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 2010  luglio 02 Venerdì calendario

2 articoli - ZUCCHERO, IL FISCO E LA LISTA DI SAN MARINO - Ad Aldo Grasso. Gradirei chiarire qualche punto del suo articolo, inesatto, infondato, infangante, gratuito e basato sul nulla

2 articoli - ZUCCHERO, IL FISCO E LA LISTA DI SAN MARINO - Ad Aldo Grasso. Gradirei chiarire qualche punto del suo articolo, inesatto, infondato, infangante, gratuito e basato sul nulla. Lei «insinua», lei «condanna», lei «spara sentenze», appunto, fa il «fenomeno», senza sapere niente, questo almeno è quello che un lettore potrebbe trarre dal suo articolo che per me sembra più un rigurgito. Ecco i punti: 1 - non sono mai stato re di niente ma nemmeno «poveretto» anche con i buchi nei calzini. 2 - I dischi venduti sono più di 50 milioni, grazie. 3 - Non amo dire di me niente, se posso, e non ho mai detto di essere stato «forgiato sul marmo e sull’anarchia», sono emiliano. Visto che lei però cita il marmo, le direi: tanto va il Grasso al lardo che si trova a Colonnata e ci lascia lo zampino! 4 - Non citi le mie canzoni per favore. Troppo facile. Lo fanno anche i comici da due soldi. 5 - Lei tira in ballo, senza connessione con l’argomento, la faccenda del plagio di 10 anni fa, solo per buttare fango ancora, ma tralascia volutamente di scrivere o non sa (peggio ancora) che la causa è stata vinta da me alla prima, alcuni anni fa. Questo però non lo dice… eh eh eh…. Chi è il furbetto? Trovo che il suo mestiere sia gramo. Infatti: chi sa fa, chi non sa critica…. E vado con la rima: «Son qui sull’Appennino / all’ombra di un castagno / con un buon bicchier di vino / e qualche buon amico / mangiando salame e fico. / Vengono in tanti a casa mia, / tutte … «belle persone» / Non mi ricordo di Lei. Grazie a Dio la musica mi aiuta a sopportare, vola altissima, più alta dello spirito, nel cielo alpino e non gloglotta come fa il tacchino! Penso a mio padre e a mia madre e alla mia gente nostrana, senza boria ne buriana; è con l’amore della gente comune che, pasciuto di bellezza, vivo lo stesso in pace con il mondo e con la schifezza! Le dedico due o tre righe al volo: «Al mio paese fiorisce ancora il buono / le botte prese non le hanno rese mai». Zucchero Sugar Fornaciari Cantante da Roncocesi (Emilia) «Il mio carattere si è forgiato sul marmo e l’anarchia è un brano di un’intervista apparsa si «Repubblica del 14 luglio 2002. Quanto alla faccenda del plagio, il libro di Michele Bovi «Anche Mozart copiava» (Edizioni Auditorium, 2004) dedica ben quattro pagine ai «prestiti» internazionali di Zucchero. Il resto sono opinioni, tra lo scomposto e il surreale». (a.g.) «MISERERE» PER UNA ROCK STAR - Miserere per una rock star. Dunque fra i furbetti di San Marino, ammirevoli patrioti che hanno portato il loro tesoretto nella banca del Titano per non pagare le tasse, ci sarebbe il nome di Adelmo Fornaciari, famoso anche all’ estero (San Marino compreso), il Re del Blues o del Soul, ancora non si è capito. Pare che abbia venduto oltre 30 milioni di dischi. Di sé ama dire: «Il mio carattere si è forgiato sul marmo e sull’ anarchia». Adesso dovrà inventarsi qualcosa di diverso. Già lo vediamo imbufalito davanti a chi gli contesta il reato: «Rispetto / Non c’ è più rispetto / Neanche tra di noi / Il silenzio è rotto / Dagli spari tuoi / Dimmi / Quanti soldi vuoi / Quanti soldi vuoi /Quanti soldi vuoi / Per lasciarmi stare...». Davvero un brutto colpo all’ immagine del teorico della «sana e consapevole libidine», dell’ artista maledetto, amico di grandi musicisti internazionali, organizzatore di concerti a scopi umanitari (come «Pavarotti & Friends»), inesausto scopritore di talenti (tra cui la figlia). Certo, è improprio sovrapporre la poetica di una rock star, dove l’ idealità è sovrana, con la vita di tutti i giorni. Però Zucchero non è nuovo a certe polemiche, tipo le accuse di plagio (famosa la lite con Staffelli di «Striscia» mentre gli consegnava un tapiro). Gli artisti, in quanto tali, non sono esenti da colpe. Comunque, «avanti o popolo con la chitarra rossa / che intanto il tempo passa». Magari, sperando nella prescrizione. Aldo Grasso 27 giugno 2010