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 2010  luglio 01 Giovedì calendario

LA GUERRA FREDDA NON PU TORNARE

La giustificazione del viaggio all’estero di uno degli undici non è sufficiente per giustificare lo scatto della trappola preparata dall’Fbi anche perché nel passato altri viaggi avevano compiuto altri membri del gruppo. Un’ipotesi è che l’Fbi, che talvolta si muove in non perfetta sintonia con la Casa Bianca, abbia voluto intervenire nell’attuale rapporto America-Russia e in quello Obama-Medvedev a cui molti, soprattutto nella destra americana, guardano con sospetto. La foto dei due presidenti che in uno spirito di amicizia consumavano hamburger e Coca-Cola in un bar di Washington, che ha fatto il giro del mondo, è l’ultimo segno di una crescente intimità già manifestatasi in recenti occasioni e per la quale i ”falchi” del Congresso non sono ancora preparati, specie alla vigilia dell’approvazione del Trattato sulla riduzione dei missili intercontinentali e sugli accordi di non proliferazione. Ma c’è anche un’altra ipotesi che rovescia quella precedente. E cioè che lo stesso presidente Obama, che naturalmente era stato informato dell’intenzione dell’Fbi di procedere contro le presunte spie, non si sia opposto per mandare un segnale al Paese. La sua posizione personale a pochi dalle elezioni di novembre è fortemente indebolita: l’economia dà segnali contraddittori, l’onda nera del petrolio nel golfo del Messico continua ad allargarsi, il suo governo sta perdendo pezzi importanti e dopo le dimissioni, dovute, del generale McChrystal, sono arrivate quelle del direttore del Bilancio, Peter Orszag. Le cose vanno male in Afghanistan e la politica estera di Obama è accusata di debolezza per le troppe aperture considerate gratuite, cioè senza contropartita. L’operazione contro le ”spie” russe potrebbe essere un’espressione di fermezza inviata a quella parte dell’opinione americana che, guerra fredda o no, dei russi continua a non fidarsi. In fondo l’Fbi dipende dai ministeri della Giustizia e degli Interni dove Obama ha due dei suoi fedelissimi. Significativa in ogni modo sarà la risposta di Mosca che per il momento, per bocca di Putin, si è detta sorpresa dell’azione americana evitando tuttavia di drammatizzarla. Ma in un secondo tempo il governo russo sotto la pressione dei propri ”falchi” potrebbe rispondere secondo la tradizione con analoghe misure nei confronti di elementi americani in Russia.
Una cosa sembra tuttavia certa, che né gli Stati Uniti né la Russia intendano usare l’affare delle ”spie” per turbare gli ulteriori sviluppi di un’intesa, che pur per ragioni diverse, giova ad ambedue.