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 2010  luglio 04 Domenica calendario

UNA PANTERA FA PI PAURA DI COSA NOSTRA


A Palermo è Pantera. Stavolta ha la ”P” minuscola ed è molto ma molto -più pericolosa dell’omonimo movimento studentesco che all’alba degli anni Novanta il capoluogo siculo esportò, ultimo vero rigurgito sessantottino, negli atenei di mezza Italia.
Questa qua, di pantera, c’ha gli artigli il manto nero le zanne e tutto il resto. Stando a un cospicuo numero d’avvistamenti non suffragati da prove, il felino bazzica le collinette attorno a Borgo Nuovo, estrema periferia ovest della città dove palazzoni lascito del boom edilizio cedono il passo a prati e boscaglia. La favola del terrore sulla belva famelica tiene banco da una settimana, ossia da quando una madre col suo figliolo hanno giurato d’averla vista, nera e sinuosa, smaterializzarsi dietro un cespuglio. Poi è stata psicosi. Un pompiere se l’è trovata sotto il naso, un altro signore non ha dubbi nell’asserire d’esser stato svegliato da un ruggito in piena notte, la carcassa sbocconcellata di un coniglio nei giorni scorsi ha scatenato il panico e l’altroieri si è arrivati al cavallo sbranato. Circostanza, quest’ultima, fermamente smentita dalla Forestale. Per contenere l’isteria collettiva e scongiurare pericoli reali, s’è messo in moto un pm, Carlo Lenzi, che sta interrogando a tappeto i possessori di villette con giardino nella zona incriminata (hai visto mai ci sia veramente un bontempone con l’hobby dei felini killer).
Di tangibile per ora c’è un collare coperto di peli neri oddio recuperato in mezzo alla strada e spedito ai laboratori della scientifica per sciogliere un atroce dilemma: son peli di barboncino o pantera? In attesa della risposta, dalle parti di via Bronte nessuno esce di casa volentieri. In via Erice chi possiede una lupara la tiene a portata di mano. Sulla strada che collega San Martino a Boccadifalco si viaggia spediti e con la sicura alle portiere, preferibilmente prima dell’imbrunire. Giuseppe Chiarielli, dirigente della Forestale, ha deciso di vederci chiaro. Come? Se l’animale c’è, allora va stanato. Ottima idea, della quale fa le spese un inconsapevole maialino fatto pervenire all’uopo dall’Istituto zootecnico di Palermo. Farà da esca viva. All’inizio si pensava a un agnellino, dopodiché la scelta è ricaduta sul porcello in quanto ha un odore molto più intenso e maggiori chances di solleticare le narici del predatore. La bestiola sta in una gabbietta, infilata a sua
volta in una gabbia più grande pronta a scattare come una trappola. Tutto intorno, guardie forestali col colpo (soporifero) in canna. Le prime due notti d’appostamento non hanno prodotto risultati.
Ieri mattina da Cefalù è arrivata una telefonata, erano i carabinieri della stazione locale che volevano avvertire le autorità del capoluogo di un avvistamento senza precedenti, un animale
mai visto prima si aggirava nei dintorni di un hotel. Nello spazio di qualche secondo s’è consumata la soddisfazione mista a sollievo per un caso chiuso, invece la voce dall’altra parte del filo ha raddoppiato le angosce: c’è in giro un boa, chissà da dove è scappato, sarà lungo due metri, forse due metri e mezzo. Se avete sempre desiderato farvi un safari, a Palermo questa è la stagione migliore.