STELLA CERVASIO, la Repubblica 2/7/2010, 2 luglio 2010
AUTO, AFFONDANO LE VENDITE: PER FIAT MENO 27% - POMIGLIANO
La Fiom chiama a raccolta i suoi iscritti da tutt´Italia a Pomigliano d´Arco per ribadire il no all´accordo post-referendum e chiedere alla Fiat di riaprire la trattativa. Ieri nel cinema Gloria di Pomigliano si è tenuta un´affollata assemblea della Fiom-Cgil dei delegati del gruppo Fiat, dei grandi gruppi industriali e delle aziende metalmeccaniche del Mezzogiorno. Intanto arrivano dati poco confortanti dal mercato auto. A giugno il mercato ha perso un altro 19% e Fiat ha immatricolato 51.878 vetture, pari al 30,4% del mercato, con un calo del 27,48% rispetto a giugno 2009, in presenza degli eco-incentivi governativi. «Dati negativi attesi da tutti gli osservatori», commentano dalla Fiom.
Delegati con berretto rosso e la scritta sulle t-shirt "Pomigliano non si piega" dentro e fuori dal cinema da 800 posti. «La Fiat riapra la trattativa - chiede sul palco il segretario generale Fiom Maurizio Landini - Siamo disposti a una turnistica massacrante e a una redistribuzione delle pause che aumenti la produzione. Ma sia tolto dal tavolo ciò che mette in discussione i diritti civili dei lavoratori, come l´eliminazione del diritto di sciopero e la malattia». Il segretario parla per oltre 45 minuti davanti allo striscione "Senza diritti siamo solo schiavi", interrotto da lunghi applausi della platea: «Al tavolo convocato il 15 giugno da Fiat noi non siamo stati invitati, avevano già deciso per l´accordo separato, ma le fabbriche non funzionano senza il consenso di tutti i lavoratori. Questo investimento è necessario, ma il ruolo del sindacato non è abbassare la testa. In Italia siamo in assenza totale di una politica industriale: il ministro competente ha pensato bene di occuparsi invece di affari immobiliari. Se passa l´idea di basso salario e precarietà, ma anche della violazione del contratto e della Costituzione - ha proseguito Landini - aspettiamoci la cancellazione del lavoro industriale nel nostro paese». Li hanno definiti "sabotatori", ma la Fiom non ci sta: «Un termine che offende sindacato e lavoratori - dice Landini - non è nella nostra storia. Qui se c´è qualcosa che viene sabotato e non da sono il contratto e la Costituzione». Il caso Pomigliano non è isolato, per la Fiom: «Si deve accelerare anche Termini Imerese. Fiat deve assumersi la responsabilità sociale e favorire anche altri, ma deve farlo subito, senza aspettare il 2011». Il documento Fiom approvato all´unanimità ribadisce la netta opposizione all´accordo siglato con le altre componenti sindacali. La protesta continua, scandita in un fitto calendario. La conclusione a fine luglio davanti al Parlamento. Lunedì la Fiom terrà un comitato centrale pubblico e aperto a Roma, in piazza Montecitorio.
Larga e solidale partecipazione dai delegati sindacali delle aziende del gruppo Fiat e non, provenienti da varie città. Sul palco anche due immigrati di Rosarno, Sulemain Gjarà e Abdullah Takiart provenienti dal Mali e ancora in attesa che la Provincia di Roma (che impiega 1300 stagionali) tengano fede all´accordo firmato il 7 aprile dopo la loro cacciata dalla Calabria. Rappresentanze da Iveco di Pregnana Milanese, Alfa di Arese, Minarelli, Indesit, Fiat-Sata di Melfi, Mirafiori. Critico sulla trattativa Fausto Bertinotti: «A Pomigliano - ha commentato - c´è una distruzione di umanità che fa tornare indietro a prima di Cristo».