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 2010  luglio 04 Domenica calendario

REBUS NUMERI: I 552 MILIONI PER IL VIMINALE SETTE MESI DOPO DIVENTANO 17

Con la Finanziaria del 2008 è stata attribuita ad Equitalia Giustizia anche la gestione del Fondo Unico Giustizia, un fondo in cui confluiscono tutte le somme di denaro sottoposte a sequestro, confisca o sanzione nell’ambito di procedimenti civili, amministrativi e penali (compresi i beni rivenduti della criminalità organizzata). Fino ad allora quelle somme erano depositate presso Poste italiane, banche e altri operatori finanziari, e i dati del 2007 parlano di oltre 1.599 milioni di euro in libretti postali, a cui andavano aggiunti i depositi su libretti bancari, forse molto consistenti ma mai quantificati. Sulla carta, la riforma del 2008 sembra muoversi in una buona direzione: un’unica società pubblica gestita come un’azienda privata viene incaricata di raccogliere e amministrare al meglio i soldi recuperati dalla macchina giudiziaria, per poi riconsegnarli allo Stato. Sulla carta. E in pratica? Sono passati due anni ed è tempo di bilanci. Dunque, quanti soldi sono stati recuperati da Equitalia Giustizia e depositati nel Fondo unico? Quanti di questi sono stati devoluti allo Stato? E precisamente a chi? Le domande sono chiare, le risposte meno.
70+30 e altri sistemi
Partiamo dall’ultima questione: a chi vanno i soldi raccolti nel FUG. Per tentare di capirlo dobbiamo tornare per un momento alla teoria. Una serie di atti legislativi sovrapposti hanno portato nel 2009 ad una disposizione un po’ contorta (e meno male che Calderoli c’è) secondo cui delle risorse presenti nel FUG che sono oggetto di sequestro penale o amministrativo, utili inclusi, se ne calcola una percentuale non superiore al 30% che va poi ripartita tra Viminale, via Arenula e bilancio dello Stato. Quindi circa un 10% del totale a testa, il che riduce il tesoretto del FUG a poca cosa. Il premier, poi, con un decreto stabilirà con esattezza le rispettive quote. Manca di intendere: con quale cadenza? Visto che al termine ”annualmente” è stata sostituita la dizione ”con modalità rotativa”. E che ne è del restante 70%? Viene gestito da Equitalia? Va all’erario? Cerchiamo almeno di capire quanti soldi si trovano effettivamente nel Fondo e quanti sono stati concretamente distribuiti. Equitalia Giustizia informa di avere presentato da qualche settimana una relazione ai ministeri competenti, della quale però, non può riferire all’esterno. E il ministero di Giustizia a domanda non risponde. In mancanza di dati ufficiali, si apre il valzer delle cifre. Nel febbraio del 2009 il governo preleva dal FUG e anticipa al ministero dell’Interno, per fronteggiare lo sviluppo dei reati a sfondo sessuale, 103 milioni, stimandone presenti nel fondo 1.409,9 milioni, di cui
” immediatamente disponibili 552,2. Nel fondo infatti ci sono somme sequestrate, che potrebbero dover essere restituite ai soggetti beneficiari, e somme confiscate, che invece possono essere rese disponibili. Insomma, 552 milioni su 1 miliardo e 409. Un anno dopo (20 gennaio 2010) Alfano comunica al Senato che nel FUG sono già confluiti ”1 miliardo e 590 milioni di euro, somma nell’ambito della quale si evidenziano 631,4 milioni disponibili per la riassegnazione pro quota al settore giustizia”. Applausi da Pdl e Lnp. Ma è davvero così? Il 31 marzo 2010 Maroni al Senato annuncia che le risorse totali lorde del Fondo ammontano a 1 miliardo e 708 milioni di euro, mentre le risorse disponibili, cioè destinabili all’amministrazione dello Stato, sono di 759,6 milioni euro. E, secondo Maroni, ”la norma di legge prevede la suddivisione di questi 759,6 milioni in un terzo, un terzo e un terzo”. Il senatore Li Gotti dell’Idv ricorda però che la norma non parla della divisione per tre del totale delle cifre disponibili, ma solo del loro 30%. E non trattandosi di bruscolini non è proprio la stessa cosa. ”Il mio impegno è di ottenere dal ministero dell’Economia che questi 759 milioni circa vengano suddivisi tra i due dicasteri”, è la risposta del ministro. Il totale o il 30%? Diviso tre o diviso due? Sembra che la legge sia un canovaccio su cui gli attori della commedia dell’arte possono improvvisare a piacimento.
Strani dimagrimenti
Tornando alla danza dei numeri, proprio pochi giorni fa Maroni festeggiava il raggiungimento di quota 2 miliardi di euro. Ma la voce di Equitalia Giustizia si è fatta sentire solo in un documento datato 4 novembre 2009 indirizzato a Pisanu, Presidente della Commissione antimafia, in cui si trova scritto che ”i versamenti all’Erario in esecuzione di disposizioni di devoluzione allo Stato hanno riguardato circa 4.000 posizioni, per un importo totale di oltre 17 milioni di euro”. Insomma, ricapitolando: a febbraio 2009 si parla di ben 552 milioni di euro disponibili, ma nove mesi dopo la somma si è ridotta a soli 17 milioni – parola del direttore del Fondo. Poi, in soli due mesi, ri-lievita per Alfano a 631 milioni e, dopo altri due, sale a 759 per Maroni. Centinaia di milioni di euro di differenza. Qual è la verità? Anche in questo caso, Equitalia Giustizia invita a fare riferimento alla relazione misteriosa. E visto che le vicende che riguardano i soldi dello Stato sono sempre appassionanti come una soap opera, la nuova puntata della serie arriva il 30 aprile 2010, quando una notizia divulgata dal Viminale recita: ”Il presidente del Consiglio ha firmato il decreto che assegna per la prima volta le quote delle risorse intestate al Fondo Unico Giustizia, nella misura del 50% al ministero dell’Interno e del 50% al ministero della Giustizia”. Ah sì? E quanti soldi sono stati esattamente assegna-ti? Domanda senza risposta, visto che, dal 30 aprile ad oggi, il suddetto decreto non è apparso in Gazzetta Ufficiale, e il ministero di Giustizia tace. Insomma, qual è lo stato dell’arte? Li Gotti attende una risposta in Commissione Giustizia da un anno e mezzo. E noi, in mancanza di controlli adeguati e di rendicontazioni trasparenti, non sappiamo cosa c’è nel FUG e quanto sia efficiente la gestione di Equitalia Giustizia, non sappiamo né quanto viene riscosso né quanto viene messo a disposizione delle casse dello Stato, e non sappiamo quanto le varie amministrazioni hanno ricevuto e potranno ricevere dei soldi recuperati dalla macchina della giustizia. Sono nostri soldi pubblici, e avremmo il diritto di sapere che non si perdono in gorghi oscuri avvolti dal silenzio.