chiesa cattolica. Più d’espressione e di battaglia padre Davide, più di pensiero Camillo. A Milano, aveva preso parte alla Resistenza nel Fronte della Gioventù, che raggruppava cattolici e comunisti, socialisti e liberali, ed era stato vicino a Eugenio Curiel, ucciso dai nazifascisti due mesi prima della Liberazione. [...]» (Goffredo Fofi, ”l’Unità” 1/2/2010).