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 2010  giugno 28 Lunedì calendario

POTERE TEDESCO


United colours of Germany. Ecco un luogo del mondo dove gli stranieri se li fanno in casa. Ecco un campo di pallone non vietato ai minori ma aperto davvero ai giovani. E allora? Ma di che si meravigliano adesso se questi ragazzi entusiasti riescono a umiliare un branco di "anziani" milionari inglesi guidati da un altro navigato milionario italiano e, nella maggior parte dei casi, ingrassati da stipendi pagati da ultramilionari russi? Game over, cara vecchia Inghilterra. Qui è la Germania che comanda.
Sempre lei. Quella della famosa battuta di Lineker, guarda un po´, un inglese: il calcio è uno sport praticato da 22 giocatori con i tedeschi che vanno sempre in finale (7 nelle ultime 14 edizioni dei mondiali). Beh, per ora qui siamo solo ai quarti. Ma che sballo, per i crucchi, però. Perché se è vero che un guardalinee incapace di intendere e di vedere può aver cambiato il destino di una sfida, nessuno può negare applausi per il gioco di zil e soci, gruppo lontano dai gossip e dai pronostici tanto da risultare glam, fuori dal campo, come un documentario sulla vita sessuale dei criceti. Poi però sono le partite che contano. Non le foto sfocate dei tabloid, non il numero delle amanti o quello delle birre trangugiate di nascosto. A volte basta la voglia di sorprendere per godere come un matto.
 cosi che è nata questa Germania di ragazzi (età media 24,9 anni: si tratta della più giovane nazionale tedesca di sempre) con ben undici giocatori nelle cui vene corre sangue mescolato altrove: dal Ghana alla Turchia, dalla Polonia alla Nigeria, la Bosnia, la Tunisia, il Brasile. Come piace ai tedeschi dire adesso: «Perché questo siamo noi». Il fatto è che giocano a calcio con senso dell´insieme tedesco ed estro creativo ultraglobalizzato. Antichi muscoli e nuova fantasia: ma che vuoi di più? E lasciamo perdere se il ct somiglia a un personaggio da telefilm da prima serata. Tanto che quando passa col suo trench da commissario ultrafighetto ti aspetti sempre che da qualche parte spunti un cane lupo di nome Rex. Certo, Joachim Loew è in linea col tutto, coi suoi 50 anni portati alla grande e la sua capacità di saltare ogni polemica con agile costanza. Come quella sul contratto che ancora non ha rinnovato. Problemi di soldi, pare.
«Allenare la nazionale è il mestiere più bello del mondo» dice sempre lui. Ma ci sta che adesso un bel po´ di euro in più glieli mettano sul piatto. Tirato dentro da Klinsmann ai mondiali di casa, è rimasto lì per far ripartire una squadra di giovani e volonterosi talenti. Una formazione costruita intorno al blocco Bayern, cioè alla finalista di Champions sconfitta da un´italiana senza italiani. E forse anche questo spiega molto. Così come dovrebbe far riflettere il fatto che, a parte il caso del vecchio Klose (32 anni e 12 gol mondiali), i veterani e leader di questa squadra sono gente come Lahm (27 anni) e Schweinsteiger (26). Poi mettici anche il giovane Müller, titolare in Baviera a 21 anni e tre reti qui in Sudafrica. «Siamo un gruppo vero, e lo abbiamo dimostrato col gioco aggressivo. Abbiamo sofferto un po´ nel finale del primo tempo, ma poi ci siamo ripresi. La squadra mi è piaciuta davvero. Il gol di Lampard. Abbiamo preferito non parlarne per non farci condizionare». Parole di Loew, ct di una nazionale su cui nessuno avrebbe scommesso due euro e che, dopo quattro gol nella porta inglese che son quattro cazzotti nello stomaco del Capello, tutti indicano come una delle pretendenti al titolo. Nessun problema, per loro. «Noi lo abbiamo sempre detto che stavolta tutto era possibile», butta lì Müller il ragazzino, sorriso grande e ambizioso come questa Germania felice e senza confini.