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 2010  luglio 08 Giovedì calendario

Le case chic di NY? Sono tutte di italiani Il Plaza, uno dei palazzi più belli del mondo, in piena Fifth Avenue a New York, affacciata sul lato sud di Central Park, ha sempre esercitato un enorme fascino sui newyorchesi, e non solo su di loro

Le case chic di NY? Sono tutte di italiani Il Plaza, uno dei palazzi più belli del mondo, in piena Fifth Avenue a New York, affacciata sul lato sud di Central Park, ha sempre esercitato un enorme fascino sui newyorchesi, e non solo su di loro. Per quasi un secolo è stato un hotel di lusso da 835 stanze frequentato da politici, reali, nobili, finanzieri, divi. Lì lo scrittore Truman Capote festeggiò nel 1966 la pubblicazione di A sangue fredd con 540 invitati (pochi intimi tra i quali Norman Mailer, Lauren Bacall, John Steinbeck, Arthur Miller, Vivien Leigh, Andy Warhol). In quelle hall furono ambientati romanzi e film come Il grande Gatsby e A piedi nudi nel parco. In due suite visse per sei anni l’architetto Frank Lloyd Wright. E nella sontuosa Ballroom si sposò Donald Trump con l’attrice Barbara Maples: d’altronde negli anni Ottanta, il Plaza era suo. Ora che dal 2004 è passato alla EI-Ad Properties dell’imprenditore israeliano Miki Naftali e trasformato in un esclusivo condominio per Vip (l’hotel si è ridotto a ”sole” 130 stanze), il Plaza continua a essere un grandioso oggetto del desiderio per i miliardari. Gli italiani sono in prima fila e, come sempre, fanno notizia. Così, non è un caso che il Wall Strett Journal, il 9 giugno, si sia occupato del rogito di Giuseppe De Longhi. Il 71enne imprenditore trevigiano, fondatore e azionista dell’omonimo gruppo produttore del famoso condizionatore Pinguino, macchine da cucina e per il caffè, che ha rilevato per 11 milioni di dollari un appartamento al 16esimo piano, con tre camere da letto che si affacciano su Central Park. De Longhi non è un inquilino sconosciuto: nel 2006 si era aggiudicato il primo appartamento messo in vendita fra quelli ricavati dall’ex hotel. In quel caso aveva pagato appena un po’ di più: 11, 7 milioni di dollari per altre tre stanze da letto con vista sul parco, al 15esimo piano. Vanderbilt fu il primo inquilino Secondo il quotidiano Usa, il progetto è ristrutturare entrambi gli appartamenti collegandoli con una scala interna, per creare un sontuoso duplex che si estenderebbe per 4.500 piedi quadrati (pari a circa 1.400 metri). Non è certo un oltraggio per il palazzo: quando venne costruito, nel 1907, era nato proprio come condominio per ricchi. Allora, il primo acquirente fu nientemeno che il miliardario filantropo Alfred Gwynne Vanderbilt. Se De Longhi darà delle feste, non rischierà certo di disturbare l’inquilino del piano di sotto; probabilmente, anzi, sarà uno degli invitati. Al 14esimo piano ha, infatti, da tempo comprato Pier Luigi Loro Piana, dell’omonima famiglia di industriali tessili: anche per lui vista su Central Park per 5,8 milioni di dollari. E non è finita. All’ottavo piano c’è l’appartamento da 5.850 piedi quadrati (circa 1.700 metri), di dieci stanze e oltre quattro stanze da letto, di Flavio Briatore. Ma è solo uno dei tanti che il manager possiede a New York: un mero investimento, perché non ci ha mai abitato. Lo scorso anno, secondo la stampa Usa, sempre attenta ai mega affari immobiliari, sarebbe stato affittato a poco meno di 65 mila dollari al mese (era la richiesta iniziale). Se non avesse trovato un inquilino, sarebbe stato venduto: prezzo di partenza, 38 milioni di dollari. Il vero colpaccio, comunque, l’aveva tentato Luigi Zunino. L’ex presidente del gruppo immobiliare Risanamento nel 2007, all’apice del suo successo, aveva rilevato un colossale appartamento al terzo piano: 10 mila piedi quadrati (circa 3.000 metri) con oltre 14 stanze. Pensava di rivenderlo a 100 milioni di dollari, ma lo scorso aprile, pressato dalla drammatica crisi del suo gruppo, s’è dovuto accontentare di 28 milioni. Molto meno rispetto al prezzo pagato per acquistarlo: 45 milioni. E senza contare la cifra spesa per la ristrutturazione: nove milioni di dollari...