varie del 6-7/7/2010, 7 luglio 2010
EMANUELA ORLANDI AGGIORNAMENTO
Il Vaticano ha acconsentito all’apertura della tomba di Enrico De Pedis, il boss della banda della Magliana sepolto nella basilica romana di Sant’Apollinare, considerato il sequestratore di Emanuela Orlandi. La nota del Vicariato, inviata il 2 luglio al programma Chi l’ha visto?, dice: «Nulla osta da parte dell’autorità ecclesiastica a che, su richiesta dell’autorità giudiziaria italiana competente, la tomba del signor De Pedis possa essere ispezionata. Nulla osta a che, su richiesta dell’autorità giudiziaria italiana competente o della famiglia del signor De Pedis, la salma possa essere traslata altrove». In realtà, ha ricordato la Procura di Roma, l’autorizzazione vaticana non era necessaria perché la basilica non è protetta dalll’extraterritorialità. Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il capo della Mobile, Vittorio Rizzi, avevano già ispezionato la cripta sei mesi fa: De Pedis è sepolto in una cappella costata 37 milioni di lire dal 1990, l’anno in cui fu ucciso dai suoi ex compagni della banda della Magliana in via del Pellegrino a Roma, a due passi da Campo de’ Fiori.
La tumulazione di De Pedis è rimasta segreta fino al 1997. Solo nel 2005 un anonimo ha legato la sepoltura alla scomparsa di Emanuela Orlandi: «Se volete sapere del sequestro Orlandi - aveva detto alla trasmissione Chi l’ha visto - , andate a vedere chi è sepolto a Sant’Apollinare». E solo quest’anno si accerta che la voce era di Carlo Alberto De Tomasi, figlio di Giuseppe, anch’egli della Magliana. Si scopre anche che, a telefonare allo zio di Emanuela sei giorni dopo il sequestro, era stato De Tomasi senior. Nell’inchiesta emerge che per la sepoltura qualcuno ha regalato alla chiesa tra i 500 e i 600 milioni i lire.
Qualche mese fa la signora Carla Di Giovanni, vedova del boss, monsignor Pietro Vergari, rettore della basilica fino al ”91, e l’attuale reggente, don Pedro Huidobro, avrebbero confermato l’entità della somma, sostenendo che si era trattato di beneficenza: Capaldo non ci crede, un’elemosina di mezzo miliardo di lire, gli sembra sproporzionata anche in confronto alla ricchezza accumulata da «Renatino» e dai suoi soci. Nel frattempo due pentiti della Magliana, Maurizio Abbatino e Antonio Mancini, ribadiscono in parte le dichiarazioni di Sabrina Minardi, ex moglie del calciatore della Lazio Bruno Giordano ed ex compagna di De Pedis: sarebbe stato «Renatino» a gestire il sequestro della Orlandi, rapita il 22 giugno 1983. «Per fare pressioni sullo Ior», aggiunge Mancini, a cui alcuni membri della Magliana avevano affidato denaro da investire. Riscontri e intercettazioni convincono la procura a indagare tre ex gregari della banda: Sergio Virtù, l’autista di «Renatino», Angelo Cassani e Gianfranco Cerboni, cioè «Ciletto» e «Giggetto», che De Pedis aveva pescato nei ranghi di un altro boss, Giorgio Paradisi, morto di cancro nel 2006.
Con la sua nota il Vicariato sembra giocare d’anticipo. Tanto più che né la procura, né la famiglia di «Renatino» hanno insistito per ottenere l’ispezione della tomba e/o la traslazione del corpo. probabile che l’apertura della cappella non servirà a svelare il mistero, ma gli inquirenti tenteranno. Non prima di agosto o settembre, però, il mese di luglio sarà dedicato a interrogare altri testimoni del sequestro di Emanuela.
CHE COS’ LA BANDA DELLA MAGLIANA:
Banda della Magliana è il nome attribuito a quella che è considerata la più potente organizzazione criminale che abbia mai operato a Roma. Il nome deriva dal quartiere nel quale risiedevano molti dei suoi componenti. A questo gruppo criminale vennero attribuiti legami con Cosa Nostra, camorra, ’nrangheta, ma anche con esponenti del mondo della politica come Licio Gelli e la Loggia P2 nonché con esponenti dell’estrema destra di stampo eversivo, con i servizi segreti e anche con settori della finanza vaticana.
I LUOGHI DEL GIALLO
22 giugno 1983: CORSO RINASCIMENTO: Verso le 19 Emanuela Orlandi, 15 anni, cittadina vaticana, viene vista per l’ultima volta all’uscita di una lezione di piano;
Poche ore dopo (SECONDO QUANTO RACCONTATO DA SABRINA MINARDI) Emanuela è su un’auto guidata da Sergio Virtù seguida da una con De Pedis e la Minardi. A Torvaianica la ragazza viene affidata da De Pedis a una donna
28 giugno 1983: Sei giorni dopo la scomparsa di Emanuela, la sua famiglia riceve una telefonata di Mario, che dice d’averla vista.
Estate 1983: (SECONDO QUANTO RACCONTATO DA SABRINA MINARDI) Emanuela sarebbe stata tenuta prigioniera per alcuni mesi in un appartamento di Daniela Mobili in via Pignatelli
Autunno 1983: (SECONDO QUANTO RACCONTATO DA SABRINA MINARDI) Sabrina Minardi, accompagnata da Sergio Virtù, in un bar sul Gianicolo prende in consegna Emanuela da una governate della mobili. Vicino al benzinaio, Sabrina consegna la ragazza a un uomo vestito da prete.
Dicembre 1983: (SECONDO QUANTO RACCONTATO DA SABRINA MINARDI) Circa sei mesi dopo la scomparsa il corpo di Emanuela, chiuso in un sacco, è sepolto in un cantiere da De Pedis.