Enrico Sisti, la Repubblica 6/7/2010, 6 luglio 2010
Chi può dirci qualcosa di più sulla teoria del rigore perfetto? Ci hanno provato gli studiosi dell´Università John Moores di Liverpool
Chi può dirci qualcosa di più sulla teoria del rigore perfetto? Ci hanno provato gli studiosi dell´Università John Moores di Liverpool. Hanno vivisezionato le immagini ad alta definizione di alcune telecamere sistemate dietro le porte: «E ora abbiamo gli elementi chiave che determinano il rigore perfetto», annuncia il prof. Tim Cable. In pratica eseguendo al 100% i suggerimenti contenuti nelle conclusioni della ricerca nessun portiere sarebbe più in grado di parare un calcio di rigore. E quali sarebbero questi elementi chiave? Velocità del tiro, dai 29 m/s in su, rincorsa di cinque o al massimo sei passi che deve partire dalla linea dell´area di rigore, angolo della rincorsa di venti, trenta gradi. Infine dove mirare: in un punto situato a mezzo metro dalla traversa e mezzo metro dal palo. Ma veramente? Forse una chance in più ai portieri va data. Perché i portieri moderni non sono vittime sacrificali. Non somigliano più al povero Joseph Bloch del racconto di Peter Handke ("La paura del portiere prima del calcio di rigore"), che faceva il mestiere sbagliato e per la sua tensione spasmodica venne cacciato dalla squadra, vagò per Vienna e uccise una donna. Ora i portieri studiano. Forse per smentire le ricerche universitarie e i personaggi dei libri. Lehmann si portava dietro i foglietti con gli appunti sulle tecniche degli avversari. Ben Foster del Manchester United parò un rigore dopo aver visto un video in campo. L´unico dato che non si può inserire in un computer è la condizione psico-fisica di tiratore e portiere: «Si deve allenare la psiche», scrive Richard Ginsburg, psicologo dello sport del Massachussets, «calciare o parare un rigore è una battaglia mentale, anche il più esperto dei calciatori può restare ingabbiato dalla prospettiva di una sconfitta individuale all´interno di uno sport di squadra». Fondamentali alcuni rituali: «Allacciarsi le scarpe, fare un certo numero di respiri». Secondo il fisico Nicola Ludwig, quando si arriva ai calci di rigore in un torneo la persona fondamentale non è il rigorista ma chi sceglie i rigoristi, dunque il ct. Sessant´anni fa persino su "Topolino" apparve una miniguida per non sbagliare un rigore: «Rincorsa massima di quattro metri, tiro più preciso che forte». Era il 1950.