varie, 3 luglio 2010
ORA FACCIAMO I CONTI AI CONTI, PER VOCE ARANCIO
(versione pubblicata e poi integrale) -
Un conto corrente, in Italia, ce l’hanno (quasi) tutti. Secondo gli ultimi dati della Banca d’Italia, relativi al 2008, nel nostro paese sono 19,8 milioni le famiglie che hanno almeno un conto in banca, cioè l’83% del totale. Ed è ancora l’istituto centrale a far presente che avere un conto in banca ha un costo non irrilevante: in media 114 euro all’anno, ai quali bisogna aggiungere 34,2 euro di imposta di bollo. In media paghiamo sul conto 84 euro di quota fissa e 30 euro tra spese di scrittura e commissioni. I calcoli dell’Associazione bancaria italiana (Abi) danno cifre un po’ inferiori: 103,1 euro in media per i conti allo sportello, 63 euro per quelli on line.
Spendere meno, però, si può. E scoprire quanto ci costa il nostro conto e quali sono i conti più economici oggi è più facile. Il merito è dell’Isc, sigla che sta per Indicatore sintetico di costo. La Banca d’Italia, che aveva già imposto agli istituti di credito di comunicare l’Isc su alcuni tipi di finanziamento, dal 26 maggio ha reso obbligatoria la comunicazione dell’Isc anche sui conti correnti. Così i clienti possono sapere quanto costa ogni anno il loro conto in banca, e quanto costano quelli degli altri istituti, con una sola cifra espressa in euro.
Non tutti però usano la banca allo stesso modo. C’è chi vuole potersi rivolgere spesso allo sportello e chi preferisce operare solo su Internet, chi ritira al bancomat una volta al mese e chi lo fa tutti i giorni. Differenze che portano a costi diversi. Per questo Bankitalia ha definito sei diversi tipi di clientela sui quali calcolare l’Isc, così da rendere chiari i costi a seconda delle abitudini. Ecco i sei profili:
• Giovani (con 164 movimenti l’anno)
• Famiglie con bassa operatività (201 operazioni l’anno)
• Famiglie con media operatività (228)
• Famiglie con alta operatività (253)
• Pensionati con bassa operatività (124)
• Pensionati con operatività media (189).
Per riuscire a utilizzare al meglio l’Isc bisogna identificare il profilo più vicino al proprio tra i sei tipi di utilizzo, per poi andare a cercare la cifra che sintetizza i costi annui del conto. Conviene anche ricordarsi che l’Isc non include la spesa del bollo ministeriale di 34,2 euro l’anno, né gli interessi passivi maturati sul conto ed eventuali spese per l’apertura.
La cifra dell’Isc viene pubblicato sui fogli informativi dei prodotti proposti dalle banche. Per fare un confronto più rapido si possono trovar e alcune di queste informazioni anche sul sito del consorzio PattiChiari (www.pattichiari.it) utilizzando il motore ”conti correnti a confronto” che dà la possibilità di paragonare i conti correnti dei diversi istituti.
In realtà il motore online di confronto dei conti correnti sul sito web di PattiChiari in questi giorni non è disponibile perché in aggiornamento per recepire i nuovi dati dei fogli informativi. Per chi vuole comunque iniziare a comparare le offerte, orientandosi tra i costi, Plus24 del Sole 24 Ore offre l’Isc di un campione di 500 conti correnti.
Le banche sono tenute a comunicare l’Indicatore sintetico di costo del conto nell’estratto conto di fine anno. Il cliente riceverà così, assieme all’elenco delle operazioni e dei movimenti del 2010, il documento ”Quanto costa il conto corrente”, dove potrà trovare l’Isc per la propria figura di cliente e il riepilogo dei costi sostenuti relativi all’operatività su tutto l’anno.
Può succedere che, grazie a questo confronto, il cliente scopra che spende di più di quanto il suo profilo prevedrebbe. Una differenza significativa tra il costo finale del conto e l’Isc potrebbe voler dire che quel conto, forse, non è il più adatto alle sue esigenze.
Possono essere molte le ragioni di questa differenza. Un diverso utilizzo del servizio può portare a sforare rispetto al numero di movimenti e alla tipologia di operazioni previste dal proprio profilo. In questi casi Bankitalia obbliga le banche a suggerire al cliente di verificare se c’è un prodotto più conveniente per lui.
A quel punto il cliente attento potrebbe decidere di andare in banca per informarsi sulla possibilità di cambiare conto corrente. O potrebbe andare a studiare i costi delle altre banche e scegliere di cambiare istituto. Non sono pochi gli italiani che, ultimamente, hanno fatto questa scelta: nel 2009 il 13,1%, secondo la Commissione Ue, a fronte di una media della zona euro pari all’11,5%.
Le banche peraltro hanno chiarito di aver predisposto da tempo un’offerta profilata in base all’utilizzo e articolata in modo da soddisfare le esigenze delle varie tipologie di clientela. Anzi, l’Abi avverte: difficile attendersi nuovi cali. «Il costo dei conti correnti è sceso del 30% negli ultimi quattro anni, ma difficilmente potrà ridursi ancora in un prossimo futuro, perché ogni operazione costa alla banca 1 euro al minuto» (Massimo Roccia, direttore centrale dell’Abi).
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ORA FACCIAMO I CONTI AI CONTI
Un conto corrente, in Italia, ce l’hanno (quasi) tutti. Gli ultimi dati della Banca d’Italia risalgono al 2008 e dicono che nel nostro paese sono 19,8 milioni le famiglie che hanno almeno un conto in banca, cioè l’83% del totale. Ed è ancora la Banca d’Italia a far presente che avere un conto in banca ha un costo non irrilevante: in media 114 euro all’anno, dice la banca centrale, e a questo totale bisogna aggiungere i 34,2 euro di imposta di bollo. In media paghiamo sul conto 84 euro di quota fissa e 30 euro tra spese di scrittura e commissioni. I calcoli dell’Associazione bancaria italiana danno cifre un po’ inferiori: 103,1 euro in media per i conti allo sportello, 63 euro per quelli on line.
Spendere meno, però, si può. Ed è possibile anche avere conti che effettivamente non ci costano nulla. Per capire se davvero si può risparmiare fino a poco tempo fa dovevamo fare calcoli e simulazioni, operazioni spesso molto complicate, e c’era bisogno di andare a leggere con molta attenzione i fogli informativi e i documenti in arrivo dall’istituto di credito.
Scoprire quanto ci costa il nostro conto, e quali sono i conti più economici oggi è più facile. Il merito è dell’Isc.
Isc è una sigla che sta per Indicatore sintetico di costo. La Banca d’Italia, che aveva già imposto agli istituti di credito di comunicare l’Isc su alcuni tipi di finanziamento, dal 26 maggio ha reso obbligatoria la comunicazione dell’Isc anche sui conti correnti. Così i clienti possono sapere quanto costa ogni anno il loro conto in banca, e quanto costano quelli degli altri istituti, con una sola cifra espressa in euro.
Non tutti però usiamo la banca allo stesso modo. C’è chi vuole potersi rivolgere spesso allo sportello e chi preferisce operare solo su Internet, chi ritira al bancomat una volta al mese e chi lo fa tutti i giorni. Differenze che portano a costi diversi. Per questo Bankitalia ha definito sei diversi tipi di clienti sui quali calcolare l’Isc, così da rendere chiari i costi a seconda delle abitudini.
Sono stati individuati sei profili di cliente tipo: i giovani (con 164 movimenti l’anno); le famiglie con bassa operatività (201 operazioni l’anno); quelle con media operatività (228); quelle con alta operatività (253); i pensionati con bassa operatività (124) e a quelli con un’operatività media (189).
Per riuscire a utilizzare al meglio l’Isc bisogna allora iniziare a identificare il profilo più vicino al proprio tra i sei tipi di utilizzo, per poi andare a cercare la cifra che sintetizza i costi annui del conto. Conviene anche ricordarsi che l’Isc non include la spesa del bollo ministeriale di 34,2 euro l’anno, né gli interessi passivi maturati sul conto ed eventuali spese per l’apertura.
La cifra dell’Isc viene pubblicato sui fogli informativi dei prodotti proposti dalle banche. Per fare un confronto più rapido si possono trovare alcune di queste informazioni anche sul sito del consorzio PattiChiari (www.pattichiari.it) utilizzando il motore ”conti correnti a confronto” che dà la possibilità di paragonare i conti correnti dei diversi istituti.
In realtà il motore online di confronto dei conti correnti sul sito web di PattiChiari in questi giorni non è disponibile perché in aggiornamento per recepire i nuovi dati dei fogli informativi. Per chi vuole comunque iniziare a comparare le offerte, orientandosi tra i costi, «Plus24» del Sole 24 Ore offre l’Isc di un campione di 500 conti correnti.
Anche chi non lo andasse a cercare, scoprirà il proprio Isc a fine anno. Infatti le banche sono tenute a comunicare l’indicatore sintetico di costo del conto nell’estratto conto di fine anno. Il cliente riceverà così, assieme all’elenco delle operazioni e dei movimenti del 2010, il documento «Quanto costa il conto corrente», dove potrà trovare l’Isc per la propria figura di cliente e il riepilogo dei costi sostenuti relativi all’operatività su tutto l’anno.
Può succedere che, grazie a questo confronto, il cliente scopra che spende di più di quanto il suo profilo prevedrebbe. Una differenza significativa tra il costo finale del conto e l’Isc potrebbe così volere dire che quel conto, forse, non è il più adatto alle sue esigenze.
Possono essere molte le ragioni dietro a questa differenza. Un diverso utilizzo del servizio può portare a sforare rispetto al numero di movimenti e alla tipologia di operazioni previste dal proprio profilo. Comportamenti troppo diversi da quelli previsti per le sei categorie elaborate da Bankitalia possono infatti portare a differenze importanti. In questi casi Bankitalia obbliga le banche a suggerire al cliente di verificare se c’è un prodotto più conveniente per lui.
A quel punto il cliente attento potrebbe decidere di andare in banca per informarsi sulla possibilità di cambiare conto corrente. O potrebbe andare a studiare i costi delle altre banche e scegliere di cambiare istituto. E non sono pochi gli italiani che, ultimamente, hanno fatto questa scelta: secondo la Commissione Ue è al 13,1% la quota di italiani che nel 2009 hanno cambiato banca, a fronte di una media della zona euro pari all’11,5%.
Se l’Isc porta più concorrenza, bisogna anche nota che le offerte delle banche sono rimaste pressoché invariate. Gli istituti di credito, infatti, hanno chiarito di aver predisposto da tempo un’offerta profilata in base all’utilizzo e articolata in modo da soddisfare le esigenze delle varie tipologie di clientela. L’adozione dell’Isc ha contribuito a rendere ancora più chiara questa impostazione. Quindi l’offerta era già costruita sulle diverse esigenze della clientela e non ha quindi richiesto modifiche.
Anzi, l’Abi avverte: difficile attendersi nuovi cali. «Il costo dei conti correnti è sceso del 30% negli ultimi quattro anni, ma difficilmente potrà ridursi ancora in un prossimo futuro», conclude infatti Massimo Roccia, direttore centrale dell’Abi, «perché ogni operazione costa 1 euro al minuto alla banca».
Comunque le banche hanno già iniziato a diffondere i loro Isc. IngDirect, con il Conto Arancio, è stato il primo operatore a pubblicare il dato, anche in anticipo sui tempi. E l’Isc di Conto Arancio è pari a zero per tutte e sei le categorie di risparmiatori. Per chi poi ha una giacenza più elevata, il conto è in grado di azzerare anche l’imposta di bollo.
I COSTI DI ALCUNI CONTI ON LINE
Conto Corrente Giovani Famiglie con bassa operatività Famiglie con media operativitià Famiglie con elevata operatività Pensionati con bassa operatività Pensionati con media operativitià
(164 oper. annue) (201 oper. annue) (228 oper. annue) (253 oper. annue) (124 oper. annue) (189 oper. annue)
Conto Fineco 59,49 22,77 18,51 21,65 19,63 26
IwBank 3,75 0 0 0 0 0
Conto Arancio 0 0 0 0 0 0
Intesa Sanpaolo - Zerotondo 23,9 10 47 43 6 39
Bnl – Revolution 14,7 18,7 60,8 65,5 14 65,4
(Gli Isc si riferiscono ai dati comunicati dalle banche il 3 giugno)
I COSTI DI ALCUNI CONTI TRADIZIONALI
CONTO CORRENTE Giovani Famiglie con bassa operatività Famiglie con media operativitià Famiglie con elevata operatività Pensionati con bassa operatività Pensionati con media operativitià
(164 oper. annue) (201 oper. annue) (228 oper. annue) (253 oper. annue) (124 oper. annue) (189 oper. annue)
Unicredit - Genius Club 156,42 136,12 194,32 195,52 131,12 184,32
Intesa Sanpaolo - Start 46,7 48,7 82,4 117,3 42,9 88,4
Cariparma - Senza spese più 110,99 33,57 46,83 51,1 19,55 47,29
Mps – Costomeno na 142,4 136,4 127,3 116,3 129,2
Barclays - Libertas 2you 11,08 15,08 28,32 52,32 15,08 na
(Gli Isc si riferiscono ai dati comunicati dalle banche il 3 giugno)