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 2010  luglio 06 Martedì calendario

WILMAR RILEVA LO ZUCCHERO CSR

Dopo 155 anni, l’australiana Csr si libera delle attività saccarifere alle quali deve la ragione sociale, Colonial Sugar Refining.
La sua controllata Sucrogen, quinto raffinatore mondiale di zucchero con sette impianti e una capacità di trasformazione per circa 2 milioni di tonnellate di grezzo, passerà al gruppo di Singapore Wilmar International ,
il numero uno dell’olio di palma. La cifra offerta – pari a 1,347 miliardi di dollari australiani in contanti e 403 milioni di debiti assorbiti dall’acquirente – ha battuto del 6%, proprio sul filo di lana, l’offerta che in precedenza era stata lanciata dalla società cinese Bright Food Group.
Si è trattato di una mossa a sorpresa, che chiude con soddisfazione, per Csr, un tentativo durato mesi. Il gruppo australiano voleva uscire dallo zucchero, ma finora non aveva trovato contropartite adeguate.
Il momento però si è rivelato propizio alle acquisizioni nel settore: proprio la settimana scorsa l’inglese Tate & Lyle ha ceduto le sue raffinerie europee all’American Sugar Refining, anche in questo caso abbandonando un’attività più che centenaria.
Per la Wilmar, guidata da Kuok Khoon Hong, l’operazione potrebbe preludere a una nuova espansione: con Sucrogen ha già occupato il 40-45% del mercato australiano, ma alla sua portata ci sono anche importanti piantagioni indonesiane di canna da zucchero: sono un asset rimasto nelle mani dell’uomo più ricco della Malaysia, Robert Kuok, zio e mèntore del chief executive della Wilmar. Quest’ultima ieri ha guadagnato il 2,3% alla Borsa di Singapore, mentre a Sydney Csr è salita del 3,5%, a 1,755 A$.
La giornata di ieri ha dato alla Borsa di Sydney anche un altro scossone miliardario: complice l’accordo raggiunto sulle tasse minerarie dal nuovo premier au-straliano, la signora Julia Gillard, la società thailandese Banpu ha offerto 2 miliardi di dollari australiani per l’80% che ancora non controlla nella Centennial Coal , un produttore di carbone per uso prevalentemente termico. Il gruppo di Bangkok pagherà in contanti 6,2 A$ per azione, garantendo un premio del 40% rispetto alla chiusura di borsa di venerdì. Ieri Centennial ha recuperato il 31,9%, a 5,83 A$.
Con dieci miniere in Australia e con clienti in Giappone e in Europa, ora la Banpu conta di giocare un ruolo attivo nella crescita mineraria di Canberra, dove anche l’americana Peabody potrebbe tornare alla carica su un suo vecchio obiettivo, la Macarthur
Coal , un boccone da 4,1 miliardi di dollari australiani.