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 2010  luglio 08 Giovedì calendario

MENO GAME PIU’ BOY


Televisione stabile, playstation in calo, dvd in picchiata, cellulari, Internet e social network in rialzo: è la borsa dei ’tecno-need’, dei bisogni tecnologici di bambini e ragazzi, perennemente sotto osservazione e non solo per motivi economici. Alle mire dei produttori su un mercato che, solo per la componente dei cellulari conta in Italia un giro d’affari di 3 miliardi e rotti, si aggiungono le ansie di genitori, studiosi e scuola verso l’incognita dei nativi digitali, sempre attivi su tutti i piani che le loro protesi elettroniche offrono: concentrati, o distratti? Pieni di amici, o più soli? Manager del multitasking, o stressati già dalla nascita? Nel dibattito interviene il rapporto Telefono azzurro-Eurispes su bambini e adolescenti in Italia, che dedica un’ampia parte ai media e alle nuove tecnologie.
’Dovendo scegliere, a cosa non sapresti rinunciare?’. Posti davanti alla domanda, due bambini su tre indicano la tv mentre il 42,7 per cento degli adolescenti risponde ’il cellulare’. La tv resta protagonista dei consumi dei più piccoli: una percentuale dell’8-9 per cento di babyspettatori che stanno più di 4 ore al giorno davanti alla tele. Però fuori dal salotto con tv le cose cambiano. aumentato il tempo trascorso in Internet e si è ridotto quello dei videogiochi: nel 2008 era solo un bambino su 5 a non usare videogiochi e playstation, nell’ultimo anno la percentuale dei senza-consolle è salita sopra il 40 per cento. In calo tra i più piccoli anche il tempo passato al cellulare: la quota di bambini che non usa mai il telefonino è salita, dal 2008 al 2009, dal 46,3 al 55,1 per cento. Insomma, nella fascia verdissima dei tecno-consumatori è in corso un assestamento, o forse un effetto della crisi: sulle spese dei più piccoli i genitori hanno qualche margine di manovra. Che non hanno invece per gli adolescenti: il 97,7 per cento ha un cellulare e quasi il 40 per cento lo usa per più di 4 ore al giorno.In forte aumento il tempo su Internet: 8 adolescenti su 10 ci passano più di un’ora al giorno, uno su dieci più di 4 ore. Numeri che alimentano le preoccupazioni verso quello che il dossier enfatizza come ’il lato oscuro di Internet’: dipendenza, isolamento, lo stress di compiere più azioni simultaneamente. Il dibattito è aperto. A Nicholas Carr che si chiede se ’Google ci rende stupidi’ si contrappongono nuovi elogi del multitasking. Tecno-ottimisti o pessimisti che siano, tutti però concordano sull’importanza del fattore età: è diverso valutare gli effetti delle tecnologie sul cervello di chi ci si è adattato, e di chi ci è nato dentro.
Ma intanto potremmo cominciare a vedere cosa i nativi digitali chiedono alla rete: nella classifica dei motivi per andare in Internet, accanto agli stranoti boom di You Tube e chat, c’è anche un imponente 83 per cento di collegamenti ’per studiare’, e un 93 di ’cerco cose che mi interessano’. Chissà se le trovano, visto lo scarso aiuto che possono ricevere da scuola e adulti nell’orientamento. E sulla capacità della scuola di tenere il passo delle tecnologie puntano le preoccupazioni dei redattori del rapporto: ’Il multitasking è una potenzialità, ma allo stesso tempo riduce i tempi di attenzione’, dice Barbara Forresi, coordinatrice del Centro studi di Telefono azzurro: ’Non basta più la classica figura dell’insegnante servirebbe una preparazione che non tutti hanno, per cambiare le modalità dell’insegnamento più che i contenuti. Mentre invece purtroppo i ragazzi stessi lamentano il gap di conoscenze sull’uso delle tecnologie che c’è tra loro e i docenti’. Non poteva mancare un capitolo sul ’muretto’ digitale: i ragazzi di Facebook sono il 71 per cento. Seguono My Space (17,1) e Habbo (10,4): tutti giudicati utili per restare in contatto con gli amici di oggi, incontrarne di nuovi, ritrovare quelli ’vecchi’, dell’era preistorica senza social network.