varie, 3 luglio 2010
LA CASA ECOLOGICA, PER VOCE ARANCIO
Entro il 2020, l’Unione Europea si è impegnata a ridurre del 20% il consumo di energia. Entro quella data, tutti i nuovi edifici dovranno essere costruiti secondo rigidi principi di efficienza energetica ed essere alimentati da energie rinnovabili.
Attualmente gli edifici, privati e no, utilizzano il 40% di tutta la rete energetica e sono responsabili del 36% delle emissioni totali di CO² della Ue.
Dal primo luglio 2009, tutti gli edifici (esclusi box e cantine) devono avere un attestato di certificazione energetica (Ace), un documento che valuta l’immobile dal punto di vista del consumo energetico e gli assegna una classe (dalla A, la migliore, alla G). Rilasciato da esperti o organismi terzi, ha durata decennale.
Per un appartamento di 120 metri quadri la differenza tra la classe energetica G (bassa qualità) e B (buona qualità) può comportare una differenza nella spesa per il riscaldamento di quasi 2.000 euro l’anno (Fonte: www.notariato.it).
Ottenere una certificazione per la propria casa aumenta il valore di mercato dell’immobile.
Oltre ad essere obbligatoria per la compravendita di un immobile di nuova costruzione o oggetto di una ristrutturazione complessiva, l’attestato di certificazione energetica è necessario per accedere agli incentivi e alle agevolazioni economiche. Queste ultime consistono in una detrazione del 55% delle spese sostenute per la riqualificazione energetica di edifici esistenti, con un valore massimo di spesa che varia a seconda della tipologia di lavori effettuati (es. 30mila euro per caldaie a condensazione, 60mila per i pannelli solari,…).
Gli incentivi per l’acquisto di eco-case (con contratto preliminare di compravendita stipulato dopo il 6 aprile 2010) prevedono un contributo di 116 euro per metro quadrato (fino a un massimo di 7 mila euro) per immobili di classe A con una riduzione dei consumi del 50% e un contributo di 83 euro (fino a un massimo di 5 mila euro) per immobili di classe B che garantiscono un risparmio del 30%. Per ottenere contributi e sgravi fiscali, fino all’esaurimento delle risorse disponibili (60 milioni di euro), c’è tempo fino al 31 dicembre 2010. La manovra economica non ha stabilito ulteriori proroghe. Moduli e informazioni più dettagliate sono disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Rispetto a una casa tradizionale, i costi di costruzione per una casa ecologica sono in media più alti del 10-15%, ma dal punto di vista energetico si ha un risparmio del 25-30%, mentre il risparmio economico sulle spese annue può arrivare al 38% (per una casa di circa 100 mq).
Secondo un’indagine del portale immobiliare Casa.it, il 63% degli italiani desidera «un’abitazione costruita secondo principi di eco sostenibilità» e il 57% ha già previsto interventi di ristrutturazione energetica. Tuttavia al momento solo il 32,8% abita in case parzialmente o integralmente costruite secondo criteri di ecosostenibilità.
David Cameron ristrutturò la sua casa di Notting Hill secondo i principi di sostenibilità: raccoglitore d’acqua piovana, pannelli solari, turbine a vento,… Julia Roberts ha una casa alimentata da pannelli solari. Alle porte di Cortina, Massimo e Milly Moratti hanno trasformato un ex fienile in una villa ecologica con mattoni di argilla cruda che funzionano da termoregolatori e riscaldamento a sonde geotermiche.
«L’architettura sostenibile è uno degli strumenti più concreti e immediati di cui disponiamo per diminuire l’impatto delle nostre società sul pianeta e affrontare la sfida dei cambiamenti climatici già in atto (Fulco Pratesi, architetto e presidente onorario di Wwf Italia).
Una casa ecologica deve essere prima di tutto efficiente dal punto di vista energetico. Per gli edifici di nuova costruzione le facciate principali dovrebbero essere a nord e a sud. Quella a nord, protetta da isolanti, con poche finestre, quella a sud, con grandi aperture, con tende o balconi sporgenti e grandi vetrate per far entrare la luce. Gli ambienti di servizio, i collegamenti verticali, i bagni e i ripostigli vanno a nord, nella zona più fredda. Nella zona a sud, le stanze e gli ambienti utilizzati durante tutto il giorno. A est, quelli utilizzati di mattina e a ovest quelli del pomeriggio.
L’isolamento termico è fondamentale. I muri perimetrali devono essere doppi e in mattoni d’argilla. Il cappotto deve essere fatto con materiali naturali come fibra di legno, sughero, silicato di calcio o cannicciato. Per l’isolamento acustico, è adatta anche la fibra di cocco.
Infissi e finestre a bassa trasmittanza e doppi vetri aiutano a ridurre i consumi energetici. Anche il tipo di vetro (isolante, basso emissivo, selettivo, a controllo solare) ha la sua importanza. Un vetro di una finestra esposta a sud deve necessariamente essere diverso da uno esposto a nord. Per case già esistenti, è bene assicurarsi che non ci siano perdite d’aria.
«Progettare ”bio” vuol dire armonizzare l’edificio con l’ambiente esterno, pensare al benessere di chi vi abiterà e ottimizzare l’uso delle risorse» (Ugo Sasso).
Italcementi ha brevettato un cemento ”mangia smog” a base di TX Active®, che permette di ridurre gli agenti inquinanti presenti in atmosfera (polveri sottili, ossidi di azoto, ossido di carbonio,…) attraverso un processo di fotocatalisi. Le prime applicazioni, certificate anche dal Cnr, hanno segnato una riduzione dell’inquinamento del 60%. A Roma è stato utilizzato fra l’altro per la realizzazione della chiesa Dives in Misericordia di Richard Meier. Ultimamente si stanno diffondendo anche vernici fotocatalitiche.
Pannelli fotovoltaici e solari producono energia e acqua calda a emissioni zero. Quattro metri quadri di pannelli e un serbatoio per l’acqua di 200-280 litri contribuiscono per almeno il 55% a scaldare l’acqua per uso sanitario di una famiglia di quattro persone e al 10% del riscaldamento.
Un impianto geotermico sfrutta invece il calore che naturalmente proviene dalla terra. Grazie a una sonda posta in profondità nel terreno, una pompa geotermica distribuisce il caldo nei diversi ambienti. L’impianto non produce fiamme, non emette gas, richiede solo una manutenzione periodica (tipo quella delle caldaie) e produce riscaldamento invernale, raffreddamento estivo e acqua calda. In termini economici, la fase più costosa è quella della trivellazione (circa 50-60 euro a ml).
I micro generatori eolici possono portare un contributo energetico del 20-30%. Philippe Stark ha disegnato per Pramac Revolutionair, una mini centrale eolica da installare sul tetto di casa. In grado di erogare fino a 1MW di potenza costa 3.500 euro (2.500 euro la versione da 400 W).
Il sistema di riscaldamento domestico migliore è ”a irraggiamento”: diffonde il calore in maniera uniforme, utilizza acqua a 42° (anziché a 75° come per i comuni caloriferi) e riduce il ricircolo della polvere dovuto all’eccessivo riscaldamento dell’aria. Il risparmio per i costi di gestione può arrivare anche al 25%.
Nell’antica Roma si usava un sistema di riscaldamento ”a ipocausto”, consistente nella circolazione di aria calda entro cavità poste nel pavimento e nelle pareti (da wikipedia.it).
I caminetti di nuova generazione sono alimentati a bioetanolo, combustibile in forma liquida di origine vegetale che si ottiene per fermentazione di prodotti agricoli zuccherini (barbabietole, cereali, sorgo, canna da zucchero) o dalle biomasse. Si accende facilmente e non rilascia negli ambienti domestici né fumi né odori. I prezzi variano a seconda dello stile e delle dimensioni (dai 500 ai 6000 euro circa).
Controllare le radiazioni solari (veneziane, tende esterne,…), sfruttare una ventilazione naturale tramite aperture che agevolino il passaggio del flusso d’aria e ridurre l’apporto calorico interno (elettrodomestici, apparecchi illuminanti,…) aiuta a rinfrescare la casa in estate. Se non si può rinunciare ai classici condizionatori elettrici, è meglio non istallarli sulle pareti assolate perché, a causa della temperatura più alta, sprecherebbero più energia del necessario. I condizionatori collocati in posizione riparata dal calore solare, possono far risparmiare fino a un terzo dell’energia.
Per il risparmio idrico, la soluzione migliore è l’istallazione di un serbatoio di riutilizzo delle acque bianche (pioggia, neve e grandine) per gli scarichi dei sanitari e per l’irrigazione del giardino. Rompi-getto aerati, che mescolano aria e acqua aumentando la pressione del getto, e riduttori di flusso consentono di ridurre fino al 50% i consumi di acqua e sono di facile istallazione. Anche il wc consuma una quantità elevata di acqua. Le cassette di nuova generazione hanno la possibilità di scegliere tra due differenti flussi d’acqua, mentre le vecchie (circa l’80% di quelle in uso) arrivano a consumare fino a 15 litri d’acqua ogni volta. Considerato che, per una buona manutenzione, ne basterebbero 6 o 7 litri, lo spreco è evidente.
Un imprenditore emiliano ha brevettato un sacchetto salva H2O: inserendolo pieno d’acqua nella cassetta dello sciacquone interrompe prima il flusso e consente di risparmiare un litro d’acqua ad ogni scarico.
Gisele Bundchen, che consigliò di fare pipì sotto la doccia per evitare di tirare lo sciacquone.
Si stima che in Europa il consumo medio giornaliero di acqua potabile oscilli tra i 110 e i 200 litri procapite. Raccogliere l’acqua piovana e riutilizzandola per usi domestici può consentire un risparmio di circa il 30% di acqua potabile.
I campi elettromagnetici possono influire negativamente sui ritmi biologici dell’uomo. La loro intensità diminuisce però con la loro distanza dal corpo, quindi è raccomandabile raggruppare le prese elettriche in pochi punti, evitare cavi dietro o sotto il letto e non tenere radiosveglie, telefonini, caricabatterie, pc sul comodino. Diversamente, si può installare un disgiuntore di corrente, cioè un interruttore che quando si spegne l’ultima lampadina interrompe la tensione in tutta la camera eliminando i campi elettrici. Fino al momento in cui si rimette in funzione l’impianto, accendendo una luce, nei fili rimane una tensione bassa di 9-11 volt (equivale a quella di una pila in continua) invece dei normali 220 volt.
Eleonora Brigliadori si rivolse a un rabdomante per scoprire le energie negative che attraversavano la sua casa di Milano.
Ovviamente, tutti i materiali devono essere ”naturali”: legno, gesso, bambù, sughero, canapa, paglia. Quest’ultima è considerata un ottimo materiale da costruzione, ma nonostante ciò è considerato ancora un prodotto poco affidabile. Per quanto riguarda le piastrelle e la pavimentazione, meglio il cotto non trattato con vernici chimiche o mattonelle non vetrificate. Il marmo va bene quando è di origine sedimentaria, mentre quando è magmatico, come il granito, rilascia radon. Per ritinteggiare casa, le vernici ecologiche (con marchio ECOLABEL) sono pitture a basso impatto ambientale e realizzate con ingredienti naturali.
Ogni anno in Italia si smaltisce un milione di tonnellate di vernici chimiche. Per ogni chilogrammo di vernici, si producono 100 kg di rifiuti speciali.
Esistono, poi, altri piccoli eco-accorgimenti come l’uso di lampadine a basso consumo e a led, l’installazione di elettrodomestici di classe A e l’utilizzo di tessuti naturali (lana, seta, lino, cotone).
Non da ultimo, la raccolta differenziata. I rifiuti organici prodotti in casa possono essere usati come concime nel giardino o trasformati in biogas utilizzabile per il riscaldamento o per la produzione di energia.
«La salvaguardia dell’ambiente inizia proprio dalla casa: la spazzatura che gettiamo via ogni giorno rappresenta il confine della nostra coscienza ecologica» (Alessandro Di Pietro).