varie, 3 luglio 2010
PROFESSIONI SCIENTIFICHE, PER VOCE ARANCIO
Meglio fare l’ingegnere di Formula Uno o l’astronauta? L’esploratore o l’inventore? I mestieri scientifici sono molti, dai classici (matematico e fisico) fino ai più impensabili, come lo scienziato dei fiori. Ampio anche il mercato del lavoro. Basti pensare che il 91% di quelli nel 2004 si sono laureati in Ingegneria oggi lavorano (dati Istat 2008). Ma quali sono i mestieri più appettibili? La rivista inglese New Scientist ha stilato una lista delle migliori professioni in ambito scientifico.
Il giornalista scientifico. Se il giornalista è un mestiere piuttosto inflazionato, lo stesso non si può dire di chi scrive di scienza. «Praticamente non c’è concorrenza» spiega Piergiorgio Odifreddi, matematico, logico e saggista italiano, collaboratore di Repubblica. «Tutti vogliono parlare di letteratura, e in effetti anche sui giornali di scienza se ne vede poca». Per chi vuole provare, da qualche anno sono stati inaugurati master di divulgazione scientifica aperti a tutti i laureati. «Il primo lo ha organizzato l’Università di Trieste» continua Odifreddi.
Il master in comunicazione della scienza può sicuramente essere una carta in più nel curriculum. Uno studio della Sissa (la Scuola internazionale di studi avanzati) ha rilevato che il 75% degli studenti che hanno frequentato il master hanno svolto poi attività di comunicazione nella scienza negli ultimi dodici mesi. Per essere ammessi presso questo master la domanda deve essere presentata entro le 12 del 29 settembre 2010. La quota d’iscrizione è di 3.000 euro l’anno. Per info, Mila Bottegal, tel: 040.37.87.549 oppure Claudia Parma 040.37.87.401.
Stipendio iniziale di un giornalista scientifico: circa 20mila euro netti all’anno.
Il naturalista. Le specie in via d’estinzione, la conservazione della biodiversità, sono argomenti attuali non solo per l’opinione pubblica. La Comunità Europea ha messo in piedi Rete2000, una rete per l’ambiente che si occupa della gestione e conservazione della natura in Europa. « un progetto per preservare gli habitat naturali di flora e fauna» spiega Andrea Monaco, naturalista dell’Arpa. «Per chi ama la natura questo è un mestiere che sicuramente offre molte soddisfazioni. La laurea in Scienze naturali non offre superspecializzazioni, ma proprio per questo permette al naturalista di collegare professionalità diverse, e di coordinarle». Ma quali sono i temi su cui si svilupperanno le professioni future? «Sicuramente una delle tematiche che si sta affermando di più è quella dell’impatto delle specie aliene, e cioè quelle specie atipiche per una determinata regione».
Essenziale secondo Monaco un’esperienza all’estero. «Conoscere l’inglese e vedere come lavorano gli altri sono fattori indispensabili, soprattutto visto che le tematiche legate all’ambiente sono ormai affrontate a livello comunitario». Il master poi offre anche la possibilità di fare esperienze professionali sul campo, un fattore che qualifica ancora di più i candidati a un lavoro. Un naturalista guadagna all’incirca 21mila euro l’anno.
L’agente della polizia scientifica. Dopo i vari Csi, e la versione più italiana, Ris, il mestiere dell’agente della scientifica ha avuto un notevole successo. Ma per entrare a far parte di questo corpo, bisogna prima di tutto partecipare al concorso pubblico per diventare agente di polizia. Una volta ammessi, si può far domanda per quel ramo. Si segue poi un corso di sei mesi in cui vengono insegnate le tecniche fotografiche, come si cercano le tracce e come ci si muove correttamente sulla scena del crimine (sempre da destra a sinistra, dal basso all’alto, dal generale al particolare).
Per la polizia scientifica sono previste varie figure: i direttori, gli operatori, i periti tecnici (per questi vengono periodicamente banditi concorsi pubblici, ai quali possono partecipare anche cittadini che non fanno parte della Polizia di Stato. In relazione alle necessità, vengono poi richiesti specifici titoli di studio, quali la laurea in Biologia, Chimica, Fisica e Ingegneria), i videofotosegnalatori e i dattiloscopisti (questi vengono scelti tra i poliziotti con due anni di anzianità). Lo stipendio va da un minimo di 11mila euro a 22mila e oltre, a seconda anche della qualifica.
Il neuroscienziato. Comprendere come funziona il nostro cervello e il sistema nervoso è una delle materie più affascinanti e più difficili della scienza moderna. Tant’è che tra le discipline neuroscientifiche si possono annoverare la psicologia, la medicina, la genomica, la farmacologia, le scienze statische, le scienze computazionali, la robotica e, più in generale, la fisica, la chimica e la matematica.
Martin Monti, neuroscienziato a Cambridge, laureato in neuroscienze e psicologia a Princetown, racconta: «Credo che le neuroscienze siano uno dei migliori esempi di come le scienze sono cambiate negli ultimi 100 anni. Gli scienziati sono molto concentrati sulla loro materia, ma per capire come funziona il nostro sistema nervoso tutte le specializzazioni sono necessarie». Una volta laureati sono molti i master offerti dalle università italiane e straniere per indirizzarsi verso questa materia. Lo stipendio (indicativo: molto dipende dalla struttura in cui si opera) può andare dai 31mila euro iniziali a 50mila e oltre.
L’astronauta. Uno dei sogni di tutti i bambini è quello di diventare un astronauta. Ma non ci sono corsi di laurea o scuole speciali per volare nello spazio. Spiegano sul sito dell’Esa (Agenzia spaziale europea) che è necessario avere un altissimo livello di conoscenze scientifiche e tecniche, così come una grande manualità con il computer e un buon livello di allenamento fisico. Avere avuto esperienze di volo in precedenza è sicuramente un vantaggio.
Periodicamente, o comunque quando serve per qualche missione, l’agenzia spaziale seleziona aspiranti astronauti da inserire nei suoi corsi e poi formare. Oltre agli esami fisici e tecnici, si devono superare anche test psicologici e di lingua: la conoscenza dell’inglese è necessaria, spesso durante le missioni infatti gli astronauti provengono da nazioni diverse. Sul sito dell’Esa vengono pubblicati gli annunci. L’ultima selezione è stata fatta lo scorso anno: sei nuovi astronauti sono entrati così a far parte del corpo dell’agenzia, di cui due italiani.
Lo stipendio iniziale per gli astronauti europei è intorno ai 59mila euro, può salire a un massimo di 81mila a seconda della sede di lavoro, del background professionale e della situazione familiare.
Il ricercatore di robotica. Sicuramente è uno degli ambiti che hanno maggiore possibilità di sviluppo nei prossimi anni. Ad oggi i costi di robot avanzati, che siano in grado di muoversi in spazi in parte definiti e in parte no, come per esempio Sojourner, che ha esplorato la superficie di Marte, sono molto alti. Ma la ricerca in questo senso sta facendo passi da gigante e le aziende ci stanno investendo parecchio.
Anche le Università si sono attrezzate con corsi di laurea specifici, come la Robotica avanzata all’Università di Brescia e il laboratorio di robotica del Politecnico di Milano. possibile comunque entrare in questo mondo anche con lauree scientifiche diverse, come Matematica o Ingegneria. L’importante è avere confidenza con la meccanica. Un ricercatore di robotica assunto da una buon gruppo può gradagnare dai 24 ai 60mila euro l’anno (ma c’è anche la possibilità che possa fare milioni con una sua invenzione).
L’ingegnere di Formula Uno. Buttarsi nel mondo delle auto da corsa non è semplice, ma gratificante. Oltre a doversi abituare a continui spostamenti, a orari di lavoro improbabili, si devono avere basi scientifiche piuttosto importanti e manualità con la meccanica delle auto. Una laurea in Ingegneria, meccanica o aerospaziale, è necessaria ma soprattutto bisogna dimostrare di saperci fare.
Qualche esperienza pratica anche in campionati minori presso i meccanici delle squadre può sicuramente aiutare. Per il resto non esistono concorsi pubblici. Bisogna inviare i curriculum alle squadre e sperare di essere chiamati, almeno per uno stage. Racconta Lisa Lilley, manager tecnico della Shell per la Ferrari: « un lavoro da 24 ore al giorno sette giorni su sette. Passo 200 notti all’anno lontano dalla mia famiglia e dalla mia casa». Il piano graduale della Shell prevede un salario iniziale di circa 31mila euro, più benefit.