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 2010  luglio 02 Venerdì calendario

SEXGATE, NUOVI GUAI PER AL GORE

Rischia di finire nei guai l’ex vicepresidente degli Usa, Al Gore. La polizia di Portland ha riaperto l’indagine sul presunto massaggio hard che avrebbe preteso da una terapista nella città dell’Oregon in occasione di un viaggio di lavoro. Il fatto risale al 24 ottobre 2006 e ad accusare è la stessa massaggiatrice, Molly Hagerty, 54 anni. Non è chiaro per quale motivo la polizia abbia riaperto il caso: la decisione arriva a un mese di distanza dall’annuncio della separazione tra Gore e la moglie Tipper e coincide con la pubblicazione sul tabloid «National Enquirer» della prima intervista alla donna, che dice: «Gore è un pervertito sessuale e va fermato prima che possa colpire di nuovo». L’ex vice di Bill Clinton ha smentito «categoricamente e inequivocabilmente», e la sua portavoce ha dichiarato che «qualsiasi approfondimento di indagine non può che giovare a Gore».
Ad attivare gli investigatori era stato l’avvocato della massaggiatrice, che però non si è presentata alla polizia per la denuncia, forse dissuasa da qualcuno. Il caso è stato riaperto nel gennaio 2009 dopo che gli agenti hanno interrogato la donna, e immediatamente chiuso per mancanza di elementi. Tutto sarebbe accaduto nella suite dell’Hotel Lucia, dove Gore si era recato per un discorso sul clima, registrandosi come «Mr. Stone». Mentre la Hagerty stava preparando la borsa per andarsene, le aveva offerto del cognac, ma lei aveva detto che in servizio non beveva. Il premio Nobel l’aveva abbracciata da dietro e spinta sul letto. «Temevo che, se fossi scappata, sarei stata fermata dalla sicurezza. Inoltre qualsiasi rimostranza nei confronti dei miei superiori mi avrebbe distrutto la reputazione - ha raccontato la donna -. Gli ho detto che sembrava un barboncino in calore, sperando che realizzasse quello che stava facendo. Non c’è stato niente da fare, lui ha continuato».
La Hagerty è stata fotografata con una busta di plastica contenente un paio di pantaloni macchiati. «Penso che le macchie siano di quando Gore mi stava addosso con la vestaglia aperta, forse è liquido spermatico, ma non sono sicura», ha detto la donna, che aveva fatto analizzare le tracce ma con risultati inconcludenti. La polizia potrebbe ora decidere di ripetere i test, o forse convocare come testimone Greg Boatman, che la donna chiamò subito dopo «l’aggressione in hotel». La Hagerty è stata dissuasa dal contattare la polizia da alcuni amici, attivisti liberal del gruppo «The Birkenstock Tribe» di cui anche lei era membro. «Dopo l’umiliazione ho vissuto anche il tradimento - dice -. Mi hanno chiaramente detto che dovevo mandare giù tutto e cucirmi la bocca, altrimenti il mondo sarebbe stato distrutto dall’effetto serra».