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 2010  luglio 02 Venerdì calendario

LIPPI E CAPELLO HANNO FALLITO MA NON MERITANO TUTTO QUESTO SADISMO

Presto vedremo le due facce nelle sagre di paese: tre palle un euro o una sterlina, chi li colpisce sul naso vince. Cosa che, a onor del vero, Marcello Lippi e Fabio Capello non sono riusciti a fare: la loro Africa è stata un disastro. Mail sadismo con cui vengono trattati oggi, francamente, offende.
Lippi, fumettistico Ulisse, costretto a lasciare i porti (isola del Giglio, Elba) perché quattro scemi lo insultano – probabilmente sono gli stessi che, qualche mese fa, gli avrebbero pulito la barca con la lingua. Capello degradato a italiano da barzelletta, gesti lacrime e promesse mancate. Solo il Times lo tratta da inglese: un Mr Bean incapace di tutto. Pochi giorni fa era Don Fabio il favoloso, l’eroe condottiero, una mascella continentale da far invidia a quelle di Palazzo Venezia.
Il calcio sarà anche il colosseo moderno, il posto dove le belve hanno sempre fame. C’è però qualcosa di malato e sbagliato negli insulti che i due c.t. ricevono in questi giorni. Hanno perso – Capello male, Lippi peggio – ma non hanno rubato, tradito, imbrogliato, mentito: hanno fatto ciò che hanno creduto giusto. Non conta. Non conta nemmeno che il toscano avesse già vinto un Mondiale, e il friulano sia stato beffato dal blatterismo applicato: pallone dentro di mezzo metro, niente gol. Sul 2-2 chissà come sarebbe andata a finire, con la Germania.
Certo, riciclare motti e uomini del 2006 non è una stata una grande idea: né col senno di poi, né col senno di prima (glie-l’avevano detto in tanti, a Lippi, ma lui niente). Ovvio, pronosticare un’Inghilterra tra le prime quattro, conoscendo le aspettative nevrotiche della nazione, non è stato prudente (gliel’avevo detto perfino io, a Capello, ma lui niente). Maquesti errori – ripeto – non giustificano l’accanimento. Se la passione calcistica si riduce a questo, che pena. I media italiani’ gli italiani in genere – sono stati meno feroci degli inglesi verso lo sconfitto. Eppure noi siamorisultati ultimi nel girone più facile (lo devo scrivere ogni volta, perché ancora non ci credo); gli inglesi, agli ottavi, ci sono arrivati. Questione di aspettative, probabilmente. Dalla Manica al Vallo d’Adriano (non oltre) molti erano convinti che questo sarebbe stato l’anno buono per rivincere il Mondiale; in Italia quest’idea l’aveva una persona sola. Di solito abita sul lungomare di Viareggio, ma pochi giorni fa era in Sudafrica vestito di rosso come un cardinale.
Il portavoce Adrian Bevington – lo stesso che si è energicamente impegnato affinché Capello non mi rilasciasse mai un’intervista («Vogliamo parli solo di calcio») – spiega a nome della Football Association: « chiaro che tutti sono delusi». Be’, è altrettanto chiaro che Fabio C., ai Mondiali, l’Inghilterra ce l’ha portata in carrozza; e se la carrozza, davanti, ha cavalli bolsi come Heskey e convalescenti come Rooney, non è colpa del cocchiere. Non sarebbe il caso, la prossima volta, di scendere in campo come Britain? La nazionale di un Paese, come tutte le altre.
Magari Fabio & Marcello sono allenati a passare dall’altare alla polvere, e viceversa. Per questo, forse, danno sempre l’impressione di disprezzare un po’ il pubblico umorale, quello che oggi venera e domani sputa. Ma se loro – professionisti ben pagati – hanno fatto l’abitudine a tutto questo, noi non dobbiamo. Calpestare chi è a terra non è uno sport: è uno schifo.
Detto ciò, il romanzo del calcio va avanti. Da oggi, capitoli e personaggi nuovi. Noi – lo sapete – abbiamo Cesare Prandelli alla guida della nazionale (benvenuto!). Loro – forse l’avete sentito – sono tentati da David Beckham. Grande idea! In occasione della prossima, inevitabile sconfitta saranno elegantissimi, e il rude Capello da lontano sorriderà.
Beppe Severgnini