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 2010  luglio 07 Mercoledì calendario

CASA SICURA PER VOCE ARANCIO


Il 63% degli italiani teme di tornare dalle vacanze e trovare la casa svaligiata.

L’Istat dice che ogni anno una famiglia su 100 riceve nel proprio appartamento la visita di un ladro.

Secondo dati del Ministero dell’Interno, nel 2009 sono stati messi a segno 149.318 furti in abitazione. Nel 2008 erano stati 150.761.

Durata media di un colpo in casa: 8 minuti.

L’80% dei furti avviene forzando la porta d’ingresso.

Il 45% dei soldi spesi dagli italiani per rendere più sicura l’abitazione va per acquistare antifurti e dispositivi elettronici anti-intrusione; il 30% per comprare serramenti e inferriate a porte e finestre.

Rosantonietta Scramaglia, docente all’università Iulm di Milano, ha condotto un sondaggio su vittime di rapine in abitazione. Risultati: nel 71% dei casi l’intrusione modifica per sempre il comportamento abituale delle persone. «Chi ha subito un furto diventa più timoroso e insicuro, si spaventa più facilmente, ogni volta che entra in casa controlla immediatamente se è tutto in ordine e prima di uscire nasconde gli oggetti di valore».

Da una ricerca dell’Anaci (Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari): il 57% degli amministratori riferisce che i proprietari di casa loro assistiti sono «preoccupati» e «molto preoccupati» per i furti e le rapine presso le abitazioni, anche se solo il 37% dei condomini nel 2008 ha chiesto l’installazione di dispositivi di sicurezza. Tra i sistemi più adottati: cancelli automatici (30%), televisioni a circuito chiuso (20%), porte/finestre blindate e antifurti (15%).

Cosa si può fare per proteggere la propria abitazione? Una buona soluzione è acquistare una porta blindata. Fausto Faustini, responsabile ricerca e sviluppo del gruppo Cisa specializzato in sistemi di chiusura, spiega: «Le porte blindate vanno dai 500 fino ai 3.000 euro a seconda dei materiali che vengono utilizzati per realizzarle».

Quando si compra una porta blindata, si deve fare attenzione che sia un prodotto a norma UNI 9569. Ciò significa che il nostro acquisto ha superato varie simulazioni di scasso. La norma UNI suddivide le porte blindate in quattro classi, secondo il grado di resistenza al tentativo di effrazione: i prezzi sono crescenti. La prima classe garantisce la protezione da attrezzi come cacciaviti, piedi di porco, leve, tenaglie, ecc. Resiste una trentina di minuti ad attacchi portati a segno con questi mezzi. Va bene metterla se si abita in un condominio, dove i ladri non possono lavorare indisturbati per molto tempo, e se i beni da proteggere sono di valore medio. La seconda classe resiste a scalpelli, martelli, seghe, asce e altri attrezzi manuali rumorosi. indicata per case con valori notevoli e per uffici situati in palazzi dove non ci sono abitazioni. La terza classe resiste anche ad attrezzi elettrici come trapani, seghe e molatrici ed è indicata per case con valori molto elevati, uffici interni di banche e gioiellerie. La quarta classe, infine, è a prova di trapani a percussione e strumenti elettrici speciali, in dotazione a scassinatori professionisti. quella giusta per case con valori inestimabili, gioiellerie e banche.

Altri utili accorgimenti: è bene che la porta sia ancorata al muro con ganci di ferro e che le chiavi vengano consegnate dal fabbricante in busta sigillata.

Se non si vuole cambiare tutto il sistema, si può pensare di rinforzare la serratura:
1) aggiungere altri punti di chiusura (centro, sopra e sotto) costa intorno ai 100 euro. Ma attenzione: i catenacci devono penetrare nella cornice della porta per almeno due centimetri (più corti sono facilmente scassinabili).
2) cambiare il cilindro della serratura con uno dotato di brevetto costa circa 100 euro. Meglio scegliere modelli non troppo sporgenti: quelli che si sporgono troppo dalla superficie della porta sono più facili da strappare via.
3) mettere un coperchietto antitrapano alla serratura per proteggere il cilindro da eventuali manomissioni. Costo: circa 40 euro.

Per proteggere le finestre si possono usare vetri antisfondamento e serrature. La norma europea UNI ENV 1627 definisce i requisiti delle finestre a prova di effrazione. In base alla loro resistenza, individua sei classi di qualità crescente: una finestra di classe 1 è efficace contro il ladro non professionista che tenta di entrare con calci, spallate ecc.; una finestra di classe 6, all’opposto, non si rompe se sottoposta all’azione di seghe elettriche, trapani. preferibile installare quest’ultimo tipo di finestra nelle case isolate.

Se non si vogliono cambiare le finestre, si possono anche mettere delle inferriate, che devono essere composte da barre dello spessore di almeno 15 millimetri. Gli esperti raccomandano maglie di dimensioni non superiori a 10x20.

Una buona soluzione può essere quella di installare un sistema antintrusione: una volta attivato, si accende una sirena se qualcuno si introduce in casa. Non può impedire lo scasso, ma è uno strumento dissuasivo e permette di trasmettere l’allarme a una centrale di sorveglianza. composto da rilevatori che colgono spostamenti e cambiamenti nell’ambiente, da una centralina che analizza costantemente i segnali provenienti dai rilevatori e da una trasmittente che avvisa i proprietari di casa e la polizia.

Esistono molti tipi di sistemi di allarmi, i più diffusi sono il perimetrale e il volumetrico. Il perimetrale è installato lungo le pareti esterne dell’abitazione e suona solo se vengono aperte finestre, porte finestre e porte di ingresso. Il volumetrico ha dei sensori che controllano l’interno degli ambienti: al passaggio di persone, il sensore invia un segnale che fa scattare la sirena o il collegamento con la polizia. L’ideale è integrare i due sistemi così se il ladro riesce a superare il perimetrale, scatta comunque l’allarme volumetrico.

Il costo di un impianto di allarme varia in base alla grandezza dell’abitazione e alla tecnologia. Spiega Eddo Quaggia dell’Anie-Anciss: «Prendendo in esempio un appartamento da 70-100 metri quadri, con 6-7 finestre, se si decide di installare un allarme perimetrale, 3 rilevatori volumetrici, una sirena interna e una esterna con gestione con codice numerico e sistema di comunicazione via telefonino il costo dovrebbe ammontare a circa 2.500 euro, che salgono anche a 3.500 se si sceglie un sistema wireless». L’impianto sia costruito secondo le normative vigenti (CEI 79/2 e CEI 79/3) da un’impresa certificata che a fine lavoro rilasci una ricevuta fiscale e una dichiarazione di conformità.

Una buona protezione per documenti e preziosi è costituito dalla cassaforte. Ne esistono di due tipi: a muro e a mobile. Le prime devono essere incassate nelle pareti e possono mimetizzarsi bene: per installare una cassaforte a muro, l’abitazione deve avere pareti portanti di spessore sufficientemente profondo. Per esempio, una cassaforte di 20 centimetri di profondità può essere incassata in un muro spesso non meno di 30 centimetri. Se non è possibile murare la cassaforte, se ne può acquistare una a mobile, da collocare in qualsiasi stanza. bene ricordare, comunque, che le casseforti a mobile con un peso inferiore alla tonnellata devono essere fissate al muro (così non possono essere portate via). Per stare sicuri, bisogna acquistare una cassaforte che abbia la certificazione Icim indicata su una targhetta. Significa che segue la normativa europea UNI EN 14450.

I prezzi delle casseforti variano molto, a seconda del tipo, delle dimensioni e della serratura (meccanica o a combinazione elettronica). Si va dalle più piccole che costano intorno ai 100 euro, fino alle più grandi che raggiungono anche i 1.000 euro.

Alcuni modelli particolari: le piccole ”scatole” con serratura meccanica, molto facili da mimetizzare; il K Safe di Conforti che si può nascondere nello zoccolo della cucina: si apre digitando sul telecomando del televisore un codice personale (che è meglio cambiare di tanto in tanto). Alcune aziende specializzate del settore (come per esempio Sabatino) produce piccoli vani invisibili da nascondere nei mobili di casa.

Per il massimo della sicurezza si può scegliere una versione a pavimento (più costosa, anche per i lavori di installazione) come quelle della Bra.Co. Le aziende certificate possono realizzare lavori su misura con soluzioni molto originali: nicchie ricavate nel muro che si presentano come vani per esporre oggetti (costano fino a 1.500 euro); armadi per pellicce e quadri celati nel muro; vetrinette portaoggetti, che si aprono sui lati con radiocomandi.

Qualcuno si fa costruire una panic room, in cui chiudersi pur di non affrontare i rapinatori. Consiste nella blindatura totale di pareti, porte e finestre di una stanza. Mauro Gerardi, responsabile commerciale della Ercole Srl di Verona: «Tutto viene rinforzato con materiali speciali a seconda delle esigenze dei clienti. Utilizziamo metalli antitrapano, ma anche acciai antibalistici: l’Fb 4, che copre tutti i calibri fino alla 44 Magnum, molto richiesto in Russia perché protegge dai kalashnikov. Idem per i vetri. E poi sensori a infrarossi e telecamere con visione notturna, Sim card e cellulari per chiedere aiuto nel caso le linee telefoniche vengano tagliate, spioncini elettronici per non indebolire le porte blindate con quelli normali. Il tutto gestito da un touch screen interno. Il modello di partenza sono stati i caveau blindati delle navi, creati per proteggere gli equipaggi dai pirati. Ma oggi la sicurezza domestica si sta sviluppando in modo autonomo. Negli Stati Uniti c’è chi arriva a montare sull’uscio della stanza apparecchi che rilasciano gas soporiferi o lacrimogeni». Il costo? 5mila euro per blindare porte e finestre, dai 50mila in su per un impianto all’avanguardia. «In Italia è un fenomeno in crescita. Ci chiamano dalle campagne del Veneto e della Lombardia, ma sempre più spesso anche proprietari di appartamenti a Roma e Milano» (a Francesco Moscatelli, La Stampa).

Un esempio di come funziona una panic room. Gli abitanti della casa stanno guardando la televisione, appena un rilevatore esterno avverte la presenza di un intruso, la tv si spegne e lo schermo diventa un computer touch screen, grazie al quale chiudere immediatamente tapparelle blindate e porte. Nel touch screen c’è anche la sim card incorporata per telefonare, in caso di danneggiamenti alle linee normali. Una volta che ci si è chiusi nella panic room si possono attivare sistemi che rilasciano gas soporiferi o lacrimogeni all’esterno. Le porte si aprono solo con la lettura delle impronte digitali. Ma le panic room dell’ultima generazione hanno un sistema ancora più sofisticato: se un malintenzionato, sotto minaccia, obbliga il proprietario della casa ad aprire la porta, questi, anziché porre l’indice della mano destra sul lettore, metterà quello della mano sinistra. Il computer invierà così un segnale d’allarme silenzioso alle forze dell’ordine.

L’ex Take That Robbie Williams, intimorito dai fan più sfegatati, s’è fatto costruire una panic room nella sua residenza inglese.