Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  luglio 07 Mercoledì calendario

UN CASANOVA

Se cerchi un mago, mica t’aspetti di trovarlo citofando in un palazzo del centro. Infatti, per trovare Antonio, il mago Casanova, chiediamo al benzinaio di Sant’Antonio dove sia Nessunluogo. E dietro l’angolo, in via Sant’Antonio, di fronte a una rombante Ducati "Morgana" entriamo. Accesa una candela si apre un portone. Voilà Antonio Casanova e il suo capannone delle meraviglie.
Nessunluogo è qui, nella sperduta campagna bolognese, e anche nero su bianco, sui primi due libri della serie L’illusionista che il mago Casanova ha scritto: Nasha Blaze e il mondo segreto (uscito lo scorso giorno di Halloween) e Nasha Blaze nella bottega dei Prodigi; il terzo è già scritto, il quarto lo scriverà. Genere: fantasy per ragazzi.
Mago Casanova, ci sveli la sua ultima apparizione, quella nelle librerie?
"E’ una storia che avevo in testa. Nessunluogo è la capacità dei bambini di creare mondi dal nulla. Il protagonista, Nasha Blaze, è un quattordicenne creolo, con i capelli arruffati e il dono della magia, che vive in due mondi paralleli, dove si muovono i Luminosi e gli Oscuri...".
Per scrivere aspetti l’ispirazione o sei metodico?
"Mi siedo e immagino quello che vorrei vedere: un libro è come un’illusione".
Ti piace o ti infastidisce il paragone con Harry Potter?
"Ho una stima mostruosa della Rowling, ha creato personaggi straordinari. Il mio è un romanzo con un bambino magico, per il resto non c’entra niente. Io difendo l’immaginazione dei ragazzi, contro la Tv che gli rifila cose di basso livello".
Eppure la post-fazione del tuo libro è firmata da Antonio Ricci, che ti ha trasformato proprio in Tv, a Striscia la notizia, da mago pasticcione al nostro David Copperfield.
"Ricci è di un’intelligenza sovrumana. Ha capito che per far tornare l’interesse sulla magia bisognava svecchiarla partendo da una presa in giro. Mi ha dato uno spazio incredibile. E con David Copperfield oggi siamo grandi amici".
Ho letto che condividete lo stesso "creatore di magie".
"Sì, è il numero uno dei magic builder, Paul Osborne".
Da piccolo volevi fare il mago?
"Quest’idea di "cosa fare da grandi" è un’invenzione: è la vita che ci porta a essere quelli che siamo. E la parola "mago" ormai è abusata da troppi ciarlatani. Però io ho sempre avuto bisogno di stupire, anche solo sorridendo o suonando".
Eri un enfant prodige del pianoforte, e poi?
"Ho studiato al Conservatorio, alla Scala, a 14 anni ero già in giro in Europa per concerti, è un ambiente molto falso quello della musica classica, e a quell’età rischi di implodere. Ho mollato tutto".
Non ci hai ancora detto come sei diventato mago.
"Quando è morto mio nonno Abdon, che nei miei libri è diventato il personaggio di Doban, ho scovato i testi magici che acquistava alle bancarelle, e tutto è cominciato. Poi sono arrivate le prime feste di paese...".
Il grande salto alla notorietà?
"Fu con Claudio Baglioni, che mi fece salire sul palco con lui all’Olimpico, nel 1998, davanti a 90 mila persone".
Antonio smette di raccontare e intona Mille giorni di te e di me: sarà il frutto di un’illusione, ma è come avere Baglioni qui.
Separati alla nascita?
"Siamo amici fraterni, io lo chiamo "fratello alato", lui chiama me "marinaio degli oceani della meraviglia". Abbiamo anche scritto un musical insieme su Houdini, prima o poi lo portiamo in scena".
Intanto hai raggiunto il top: sei paparazzato su Topolino!
"Sì, quando mi sono visto nelle vesti di Papernova, disegnato dal grande Giorgio Cavazzano, mi sono detto: "Allora sono davvero famoso!". Nel primo episodio ho chiesto di "avere accanto a me il personaggio di nonno Abdon. Sono già stato in sette storie con Paperinik e a Natale ne esce una nuova".
Il tuo cognome è Montanari. Confessa! Hai scelto Casanova per far colpo sulle ragazze.
"Ma no, è il nome di mia nonna. Poi "quel" Casanova, Giacomo, in realtà amava immensamente una sola donna che non lo ricambiava...".
In questo ti somiglia?
"No, io amo una donna meravigliosa, Desi, e sono riamato. Studia Lingue orientali ed è una ballerina classica. Ho la fortuna di averla sul palco con me ogni tanto. Lei è di una bellezza non classificabile".
Tanto da incantare un mago. Ti sei trasferito qui per lei?
"Sì, e amo questo posto. Ho appena portato il mio one man show a Las Vegas per due mesi, ma sognavo di tornare qui, dove c’è gente che parla. Aperitivi, feste, Milano...No grazie!".
Sei evaso dala "pagoda della morte" intrappolato a testa in giù in una cabina d’acqua, sei rimasto incantato sulla Cascata delle Marmore, sei stato sepolto vivo: un illusionista falsifica la realtà?
"La realtà è un’illusione gigantesca, l’occhio può essere sedotto dalle parole o da un movimento inconsueto. Io non mostro cose false, ma ciò che gli altri vogliono vedere".
Ora portaci nel tuo futuro.
"Finisco di scrivere i miei libri che mi piacerebbe diventassero un film d’animazione. Poi tenterò "L’appeso": cercherò di liberarmi da una gru a 30 metri d’altezza, a testa in giù con una camicia di forza".
Come ti prepari fisicamente?
"Faccio palestra e una corsa di 15 chilometri tutti i giorni. Ci vogliono addominali di ferro per piegarsi "a libro", e una muscolatura che può essere attivata a piacere, anche sui polsi, sulle dita. Poi sto a dieta".
Rinneghi la lasagna alla bolognese?
"Tanto mi piace il sushi! E poi carne bianca, niente superalcolici, pochissimi carboidrati".
Che cosa ti chiedono le persone quando ti incontrano?
"Un classico è il tizio mezzo sdentato e pelto che mi chiede con fare complice: "Non puoi far sparire mia moglie". Santadonna, penso, ma ti sei visto?".