Guido Olimpio, Corriere della Sera 02/07/2010, 2 luglio 2010
SHOPPING, LOCALI TRENDY E RICEVIMENTI. ANYA, LA SPIA NATA PER FARSI NOTARE
Nella sua «prima » vita si chiamava Anya Kuschenko. Nata un giorno di 28 anni fa a Volgograd, la ex Stalingrado, il simbolo della resistenza russa. Da piccola soffre di scoliosi e la mandano in una scuola speciale, dove curano la schiena e insegnano a dipingere. Il preside dell’epoca dice di non rammentarla. Non passa invece inosservata quando, più grande, va al collegio. I coetanei la ricordano per l’aspetto, i professori per una tesina sull’unità territoriale dell’Urss. Forse ha anche possibilità di viaggiare, visto che il papà – Vasily – è un diplomatico assegnato all’ambasciata in Kenya e oggi in servizio a Mosca. «Rispetto a noi’ aggiungono gli amici – è sempre stata un passo avanti, noi ascoltavano della brutta musica mentre lei sapeva tutto di Nirvana e Metallica».
Dopo il liceo, Anya si laurea in economia all’Università per l’amicizia dei Popoli. L’ateneo è uno dei bacini dove i talent scout dello Svr, l’erede del Kgb, pescano i futuri agenti. La ragazza viene addestrata a diventare una
razvedchiki, una russa capace di vivere come una occidentale. Ma rispetto ad altre spie, a lei tocca una missione diversa: invece che nascondersi deve farsi notare. Perché è così che può conoscere persone interessanti. Le creano un profilo’ la leggenda – che le permetta di infilarsi nel mondo economico. Arriva la prima «sede»: Londra.
Anya sbarca nella capitale britannica nel 2003 e diventa Anna Chapman. Lavora in banca, sostiene di vendere jet privati, collabora con una società di Warren Buffett, poi tratta fondi di investimento. In cinque anni raccoglie referenze, vere o presunte, che torneranno utili per il futuro. A Londra, Anna trova anche un marito dal quale poi divorzierà. Due versioni sull’identità. un ricco rampollo inglese. No, è un francese, erede del re dei supermercati.
Seguendo la via dei soldi, la Chapman si sposta dalla City a Wall Street. Manhattan è la nuova base. I referenti del Centro le danno un computer per comunicare in modo protetto e il denaro per mantenere uno stile di vita adeguato. Affitta un appartamento per 2100 dollari al mese, quindi crea una società di facciata. la sua terza vita. Sostiene di vendere case, offre assistenza ai suoi connazionali che cercano affari. Si mimetizza per avvicinare le prede. «Non cercava l’ultimo progetto militare ma fonti di influenza, figure da reclutare», ci confida un ex 007. Personaggi che la sanno lunga su economia, Borsa, oro. A quei livelli ottenere un appuntamento può essere impossibile: chi sei baby? Potrebbero risponderle. Allora li sorprende quando sono rilassati. Ad un ricevimento, ad una festa per beneficenza. Anna lascia tracce non nelle basi dell’Us Air Force ma al «Juliet», al «Greenhouse», al «Tejune», al «Pink Elephant». Locali notturni dove arriva con tacchi alti e gonne corte. Difficile non accorgersi della sua presenza. «Era sempre la più elegante», ha rivelato un habitué. E una vicina di casa suggerisce quali fossero i suoi gusti in fatto di moda: «La vedevo tornare con confezioni di Prada e Gucci». Firme adatte per chi deve stare sulla scena. Nelle sue serate «a strascico» fa intravedere affari e la possibilità di finire a letto. Una «Bond Girl» pronta a raccogliere dritte e anche semplici «voci». E dunque qualsiasi evento mondano è un’occasione buona. Al club come all’Hilton in occasione della cena della «Fondazione Pompieri». Una serata dove può sfiorare il sindaco Bloomberg e presidenti di società importanti. Quando ha qualcosa di interessante lo trasmette, via computer, a Mosca.
Adesso tutti prendono le distanze e sostengono di non aver mai avuto rapporti con lei. Come l’economista Nouriel Roubini, segnalato tra i suoi «amici»: mai vista di persona. L’Fbi, comunque, ha già ricostruito il network sociale di Anna «la rossa». Molti testimoni non si sono fatti pregare nell’abbandonarsi a qualche pettegolezzo su una ragazza che sembrava «una miliardaria un po’ troppo disinvolta». Ma loro non sapevano che questo era il suo lavoro. Ci faceva e le piaceva. Ammaliata dal fascino di Manhattan. E pronta a scatenarsi nello shopping. «Il mio Mac (computer, ndr) è stato l’acquisto dell’anno… Lo adoro», esulta su Facebook. Poi dichiara il suo amore’ interessato – per la Grande Mela: «Vai a cena dal tuo vicino e incontri un big della Finanza».
Una candida confessione di come la sua missione stesse procedendo bene. A Mosca sono contenti per «l’ottimo lavoro». Ad Anna deve essere sembrato tutto troppo facile. Ed è stata tradita dall’ebbrezza della spia. Non si è guardata le spalle e quando ha capito di essere stata smascherata era troppo tardi. I giornali le dedicano la prima pagina. Spuntano suoi video che somigliano a provini. Lei ammicca, gioca con la «telecamera». Quotidiani seriosi lanciano il sondaggio su chi sia la spia più sexy: troppo facile la risposta. Una piccola consolazione. Anya, la ragazza di Stalingrado, è diventata una stella.
Guido Olimpio