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 2010  luglio 03 Sabato calendario

LA CINA VUOL CONQUISTARE IL MONDO CON LA TV

La conquista del mondo inizia da New York e passa dal­la Tv. I primi a crederlo sono i cinesi che proprio ieri hanno reso pubblico un nuovo pro­getto per il controllo del con­senso e dell’informazione in­ternazionale. La loro arma ­assai poco segreta - sarà la Cnc, una televisione satellita­re con sede nel cuore di New York e un audience globale di oltre 130 milioni di spettatori raggiunti anche grazie a inter­net e ai telefoni cellulari. A spiegare il progetto multimi­l­iardario destinato a bilancia­re quelli che Pechino defini­sce i «pregiudizi dell’opinio­ne pubblica internazionale», ci pensa Li Congjun, presiden­te dell’agenzia ufficiale cine­se Xinhua, annunciando il lancio su scala mondiale del­la «Cnc World», una televisio­ne in lingua inglese destinata da qui a qualche mese a com­petere con Cnn, Al Jazeera e gli altri principali network del pianeta.
I soldi certo non mancano. Per conquistare gli spettatori di Europa, Africa e Nord Ame­rica e «offrire loro una visione del mondo dal punto di vista della Cina» la Cnc può conta­re su una valanga di soldi. So­lo lo scorso anno il governo di Pechino ha versato oltre 4 mi­liardi e mezzo di euro nelle casse della Xinhua affidando­le i­l compito di realizzare pro­getti comunicativi destinati a un’audience internazionale. E l’agenzia «oracolo» del Par­tito comunista, da sempre strettamente controllata dai servizi segreti di Pechino, ha subito sfornato un ambizioso e sofisticato disegno mediati­co.
Uno degli elementi chiave dell’iniziativa,da cui traspare chiaramente anche la sua fi­nalità strategica, è la sede pre­scelta per gli uffici della Cnc World. Stando a quanto ha an­nunciato Li Conjung durante una conferenza stampa a Pe­chino, la redazione principa­le della Cnc World avrà sede al 44º piano di un grattacielo di Times Square situato a po­ca distanza da quegli uffici della Reuters e della Conde Nast considerati capisaldi emblematici dell’informazio­ne internazionale. La decisio­ne di diffondere il verbo cine­se dal cuore della Grande Me­la, icona dell’egemonia e del­l’influenza internazionale americana,è simbolica quan­to­l’attentato alle Torri Gemel­le dell’11 settembre. Colpen­do il World Trade Center Bin Laden fece capire di esser in guerra con la principale po­tenza mondiale. Trasmetten­do da Times Square la «Cnc World» si candida a offuscare la visione del mondo america­na e a sostituirla con quella propugnata dal nuovo impe­ro capital comunista.
Ma i parallelismi con la guerra al terrorismo combat­tuta nella prima decade del XXI secolo non si fermano qui. Agli esperti di comunica­zione cinesi impegnati a pro­gettare il «grande balzo» me­diatico non è sfuggito il ruolo giocato da Al Jazeera dopo l’11 settembre e durante il conflitto in Irak. Usando Al Ja­ze­era come interlocutrice pri­vilegiata i fondamentalisti ar­mati attivi dall’Afghanistan al­l’Irak la trasformarono nel­l’araldo della loro guerra al­l’occidente. La Cnc punta a svolgere lo stesso ruolo, ma a un livello assai più sofisticato visto che la grande sfida al­l’Occidente non si gioca (per ora) sui campi di battaglia, ma su quelli dell’influenza po­­litica, economica e finanzia­ria. L’immensa disponibilità monetaria garantita dall’eco­nomia cinese regala un indub­bio vantaggio a una televisio­ne­lanciata nell’agone dell’in­formazione internazionale proprio mentre i simboli me­diatici dell’Occidente - dalla Cnn alla Bbc da SkyNews a Viacom- affondano in un ma­re di debiti e si ritrovano co­stretti a ridimensionare i pro­pri obbiettivi e a ridurre i pro­pri dipendenti.
Il difetto principale del sofi­sticato progetto politico-co­municativo di Pechino resta però la credibilità. Al Jazeera, pur puntando al pubblico ara­bo e islamico, partiva comun­que da un progetto informati­vo di stile occidentale basato, in teoria, sull’imparzialità, sulla verifica e sulla contrap­posizione delle fonti. La Cnc, pur trasmettendo da Times Square, sembra invece con­dannata a restare la creatura, fida ed obbediente, di un agenzia di Stato che continua - nonostante i 10mila dipen­denti e le 120 sedi estere - ad avere come principale obbiet­tivo la diffusione delle veline di regime. E se si ridurrà a dif­fondere su scala mondiale le favole distorte sui grandi suc­cessi del comunismo cinese allora Cnn, Fox e Bbc potran­no far a meno di preoccupar­si.