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 2010  luglio 03 Sabato calendario

VENEZIA E IL DOPPIO STALKING CHE SCUOTE IL VERTICE DEL PD

«Più che una questione morale, una questione ormonale». Nel Pd veneziano, dopo l’incredulità iniziale, ora qualcuno cerca di sdrammatizzare. La vicenda che tiene banco negli ultimi giorni nei circoli lagunari del partito ha poco di politico e molto di personale. Lui e lei, stessa militanza, per entrambi un ruolo dirigenziale nell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia: un impegno politico comune culminato rovinosamente in un bel po’ di lettere anonime e una denuncia per stalking.
Lui è l’ex senatore del Partito Democratico Marcello Basso, 58 anni, ex sindaco di San Stino di Livenza. Lei è la consigliera provinciale del Pd Serena Ragno, 41 anni. Tutto è iniziato un anno fa, quando a casa dell’ex senatore sono cominciate ad arrivare lettere e telefonate anonime (alle quali avrebbe risposto anche la moglie di Basso) che lo accusavano di tradimento. Esasperato dal susseguirsi di insulti e insinuazioni, l’ex senatore cinque mesi fa ha presentato denuncia contro ignoti. E qui, il colpo di scena. Le indagini, coordinate dai carabinieri della sezione di Polizia giudiziaria della procura veneziana, hanno portato gli inquirenti fino a Serena Ragno, che si è vista perquisire casa, sequestrare carte e computer e recapitare una denuncia per stalking. Ma a fare la parte della persecutrice, la consigliera Ragno, proprio non ci sta, e ieri, dopo smentite, sussurri e un clamore che avrebbe volentieri evitato è uscita allo scoperto. «Io e Marcello Basso avevamo una relazione che durava da quasi un anno, il nostro non era certo un rapporto clandestino, in tanti sapevano della nostra storia. Dopo questa triste vicenda il rapporto si è interrotto: non so chi sia il regista di tutto, ma certamente io sono la vittima principale». Vittima tre volte, sostiene la consigliera: primo per essere finita nel mirino della magistratura, secondo per la gogna mediatica e terzo per essere stata lei stessa destinataria di lettere anonime, più o meno nello stesso periodo in cui Basso lamentava di essere vittima di atti persecutori.
«Nessuno nega che l’ex senatore si sia trovato a subire uno stalking massacrante, ma lo stesso è accaduto alla mia assistita, per di più negli stessi mesi», afferma l’avvocato della donna Antonio Cerutti. Affermazioni accolte, dall’altra parte della barricata, con grande gelo. «I testi delle lettere, la ricorrenza della terminologia, il riferimento ad alcuni episodi specifici ci hanno portati a individuare la consigliera Stefania Ragno. Alla luce di quanto ho potuto esaminare’ dalla lunghezza delle missive alla violenza verbale – mi sembrava in preda a una vera ossessione: si tratta certamente di una storia di sentimenti, ma di sentimenti non ricambiati», controbatte l’avvocato Giovanni Ruberto, che ha preso le parti dell’ex senatore.
Intanto, mentre la presunta attrazione fatale alimenta il gossip, Basso rimane in attesa delle decisioni della magistratura trincerato dietro a un formalissimo riserbo. «Dopo un anno di lettere anonime che creavano un evidente disagio familiare ho sporto denuncia contro ignoti. Solo in un secondo momento siamo arrivati a individuare il mittente nella signora Ragno», afferma l’ex senatore. Che davanti all’outing sentimentale della consigliera, taglia corto. «Non ho nessun tipo di rapporti con questa persona: al di là di qualche comune impegno politico, la signora in questione io non la conosco».
Michela Proietti